DI RENATO BONA
Nei giorni scorsi ci siamo volentieri occupati del libro dell’amico Vincenzo Caputo “Belluno. Reliquie di Santi – Storie e leggende”, realizzato (con foto di Luca Zanfron) nel febbraio del 2017 con Bcsmedia di Roma. Ed abbiamo riferito sulla Basilica-cattedrale di san Martino, la chiesa di San Pietro, il Seminario Gregoriano quindi la chiesa di santo Stefano e san Biagio e quelle di san Rocco, San Nicolò di Borgo Piave, san Giovanni Bosco, santi Gervasio e Protasio, santa Maria di Loreto, santa Maria Immacolata di Mussoi. Oggi tocca, prima della nuova serie, alla chiesa dei santi Giorgio e Sebastiano di Travazzoi. Di cui Caputo scrive che conserva in una teca d’argento una reliquia di san Sebastiano martire, dono (1883) del papa bellunese Gregorio XVI. Quanto alla parrocchiale di santa Maria Assunta di Antole-Sois, nella località Antole (già nominata nel 1346 e quindi nel 1392), presenta all’esterno una stele innalzata nel 1688 “probabile segno dell’esistenza di un antico cimitero”. Nel 1879 sono documentasti importanti lavori di restauro. L’edificio sacro vanta una reliquia della beata Maria vergine, con sigillo del 1864 del vescovo Salvatore Bolognesi. Risulta consacrata il 4 maggio1514 la “san Martino” a Bes; parrocchiale dal 1958, restaurata nel 19891, all’esterno un bassorilievo dono del 1965 di un fedele: raffigura san Martino a cavallo; in un reliquiario la reliquia di sant’Antonio abate con sigillo del vescovo Bolognesi. Sono numerose le reliquie donate da papa Gregorio XVI (santa Barbara, santi apostoli Pietro e Paolo, san Gregorio Magno papa, san Francesco, san Giuseppe sposo, san Bernardino da Siena, per citarne alcuni), conservate nella parrocchiale di Bolzano Bellunese la cui struttura attuale “deriva da un edificio del XV secolo, ampliato nella seconda metà del XVII. Alla voce curiosità e leggende si legge: che dalla caratteristica località Vial (Bolzano-alle Valli) si giunge al ponte de La Mortis, nel parco fluviale dell’Ardo. Dal ponticello “si apre un affascinante scenario assieme ad un’atmosfera dal forte impatto emotivo”. Si narra che qui sia apparso il diavolo ad un atterrito viandante che invocò i soccorsi; giunsero sul posto alcuni giovanotti, un po’ brilli che lanciarono grida di sfida al diavolo, bestemmiando. D’un tratto, tutto crollò in un gran bagliore e puzzo di zolfo, che fu avvertito in tutta la valle ed i miseri vennero inghiottiti nell’abisso”. Sono davvero molte le reliquie nell’arcipretale di santa Maria assunta di Castion (l’elenco occupa oltre due pagine!) e anche per la realtà castionese vi è una leggenda riferita all’antico capitello della “Madonna bianca”, voluto da don Gregorio Batti e ultimato nel 1596. Caputo scrive che un aristocratico bellunese per mostrare la sua bravura col fucile dopo una battuta di caccia, mirò al naso di Maria, asportandoglielo di netto. Poco dopo sua moglie mise al mondo un bimbo… senza naso! Altra leggenda è quella della chiesa di san Tiziano a Cirvoi dove vi è una pala raffigurante la Vergine coi santi Michele e Tiziano; un tempo san Michele fuggì a Cirvoi “perché era poco curato dalla popolazione e fu riportato a Crede processionalmente”. In base a certificazioni dell’archivio parrocchiale l’antica chiesa frazionale dei santi Giustina e Zenone che esisteva fin dal 1394 vantava le reliquie delle sante Eurosia e Giustina. Restiamo nel Castionese e citiamo il santuario di san Mamante nella frazione Caleipo, nominato per la prima volta nel 1289 ed ancor oggi frequentato sia per il culto alla Madonna della salute che per la celebrazione dei matrimoni. Qui vi è un vero e proprio culto delle acque che le mamme bevevano per impetrare la grazia di latte abbondante.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Vincenzo Caputo “Belluno. Reliquie di Santi – Storie e Leggende”): la chiesa di Travazzoi; Antole: parrocchiale di Antole-Sois; chiesa parrocchiale di Bes; quella di Bolzano Bellunese; il ponte per l’imbocco della Val Cordevole, oggetto di leggenda; arcipretale di Castion; capitello e statua della Madonna priva di naso per un gesto sacrilego; chiesa di Cirvoi; Sossai: la chiesa dei santi Giustina e Zenone; il piccolo santuario di san Mamante a Caleipo; la grotta dove sarebbe vissuto Mamante; suggestivo corso d’acqua proveniente dalla grotta; il sito dove sgorga ancora la benefica acqua sorgiva; luogo ancor oggi meta di fedeli che si abbeverano alla fontanella; lastra di pietra oggetto della credenza dell’impronta di san Mamante; masso del torrente Turriga con il bassorilievo raffigurante l’occhio che la leggenda attribuisce a Mamante.