LIVINALLONGO Nel 1988 pure il Comune di Livinallongo del Col di Lana (all’epoca sindaco il prof. Gianni Pezzei), in provincia di Belluno, volle celebrare il Bicentenario delle Dolomiti e lo fece anche con una grande festa che si svolse attorno al Castello di Andraz, ed una prestigiosa conferenza nella sala del Centro culturale, con il prof. don Nilo Tiezza a sviluppare il tema: “Nicolò Cusano e il Castello di Andraz”. Ne seguì, a cura dell’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali guidato dal prof. don Sergio Sacco, la pubblicazione di un libretto di una trentina di pagine che ricordava il duplice evento (impaginazione Artimedia, stampa tipografia Faggionato”. Il tutto ebbe quali enti promotori e sostenitori con l’Apt Dolomiti Agordine presieduta dal prof. on. Arnaldo Colleselli: l’assessorato al turismo della Regione Veneto, l’Amministrazione provinciale di ,Belluno, la Camera di commercio, la Comunità montana Agordina, il Comune di Belluno e quelli di Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana, e la collaborazione dell’Associazione turistica Arabba-Livinallongo, di Union ladina da Fodom e Union ladina da Kol oltre al contributo dell’Istituto fondiario delle Tre Venezie e di Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno. Nell’introduzione, don Sacco sottolineava che la grande festa svoltasi attorno al Castello “è stata caratterizzata da una partecipazione corale della gente e da una rievocazione storica, sapientemente preparata dall’Azienda di promozione turistica dell’Agordino, che ha fatto rivivere fasti e glorie di un passato lontano, ma non mai dimenticato”. Citava quindi il fatto che “Da un punto di vista culturale, la manifestazione ha avuto il suo apice nella conferenza di Nilo Tiezza sul Cardinal Nicolò Cusano. Tale conferenza travalica abbondantemente l’ambito locale e contingente per offrire a studiosi ed appassionati una ricerca approfondita, aggiornata ed appassionata su una delle figure di spicco che hanno soggiornato nelle nostre terre”. L’on. Collesselli esprimeva gratitudine agli organizzatori e collaboratori tutti dell’evento ed evidenziava la figura del relatore monsignor Tiezza che “per rigore e chiarezza di indagine storica e dottrinale è ben noto tra i più autorevoli studiosi della storia del Castello di Andraz”, aggiungendo: “Siamo ben certi e onorati dell’arricchimento che dallo studio sul Cardinal Nicola Cusano, ospite illustre del Castello tra il 1456-60, ne verrà alla già ricca ma poco conosciuta storiografia. Sarà di stimolo ai giovani studiosi e ricercatori per approfondire aspetti e contenuti nuovi. La vicenda del Cusano segna uno dei momenti più importanti nella storia del XV secolo; storia della chiesa, storia del Rinascimento, storia dell’Europa” e sottolineava: “Riteniamo questa scelta la più pertinente per celebrare degnamente il ‘Bicentenario’. La fortunata scoperta ‘scientifica’ del Dolomieu del 1788, non solo rese rinomate le nostre Dolomiti in tutto il mondo, scuola e palestra di alpinismo e di ardimento nel grandioso e suggestivo mistero dei ‘Monti Pallidi’. L’evento ha trasformato radicalmente vita, costumi, la stessa ‘sorte umana’ di queste popolazioni montanare che meritano di essere associate a pieno titolo alle celebrazioni. Sono i ladini, considerati nell’accezione nè separatista né strumentale, ma culturale e popolare della loro plurisecolare storia, del loro attaccamento a queste terre, gelosi ed orgogliosi custodi di una ‘civiltà’ propria, saldamente ancorata ai valori religiosi e civili professarti con convinzione e tenacia. Sono essi, consapevoli da sempre dei diritti e doveri del buon cittadino, legittimati al riconoscimento della loro ‘etnia’ culturale e morale. Come non ammirare le dure prove affrontate con dignità nel corso di una lunga storia, da molte generazioni di minatori del Fursil sottoposti ad un duro lavoro, senza protezione sociale alcuna. Hanno garantito, nel corso di cinque secoli, il prestigio economico alla Signoria estraendo il rinomato ‘ferro dell’Agnello’ esportato in tutta Europa”. Ancora Colleselli in conclusione: “Ricordiamo la tragica notte del 15 agosto 1915 (inizio della prima guerra mondiale) che ha visto incenerita questa valle da Fodom, cui sovrastano i costoni del leggendario ed insanguinato Col di Lana, Ai nostri caduti, come ai caduti e dispersi di ogni fronte, eleviamo un pensiero deferente per il loro supremo sacrificio. I montanari delle Dolomiti celebrano oggi i fasti della loro storia…”. Per evidenti ragioni di spazio diamo conto solo dell’esordio dell’appassionata, esaustiva relazione di monsignor Tiezza sulla figura e l’opera di Nicolò Cusano (articolata nei capitoli: “Il figlio del barcaiolo e l’amico del grande tempo”, “Una weltanschauung medievale e uno spirito moderno”, “Innamorato della contemplazione e una vita attivissima”, “Genio enciclopedico e volgarizzatore di sapienza cristiana”, “Un lottatore implacabile e un costruttore di pace”, “L’equilibrio della persona privata e il radicalismo del responsabile sociale”): “Vita movimentata quella di Nicolò da Cusa. Viaggi, lunghi e frequenti, da Vienna all’Olanda, da Roma all’Inghilterra, dalla Polonia alle rive del Bosforo. A dorso di un mulo, per mare, con slitte, su zattere. Viene spontaneo pensare alla moltitudine di immagini che si sono accumulate nella sua memoria. Ma non è azzardato congetturare che, negli ultimi anni vissuti nella Città Eterna, un’immagine doveva tornare insistente sopra tutte: il Castello di Andraz. Il verde cupo dei suoi boschi, le greggi che pascolavano sulle pendici del Col di Lana, il biancore degli interminabili paesaggi invernali… Buchenstein, o castello di S. Raffaele, come egli preferiva chiamarlo, era stato per lui il suo nido, dove l’aquila va a riposare e si prepara a nuovi combattimenti, Lì si era immerso nella contemplazione delle grandi verità; lì il suo genio aveva potuto riordinare le idee chiave dello scibile umano, per poi organizzarle in quelle sintesi poderose, che ancora oggi destano stupore. In nessun luogo, l’esperienza di un Dio presente nell’universo e di un universo presente in Dio, poteva essere tanto viva, in lui,come nel castello di Andraz…”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libretto “Nicolò Cusano e il Castello di Andraz”): la copertina della pubblicazione; sala del Centro culturale di Arabba: si esibisce il Coro Fodom; autorità e pubblico; monsignor Nilo Tiezza, prestigioso relatore sulla figura e l’opera del Cardinal Cusano; il sepolcro del porporato nella basilica romana di San Pietro in Vincoli; antico altare in legno del secolo XVI proveniente dalla Cappella del Castello; disegno del 1829, di Peter Favai, del “Ciastel Andraz; un momento della rievocazione storica nel “Bicentenario delle Dolomiti”; porgono il saluto i sindaci di Livinallongo del Col di Lana, Colle Santa Lucia e Cortina d’Ampezzo, presenti esponenti del Governo e autorità regionali e provinciali.