VENEZIA E’ stata stanziata pochi giorni fa, dal Ministero dell’Interno, la nuova tranche di contributi statali dedicati alle fusioni di Comuni. Secondo l’analisi della Fondazione Think Tank Nord Est, in Veneto arriveranno più di 11 milioni di euro, per un totale di quasi 54 milioni di euro dal 2014 ad oggi. Solo 12 le aggregazioni cui sono destinati questi incentivi. Eppure, in Veneto, oltre la metà dei Municipi ha meno di 5 mila abitanti e quindi sono molte le realtà di piccole dimensioni che potrebbero valutare la fusione con i Comuni confinanti. Peraltro, nei piccoli Municipi anche la rappresentanza politica è sempre più difficile: basti pensare che alle elezioni amministrative in programma domenica prossima, in ben 17 Comuni veneti (su un totale di 86 al voto per l’elezione del sindaco) si presenterà un solo candidato: in caso di affluenza inferiore al 40% è previsto il commissariamento. L’aggregazione tra Municipi potrebbe ovviare a questo rischio, offrendo al contempo ai cittadini la possibilità di scegliere tra più aspiranti alla carica di primo cittadino. I “candidati unici” sono presenti in tutte le province: nel Bellunese, nel Padovano e nel Veronese sono 4; in provincia di Treviso sono 2; nel Rodigino, nel Veneziano e nel Vicentino si tratta invece di un solo caso. Borgo Valbelluna ottiene 1,9 milioni di euro, mentre ad Alpago e Longarone spettano 1,2 milioni di euro. Sommando tutte le erogazioni statali ricevute dal 2014 ad oggi, nelle casse di Longarone sono confluiti ben 8,8 milioni di euro, mentre 7,9 milioni di euro sono arrivati a Borgo Valbelluna e 7,2 milioni di euro sono stati ottenuti da Alpago. A Val di Zoldo, con 251 euro all’anno per abitante, si registra il contributo pro capite più alto, davanti a Valbrenta con 200 euro annui per cittadino, Longarone con 192 e Alpago con 181. Il dato medio, relativo a tutte le fusioni del Veneto, è pari a 158 euro all’anno per abitante. Borgo Valbelluna incassa invece il contributo medio annuo più elevato, pari a quasi 2 milioni di euro, in quanto si tratta dell’aggregazione che interessa il maggior numero di persone (13.441 abitanti al primo gennaio 2022). “La fusione dei piccoli Comuni è una grande opportunità – spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – perché grazie alle risorse aggiuntive versate dallo Stato e dalla Regione si possono realizzare nuovi progetti e migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese. L’aggregazione va costruita dal basso, cercando di unire le comunità e le identità territoriali per raggiungere obiettivi importanti: il primo scopo della fusione deve essere quello di migliorare la vita dei cittadini, fornendo servizi di qualità, ma anche contribuendo a creare opportunità di vita e di lavoro. Invitiamo i sindaci dei piccoli Comuni a diventare i promotori di un assetto amministrativo del territorio meno frammentato, abbattendo i confini tra Municipi e guidando le proprie comunità a superare le paure legate alla perdita del “campanile”: mettersi insieme – conclude Ferrarelli – significa creare le premesse per poter affrontare le complesse sfide di oggi e costruire un futuro migliore.”
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