“PER COLPA DI QUALCUNO NON SI FA CREDITO A NESSUNO” ZAIA MINACCIA DI RIMETTERE LA REGOLA DEI 200 METRI “NON UN’INTIMADIZIONE, MA UNA PRESA D’ATTO”
Nelle case di riposo del bellunese sono morti 24 anziani, quattro solo ieri a Pedavena e Mel. Sono 97 gli ospiti contagiati (69 gli operatori), nessuno a Villa San Giuseppe a Livinallongo del Col di Lana. Voltago piange suor Leonella vittima del covid, morta a Parma. Donazioni: superati i 47 milioni di euro, un trevigiano rinuncia alla pensione da 713 euro che versa nelle casse della Regione per far fronte ai 100 milioni di spese per la sanità. La Regione impone la riapertura degli ecocentri, a Sedico la Valpe comunica che li riapre dal 18 e nell’Agordino? Per ora tutto tace.
di Mirko Mezzacasa
Governo e Regioni non vanno allo scontro solo perchè il momento impone di tenere i nervi saldi e guardare avanti, ma più avanti ne vedremo e sentiremo di tutti i colori. Palazzo Chigi detta i diktat, anzi questa è esclusiva del nuovo mezzo busto della televisione da prima serata, che sorride, impone, attacca le opposizioni nel posto sbagliato al momento sbagliato e le Regioni si muovono per conto proprio confermando che le politiche romane lasciano spesso a desiderare e non sono sempre condivise o concertate, dalle ordinanze alle proposte, come quella di togliere le “autonomie” sanitarie anche a chi ha dimostrato nel tempo di saperci fare, perché è un fatto che farsi curare in Veneto o comunque al Nord è un’altra cosa che finire in corsia al Sud. In Veneto dopo la scelta di togliere i famosi 200 metri (unità metrica chiara) è iniziata la giostra delle interpretazioni “Vi do 24 ore di tempo – ha detto ieri Zaia – ma se anche domani mi arrivano le foto che ho visto domenica con i parcheggi dei rifugi e delle spiagge pieni, allora rimettiamo la regola dei 200 metri”. Le associazioni di categoria sono in pressing sul Governo, ci sono imprese che necessitano di riaprire anche per far fronte alla scadenze, non ultime le tassazioni di inizio estate, i rinvii di qualche mese (come nel caso di quelle di marzo) hanno solo complicato una situazione già grave, l’imprenditore si troverà ad inizio estate senza liquidità e con un monte di debiti pregressi che si aggiungeranno alle nuove scadenze. Sui conti correnti delle partite iva non è arrivato un euro, fino ad oggi solo promesse e la panacea di prestiti tanto cari alle banche ma non certo a chi è già in difficoltà da inizio marzo. Prepariamoci dunque a rivedere Giuseppe Conte in televisione la nuova sede governativa, magari nel fine settimana, potrebbe annunciare nuove aperture – se i nuovi tecnici glielo concederanno – per allentare il lockdown, per far ripartire una macchina produttiva evitando che il grafico del prodotto interno lordo scenda ben sotto il meno 9% come da previsioni del Fondo monetario, alla faccia della ripresa di inizio anno che veniva stimata a gennaio attorno alle 0,5%. “Sono aperte il 30-40% delle aziende – ha insistito ieri Zaia – molti hanno alzato le serrande in virtù dei codici Ateco molti altri con deroghe e facendo leva sul silenzio assenso delle Prefetture. In Veneto il lockdown non esiste più, suggeriamo di guardare al di là della punta delle dita e prendere atto che non tutti sono a casa e fuori stanno trasportando il virus. Le aziende vanno riaperte con gradualità è ovvio che non possiamo aspettare l’ultimo contagiato, il nostro modello ci dice che gli ultimi ricoveri ci saranno a luglio. Ieri sera Azienda Zero ha diffuso un bollettino da brividi, 26 morti, ovvero 25 nelle aree critiche degli ospedali e 1 negli ospedali di Comunità (Vedalago) e nella tabelle non hanno trovato riscontro i 2 decessi dell’ospedale di Belluno che porterebbe il totale di giornata a 28. Nella notte la stessa Azienda Zero ha però spiegato che i morti non sono relativi alle ultime 24 ore ma anche dei giorni precedenti perché probabilmente ci sono stati dei problemi di caricamento sulla piattaforma nei giorni di festa. Nel totale dobbiamo comunque sommare 28 decessi più altri 6 nelle case di riposo. Tra le notizie positive il calo dei ricoveri ma non dei casi positivi, 82 anche ieri e il numero totale raggiunge i 14.514 dall’inizio dell’epidemia (10.741 gli attualmente positivi), 930 il totale dei deceduti (ospedali e case di riposo), 2843 i negativizzati. Alle 18 di ieri sera erano 17.931 le persone in isolamento domiciliare. Sono 1414 i ricoverati in area critica (6 in meno di lunedi sera) 218 in terapia intensiva (22 in meno rispetto alla sera di pasquetta), 1797 i dimessi. Ieri resi noti i numeri sulle case di riposo del Veneto dove da inizio epidemia ci sono stati 345 decessi, 15,7% è il tasso di mortalità (calcolato sui positivi tra gli 80 e gli 89 anni), ben inferiore a quello nazionale stimato sul 31,3% dal Sole 24 ore. All’analisi 302 strutture su 370 per un totale di oltre 33 mila ospiti e oltre 24 mila operatori. Nella Ulss 1 Dolomiti controllate 30 strutture, 2.456 ospiti, positivi al Covid 97 (4%, media regionale 6%), ricoverati per Coronavirus 23, sono deceduti 24. Operatori: nelle 30 strutture 2.195 controllati, positivi 69 (3% come la media regionale). Nelle case di riposo del bellunese sono dunque morti 24 anziani, il tasso di letalità tra gli ospiti 19,8% contro una media regionale è di 15,7%. Da Livinallongo ieri sera è arrivata invece una notizie confortante, l’esame dei test e dei tamponi ha confermato che tra le mura di Villa San Giuseppe non sono stati riscontrati casi di positività nè tra gli ospiti, nè tra gli operatori, significa che tutti si sono protetti e soprattutto i nostri nonni sono stati protetti. Nella Ulss1 Dolomiti nelle ultime 24 ore si sono aggiunti 22 positivi in più, in totale 710 dal 21 febbraio, attualmente positivi 591, 37 decessi (dato cumulativo), 82 negativizzati, 1059 in isolamento domiciliare. Nella notte del 13 aprile una paziente COVID positiva di 80anni , appena arrivata al Pronto Soccorso è deceduta. Nel pomeriggio è morto un paziente positivo di 72anni, ricoverato in Pneumologia. RICOVERATI, 2 pazienti in più rispetto a ieri mattina: San Martino 38 (0) Feltre 1 (0), Terapia intensiva 9 (0) Belluno Ospedale Comunità 16 (+2), Agordo 13 (0). Cortina vanta il triste record dei contagi, in quattro giorni se ne sono aggiunti altri 5, portando a 91 il numero di positivi al Covid-19. Le persone in quarantena (isolamento domiciliare) scendono dalle 64 di venerdì alle 45 di ieri (-19). “Sembra esserci un rallentamento della curva del contagi – ha scritto su facebook il sindaco Gianpietro Ghedina- voglio ringraziare i miei concittadini che anche in questo lungo weekend di Pasqua si sono dimostrati rispettosi delle regole e attenti al prossimo. Le strade vuote e silenziose di Cortina torneranno piene di vita”. Ieri Luxottica ha riaperto le porte, rientro lento, attività ridotte ma rimane il grande problema dei trasporti dove da sempre viene chiesta la massima sicurezza. E con gli econcentri come la mettiamo? C’è un’ordinanza regionale che impone la riapertura, a Sedico la Valpe annuncia che dal 18 aprile riapre l’ecocentro di Sedico e nell’Agordino? Per ora Valpe tace, nessun comunicato che sbandiera la riapertura ma logica impone che siamo tutti figli della stessa parrocchia, o almeno quando è il momento di pagare siamo parenti di primo grado e non cugini poveri, s’attendono presto novità.