di Gianni Santomaso
UN APOSTOLATO LUNGO E GENEROSO PER L’AGORDINO PADRE DE PELLEGRIN di RENATO BONA
di RENATO BONA
I recenti festeggiamenti per la fine dei lavori al santuario di Santa Maria delle Grazie di Rocca Pietore, provincia di Belluno, ad un anno di distanza dal disastro di “Vaia” che ha visto mobilitati anche i volontari della Protezione civile-Ana, di San Vendemiano, mi offrono il destro per ricordare la figura dell’agordino padre Fortunato De Pellegrin che da un paio di lustri collabora con il rettore padre Pietro Viscolani. Prima però torno rapidamente sulla preziosa opera svolta dai volontari che – parole di Viscolani – “sono stati meravigliosi, mi hanno commosso e la festa è stata una esperienza di autentica gioia condivisa”. Sul sito qdpnews.it del Quotidiano del Piave, il pubblicista bellunese Loris Robassa ha giustamente sottolineato che: “La loro solidarietà è proseguita concorrendo a liberare la cripta del santuario, sommersa e danneggiata da un metro e mezzo di fango ed acqua. Gli alpini della Protezione civile Ana di San Vendemiano, poi, hanno ‘adottato il santuario’ e hanno operato per ripristinare la cripta e alcuni locali con squadre di una quindicina di persone, ospitate dai frati, che sono salite per effettuare il recupero”. Alla festa, dopo la concelebrazione della messa, con le esecuzioni della Schola Cantorum di Alleghe, il caposquadra protezione civile Ana di San Vendemiano, Massimo Sanson, aveva sottolineato come il risultato raggiunto (risistemato la cripta, potenziato i punti luce, il locale dell’impianto del riscaldamento, il collegamento con la sacrestia ed il presbiterio, la sala parrocchiale attigua alla chiesa) “sia frutto e merito dell’operato gratuito di tanti volontari e anche di titolari d’azienda sanvendemianesi, che hanno messo a disposizione le loro competenze, i materiali, coinvolgendo anche i loro dipendenti”. Ed ha quindi donato ai frati un quadro con 4 fotografie: due del prima e due del dopo Vaia. Ed ora padre Fortunato De Pellegrin, al quale l’allora arcidiacono di Agordo, monsignor Giorgio Lise, in occasione del sessantesimo di sacerdozio (messa novella celebrata proprio nell’arcidiaconale di Santa Maria Nascente il 15 agosto del 1958) aveva dedicato un’intera pagina del periodico “Echi di Agordo”. Fortunato è nato il 5 luglio 1931 a Colvignas di Agordo; nell’agosto del 1944 era entrato nel seminario francescano di Lonigo in provincia di Vicenza, aveva emesso la professione solenne a San Michele in Isola, a Venezia, il 19 marzo del 1956 e dopo il terzo anno di teologia era stato ordinato sacerdote nella chiesa di San Bernardino a Verona. Messa Novella il 15 agosto appunto ad Agordo e l’anno seguente, concludeva teologia per partecipare poi ad un corso di formazione pastorale. Nell’autunno era stato assegnato al santuario di Santa Maria del Frassino di Peschiera del Garda come confessore e catechista. La svolta missionaria risale all’ottobre 1961 quando con la motonave “Asia” dopo 25 giorni di mare giunge ad Hong Kong da dove, dopo qualche settimana, raggiunge in aereo, 4 gennaio 1962, Manila, capitale delle Filippine. Ancora sull’ “apostolato lungo e generoso” descritto da Lise: De Pellegrin raggiunge una disagiata zona dell’estremo nord dell’isola di Luzon a oltre 500 chilometri da Manila, che l’arcivescovo di Tuguegarao aveva affidato a un manipolo di frati veneti espulsi dalla Cina di Mao. Si tratta di un esteso territorio comprendente 4 parrocchie: Buguey (dove fa la sua prima esperienza missionaria), S. Ana, S. Teresita e Gonzaga. Nel 1966 il frate agordino è eletto Superiore regolare della missione, incarico che terrà fino al 1971. Ad inizio del 1977 torna in Italia dove deve decidere se restare o trasferirsi in altra Missione. Dopo contatti personali con il vescovo di Bissau, opta per la missione in Guinea dove arriva il 4 gennaio 1978. Negli anni seguenti, dopo quella di Quinhamel svolgerà attività missionaria a Blom, Cumura e Bedanda, qui coadiuvato dalle Francescane di Cristo Re. Resosi conto che le sue energie non erano più in grado di sopportare il peso della missione, d’accordo coi superiori decide di tornare definitivamente in Italia dopo ben 27 anni di Guinea! E viene assegnato all’amatissima Diocesi di origine: Belluno, in particolare a Santa Maria delle Grazie.
NELLE FOTO (siti qdpnews.it, chiesabellunofeltre, riproduzioni da “Echi di Agordo”): un momento della cerimonia per il grazie ai volontari alpini di protezione civile di San Vendemiano; padre Fortunato in terra di missione; De Pellegrin con il quadro della chiesetta di San Rocco a Colvignas suo paese natale, opera di Natale Dal Molin e donatogli nel sessantesimo di sacerdozio; l’ex arcidiacono di Agordo, monsignor Giorgio Lise.
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