«La perdita di Sappada è stata la più grande sconfitta della Regione Veneto degli ultimi vent’anni e un caso unico in Italia, simbolo della lontananza tra territorio e centro decisionale. La bozza delle schede ospedaliere che andrà in commissione martedì è la premessa perché tante altre realtà bellunesi lascino questa regione, alla quale evidentemente nulla interessa del Bellunese»: il Sindaco di Belluno attacca duramente il provvedimento che disegna il futuro della sanità veneta.
«Innanzitutto, trovo molto grave e imbarazzante il fatto che, a due giorni dalla commissione regionale, i sindaci debbano ottenere la bozza in discussione solo per vie traverse, e non dalle fonti ufficiali, che non hanno ancora risposto alla nostra richiesta. Spero che per martedì si intervenga, perché, se così non fosse, – spiega il sindaco – sarebbe ancora più grave scoprire che tutto il processo di partecipazione per la redazione di questa bozza si è rivelato inutile, visto che nessuna delle proposte dei sindaci dell’Ulss 1 Dolomiti è stata accolta».
Il sindaco elenca alcuni esempi: «I sindaci si sono posti con spirito costruttivo, ma evidentemente questa volontà di collaborazione, tranne che per qualche aspetto marginale, non è stata recepita: ad esempio, non c’è l’accoglimento delle richieste di rafforzamento della rete dell’emergenza di Pieve di Cadore e di Agordo, che darebbe la garanzia della “golden hour”, e ci saremmo aspettati quantomeno un segnale sul fronte organizzativo, se non il pieno accoglimento delle proposte dei sindaci; le modifiche relative alla nostra azienda sanitaria riguardano solo due correzioni di forma: il ripristino, che va così a sanare un problema altrimenti gravissimo, del servizio di senologia, eliminato in precedenza probabilmente per un errore di battitura, e l’inserimento del termine “aggiuntivi” rispetto alla programmazione ordinaria, riferito ai posti letti del Feltrino».
«Permane l’incertezza totale sulla neurochirurgia H24, che garantisce la golden hour per alcune tipologie di pazienti; – continua il primo cittadino – non c’è la radiologia interventistica, fondamentale per la nostra provincia; non c’è il ripristino dei tagli dei posti letto, per alcuni reparti, come quello di gastroenterologia ad altissima occupazione, assolutamente inconcepibili; alla chiusura del reparto di psichiatria del Cadore non corrisponde un aumento dei posti letto a Belluno, con il risultato che viene soppressa un’attività lasciando sguarnita l’alternativa. Dove pensano di ospitare i pazienti? Questi sono solo gli esempi più eclatanti».
Il sindaco ribatte anche a chi sostiene che le problematiche della golden hour verranno risolte dall’introduzione del servizio di elisoccorso notturno: «Trovo questa teoria angosciante. Il volo notturno è una necessità, ed è imbarazzante che nella provincia che ha inventato questo servizio 20 anni fa ancora si discuta della sua possibile introduzione; inoltre, questa è una teoria che può arrivare solo da chi non vive e conosce la nostra provincia. Il volo notturno può salvare delle vite, è indispensabile, ma non è sufficiente a garantire la sicurezza: l’elicottero infatti non può sempre alzarsi in volo, e basta una giornata di vento, di neve o di pioggia per impedirne il servizio. Fa rabbrividire che chi non conosce il territorio decida così il destino dei pazienti e dei cittadini».
«Queste schede ospedaliere, se saranno confermate dalla commissione e dall’aula consiliare, – conclude il sindaco – rafforzano il destino di spopolamento della nostra provincia e allontano i turisti e i visitatori. Dopo Sappada, dopo le tante altre richieste dei comuni di confine, c’è il rischio di una fuga dei comuni bellunesi dal Veneto, un Veneto a cui evidentemente poco o nulla interessa del Bellunese; se ci fosse un minimo interesse verso queste terre, ci sarebbe sicuramente un impegno diverso, impossibile da riscontrare anche in questo documento, oltre che in innumerevoli altri provvedimenti. Con queste nuove schede ospedaliere, si realizzeranno importanti risparmi su tutto il territorio regionale, risparmi che devono essere reinvestiti nel miglioramento delle condizioni di sicurezza della parte alta della provincia di Belluno».