PRESIDENTI DELLE REGIONI INASCOLTATI E DA MARTEDI’ SARA’ UN’ALTRA ITALIA
di Mirko Mezzacasa
“Avevo proposto una fase sperimentale fino al 3 maggio per le Regioni per l’avvio di molte imprese che si sono candidate per testare un modello. Ma non è stato recepito nel DPCM” Ha dichiarato ieri da Marghera il Presidente Luca Zaia.
Da martedi sarà un’altra Italia perché il Governo ha dato il via libera alla riapertura di altre categorie produttive, ma il Governo arriva in ritardo perché il via libera lo hanno dato prima le Prefetture con la regola del silenzio assenso hanno di fatto aperto al lockdown prima dei messaggi in nazional-visione del Premier Giuseppe Conte. Infatti hanno riaperto in tanti nel Nordest e un mare di gente si è riversata in strada alla faccia dei pressanti controlli sugli spostamenti. “Ormai è una riserva indiana -ha detto Zaia ieri da Venezia – una riserva indiana dei poveri che non possono ripartire. Noi non possiamo chiudere imprese definite aperte, sono misure concordate con il Governo. Penso che conclamiamo quello che si dice, il lockdown non esiste più”. Anche per questo ha ancora ragione di esistere l’ordinanza per i trasporti che prevede l’obbligo di mascherine e guanti. Ma tutti i lavoratori avranno i dispositivi di protezione? E’ ovvio che funzionano ma bisogna averli. Il dato di positivi nei reparti infettivi ci dice che chi si protegge si salva, chi ha lavorato con il virus non si è infettato. In Regione ne sono state distribuite 8 milioni di mascherine si calcola ne servano almeno 100 di milioni ma se il Governo non toglie le ordinanze di confisca i negozi non possono venderle. Tutto questo andirivieni in crescita fa temere non solo la ripartenza dell’economia, ma anche del contagio. Per questo la Regione Veneto sta per promuovere una nuova ordinanza in forse anche la regola dei 200 metri dopo che i lavoratori avranno la possibilità di muoversi per raggiungere il posto di lavoro “Servono nuove misure”. Dopo tante ipotesi da oggi ne consideriamo un’altra relativa alla data di riapertura di bar e ristoranti, si mormora che possano alzare le serrande con il 18 maggio dopo che il 4 maggio sarà dato il “tana libera tutti” ai cittadini oggi costretti a rimanere nei dintorni di casa. Per i negozi di abbigliamento, arredamento, tessili ci saranno aperture scaglionate dopo il 4 maggio e successivamente riapertura di tribunali e studi professionali, ma non sarà più come prima, dovranno essere rispettate le distanze e l’uso di dispositivi. “Prima di fare baldoria ci vorrà tempo, ci arriveremo per step”. è stato rimarcato ieri da Venezia, e cambierà il nostro modo di vivere e tutelare la nostra salute. Cinema, stadi, discoteche non è escluso possano rimanere chiusi per mesi e riaprire a fine anno mentre centri estetici, barbieri, parrucchieri potrebbero riprendere a lavorare con severe regole dal 25 maggio. Sempre in calo i ricoveri in ospedale, altre 20 persone dimesse, nelle 24 ore “solo” 3 ricoveri in terapia intensiva, nessuno nelle ultime 12 ore. Il numero di tamponi in Veneto ieri: 190.912, cresce il numero dei decessi, ieri altri 23. In aumento i positivi (+432) che portano il totale a 13.891 dal 21 febbraio, attualmente i positivi sono 10.713, decessi totali 852 e sale anche il numero dei negativizzati a 2326. In calo il numero delle persone in isolamento domiciliare 18.111. In calo il numero di pazienti in area critica (1445, ieri 33 in meno) e in terapia intensiva ci sono 251 pazienti (+3 nelle ultime 24 ore). A Belluno 79 persone in ospedale Sei pazienti in meno in ospedale area non critica (38) uno in più in terapia intensiva sempre al San Martino (9), Feltre 1 (invariato), all’ospedale di comunità 1 paziente in più (16) e stabile Agordo (15). Un solo caso di positività nelle 12 ore (4 da ieri), gli attualmente positivi sono 548 (-2), i decessi totali 35 (quelli ufficiali dentro e fuori dagli ospedali), 71 i negativizzati. Sono 1161 i bellunesi in isolamento domiciliare.