di RENATO BONA
Nell’introduzione del libro”Cancelli in ferro a Belluno” che per la serie “Quaderni” ha dato alle stampe (Tipografia Piave) con l’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali nel luglio del 2009, dedicandolo al figlio Davide “per un futuro di serenità”, Vincenzo Caputo si rammarica, giustamente, perché “Nel nostro Paese, purtroppo. Il patrimonio di cancellate costruite in ferro battuto è stato notevolmente depauperato in seguito ad un decreto emanato durante le guerre mondiali e avente lo scopo di procurare ferro da usare come materiale bellico” pertanto – sottolinea – poche cancellate sono state risparmiate, in quanto ritenute opere di grande pregio artistico o storico”. E con questa premessa risulta veramente prezioso e corposo il patrimonio bellunese giunto fino ai giorni nostri. Detto che hanno validamente collaborato con Caputo l’architetto Roberto Reolon con i suoi “cenni di nomenclatura e descrizione artistica”, ed Augusto Burlon per la parte araldica, e che le immagini proposte sono dello stesso Caputo o di Luca Zanfron, “incontriamo” un’altra serie di cancelli in ferro battuto (termine che comprende i concetti di ferro sbalzato, martellato e intagliato), cominciando dalla località Vallina, nella via Cavessago di Castion dove “resiste” in precarie condizioni un manufatto del XX secolo, all’ingresso della Villa Castrodardo-Berettini, che secondo alcuni sarebbe contemporaneo all’edificio (secolo XVIII) mentre la tecnica costruttiva ed i temi che lo compongono, in stile “Art nouveau” fanno propendere che “sia stato realizzato all’inizio del secolo scorso”. Sempre a Castion, località La Costa della via Pedecastello, in discreto stato, c’è il grande cancello di corte rurale all’entrata dell’ex Villa de Bertoldi Aldo (secolo XVIII), con sovrastante stemma araldico del casato. La stessa via, al civico 38 propone, del secolo XIX e in buono stato, il cancello pedonale di accesso alla Villa de Bertoldi Jacopo (XIX secolo). Nello stesso numero civico c’è pure, di identica epoca, il cancello che in origine era l’entrata principale al parco e alla villa de Bertoldi Jacopo del quale, sovrastante il manufatto in stato di abbandono, sono ancora visibili le grandi iniziali “CIB” (Cavalier Jacopo de Bertoldi). Restiamo nel Castionese perché nella località Cor di Castoi vi è il cancello d’entrata ad un complesso abitativo già proprietà Coraulo, del XX secolo, in buono stato. Si tratta di un manufatto recuperato negli anni Trenta in Cadore, con recenti aggiunte laterali per adattarlo alla nuova sede. Una targhetta in Ottone – sottolinea Caputo – indica l’esecutore dell’opera nell’“Officina Meccanica Belluno De Benedet A. e figli”. Ci trasferiamo in quel di Cavarzano: al civico 5 della via Frigimelica, risalente al 1926, in buono stato, ecco il cancello carraio tipico degli anni Venti in uso ad un’abitazione della stessa epoca, a due ante su piastrini tondi sormontati da punta conica in ghisa, stile tardo liberty, come annota Reolon il quale definisce “Notevole la battuta centrale arricchita dal decoro speculare di due cigni stilizzati”. Nella via Pagani Cesa, civico 35, troviamo, del secolo XX e in non buono stato, il cancello carraio, stile liberty con zoccolo cieco a decori geometrici, contemporaneo ad un’abitazione risalente agli inizi del secolo scorso, lungo un viale già denominato “Viale dei villini”. C’è inoltre, per lo stesso edificio, pure in non buono stato, il cancello pedonale, “decisamente in stile Art nouveau”. Ed eccoci nella via A. Alpago 1 dove, del XIX secolo e in buono stato c’è l’entrata lungo il viale della ex Villa Pagani-Cesa, ora Casa di riposo Gaggia-Lante (secolo XV-XVIII) con ampio cancello, sovrastante un bel motivo sommitale. E’ invece del secolo XX il cancello, risalente agli anni Trenta, situato al termine del Viale della stessa Casa di riposo. Sempre a Cavarzano, nella via Urbano Bolzanio civico 7, del secolo XX e in cattivo stato di conservazione ecco il cancello all’entrata principale della Villa (secolo XVIII) nel tempo proprietà Butta, Doglioni, Zanussi (1864) e altri. Sul pilastro destro è inciso il nome dell’edificio: “La Vigna”. Il cancello liberty risalirebbe al primo periodo del secolo scorso. Nella via Sperti, civico 2, del XX secolo, in buono stato, uno dei due cancelli, probabilmente risalenti ai primi decenni del secolo scorso, di accesso alla Villa Frigimelica (secolo XIX), recante sulla cima le iniziali “FF” che stanno per Francesco Frigimelica. Lungo la via Pietriboni, civico 37, del XX secolo, in buono stato, si può vedere il cancello – collocato a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta – all’entrata di una lunga strada sterrata della vasta proprietà che conduce alla Villa (secolo XVIII) a suo tempo abitata dall’onorevole Pietriboni: “opera semplice, a griglia verticale in barre quadre e traversi a doppio piatto a semi incastro, su montanti portanti e chiodature prestampate”. Per la stessa realtà viene proposto anche uno dei due cancelli (l’altro è leggermente più grande), sempre del XX secolo, in discrete condizioni, che delimitano il giardino antistante la villa del XVIII secolo dell’on. Ernesto Pietriboni, deputato dal 1912 al 1919 e sottosegretario alle “Terre liberate”. Ai civici 56 e 58 della stessa via – per concludere – del XIX secolo ed in discreto stato, il vecchio cancello d’entrata ad una proprietà terriera con case coloniche costruite nel 1906 e 1908.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vincenzo Caputo): Vallina di Castion; località La Costa; accesso a Villa De Bertoldi Jacopo; ex entrata principale al parco della stessa via; località Cor di Castoi; via Frigimelica 5 A Cavarzano; via A. Alpago 1, Casa di riposo; via Urbano Bolzanio 7°; via Sperti 2; via Pietriboni 37; cancello che delimita il giardino antistante la stessa Villa; via Pietriboni 56-58.