FOTO ARCHIVIO CEOD, CENTRO DIURNO AGORDO
NELLE CASE DI RIPOSO DEL VENETO UN TERZO DEGLI OSPITI E’ POSITIVO COSI’ COME IL 10% DEL PERSONALE
Luxottica pronta a ripartire, l’accordo firmato con i sindacati prevede il rientro da martedi a ranghi ridotti (dal 20 al 30 per cento degli operai cioè al lavoro uno su cinque). Nel fine settimana tutte le strade saranno presidiate dalla Forze di Polizia per stanare i furbetti delle seconde case, saranno accese tutte le telecamere leggi targa disponibili sul territorio, da Fortogna all’Alto Agordino.
di Mirko Mezzacasa
Perché non si spenga definitivamente il motore del Paese è necessario ripartire. Lo dicono le associazioni industriali del Nordest in pressing sul Governo perché vari al più presto il piano per le riaperture. Ma gli scienziati non cambiano idea, per loro la fretta potrebbe portare a nuove ricadute. Nel fine settimana saranno prese le decisioni, le immancabili voci di corridoio preannunciano un piano di aperture mirato. La ripartenza avverrà dalla zone a minore rischio e per determinate attività. Saranno quindi identificate tre fasce a seconda del rischio, nessuna data è ancora certa per il pronti e via, forse ci vorranno ancora una decina di giorni cioè la ripresa a forza piena dovrebbe iniziare a maggio. Il Governo si mette di traverso e boccia l’idea della patente di immunità tanto cara ad esempio al Veneto. Al Ministero della salute l’idea non piace, piuttosto guarda ad un certificato per i più vulnerabili da proteggere. A maggio sarà varato un progetto per scannerizzare il paese che servirà per confermare i numeri di positivi concreti che potrebbe essere diverso da quello ufficiale. In Veneto non c’è nessun piano per la riapertura, la fase 2 inizierà solo quando lo dirà il Governo con le condizioni che detterà Roma. Luca Zaia vorrebbe una riapertura scaglionata e sempre con la benedizione del comitato scientifico e soprattutto che si evitino ricadute. I dati: 389 positivi in più nelle ultime 12 ore, diminuiscono i ricoveri non critici e quelli in terapia intensiva. I contagiati dall’inizio dell’epidemia in regione sono 12.410, attualmente positivi sono 10.170. I deceduti sono in totale 736, di cui negli ospedali 666, 10 in più nelle ultime 12 ore. In isolamento vi sono 18.886 persone. I ricoverati in area non critica sono 1.554, 4 in meno di ieri, e in terapia intensiva 285 (-4); i dimessi sono 1.349. Infine, nelle strutture di comunità vi sono 149 pazienti (+1), mentre sono stati 34 i dimessi e 9 i decessi. 81 i nuovi nati. “Mi chiedono cosa accadrà il 13 aprile – ha detto Zaia – dipende da quello che deciderà il Governo non dipende dalla Regione. Abbiamo un piano pronto di monitoraggio e accompagnamento delle imprese che prevede innanzitutto la messa in sicurezza dei lavoratori”. Continua a spron battuto la campagna tamponi a ieri il totale ha superato i 162.000, i casi attualmente positivi sono 10.299 (54 persone in più in 24 ore). Calano i ricoverati in terapia intensiva da un paio di giorni scesi sotto i trecento, ieri erano 277 cioè 12 in meno del giorno prima. Il numero che non cala è quello dei decessi, ieri altri 28 morti, 19 in ospedale e altri 9 nelle case di riposo che portano il totale da inizio pandemia a 750. Non muoiono solo gli anziani, nella fascia 45-55 sono 8 le persone morte, dai 55 ai 64 sono 33, dai 65 ai 74 sono 101 persone, oltre 594 morti non muoiono solo gli ottantenni tutte le fasce di età sono colpite anche se l’età media è 82 anni. La bella storia è quella di Giorgia Tommaso e Giacomo Mastellotto di Spresiano che hanno rotto il salvadanaio inviando alla Regione 375 euro in una Regione da oltre 29 mila donazioni per un importo superiore ai 30 milioni di euro. Che ha emozionato il Presidente la canzone che gira in rete sulla melodia l’Italiano di Toto Cutugno. Che lo ha fatta arrabbiare è invece l’ennesima truffa “Qualche lazzarone c’è sempre in giro” ha detto Zaia riferendosi a coloro che girerebbero per le case raccogliendo soldi per la Regione che al contrario non ha mai incaricato nessuno di raccogliere denaro porta a porta. Ieri sono stati resi noti i dati ufficiali per le Case di riposo. Sono stati tamponati anziani e operatori di 183 strutture su 360, il 18 per cento degli anziani è risultato positivo così come il 10 per cento del personale. Il numero dei nonni tamponati sale a 8490 (37%), di questi 1508 sono risultati positivi (17,7%) e 143 ricoverati (1,68%). Sottoposti a tampone 9490 dipendenti (45%), di loro 805 sono risultati positivi (8,48%), il trevigiano ha il triste record dei positivi: 179 su 1490 tamponati cioè poco inferiore al 10%. Con 140 decessi nella case di riposo in Veneto il tasso di letalità (9%) è di gran lunga superiore alla media nazionale (6%). Nel piano di controllo presentato ieri dall’assessore Manuela Lanzarin rientrano anche i centri diurni per disabili (che non si sa quando riapriranno) e le strutture per disabili dove i tamponi saranno fatti al termine della campagna negli ospedali e case di riposo. “Ci vuole una capacità di fare test che non e’ indifferente. Prima c’e’ la sanità e non sono tutti tamponati e poi ci sono tutti i malati in ospedale e quelli a casa. Chi non ha il tampone oggi è perchè ci sono problemi operativi. Ora ci sarà un’altra ondata di tamponi. Nelle Marche si chiedono come facciamo fare tanti tamponi che loro non ci riescono”. è stato detto ieri in conferenza stampa. In Provincia il premio “de coccio” viene assegnato a madre e figlia dell’Alpago fermate ieri a Polpet di Ponte nelle Alpi dai Carabinieri Forestali riscontrate positive al tampone non in una bensì in due occasioni. La donna è stata segnalata per le violazioni, rischia una pesante sanzione fino a 5000 euro ma anche di essere indagata per epidemia colposa, nessuna colpa invece per la figlia minorenne. A Feltre nervosa discussione in panificio, una cliente ha rifiutato di indossare guanti e mascherina nonostante fossero forniti dai titolari del locale e chi era in coda ha alzato la voce minacciando anche di far intervenire i Carabinieri, alla fine la donna ha rispettato le regole. Negli ospedali si continua invece a morire, due decessi anche ieri all’Ospedale San Martino ci hanno lasciato Bruno Melchioretto 81 anni di Lamon e Vittoria Frescura 77 anni di Domegge. Con i due decessi di ieri il bilancio si fa sempre più pesante, sono 30 le vittime del covid decedute in ospedale, 21 al San Martino di Belluno, 5 a Feltre, 3 nell’ospedale di Comunità a Belluno e 1 ad Agordo. Contando anche le vittime delle case di riposo il totale dei decessi in provincia dal 21 febbraio è 37. Rallentamento dei contagi ieri “solo” 10 casi nelle 24 ore. A Feltre 4 pazienti hanno lasciato il letto d’area critica (4 i ricoverati), stabili i pazienti al San Martino di Belluno (40) e anche in terapia intensiva (9). Un paziente in più nell’ospedale di comunità di Belluno (14) e sempre 13 ad Agordo. Superati i 10 mila tamponi nella Ulss1 Dolomiti (ieri + 399). Persone residenti in Ulss Dolomiti in isolamento domiciliare fiduciario e sorveglianza attiva 1120 persone (+ 25 rispetto a lunedi). A Belluno il presidente provinciale e regionale di Usarci Franco Roccon chiede al Prefetto di intervenire con una deroga per riaprire i piccoli negozi di vicinato, una cinquantina, chiusi nel 2019 affinché possano riaprire per dare un servizio al paese avendo ancora a disposizione gli immobili con relative scaffalature. L’obiettivo: che il Governo intervenga rilasciando licenze provvisorie in deroga fino a dicembre.