BELLUNO Il coordinamento provinciale del “Veneto che Vogliamo” esprime nuovamente la sua contrarietà alla realizzazione della pista da Bob di Cortina, appoggiando la raccolta firme promossa da associazioni ambientaliste e semplici cittadini lanciata sulla piattaforma Change.org (link qui https://chng.it/v9FCtyXq).
Come coordinamento riteniamo sia un’opera insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico. Considerando l’impatto ambientale, la realizzazione di quest’opera va a insistere su un territorio fragile sfregiandolo con una ennesima infrastruttura la quale inoltre necessita di un elevato consumo energetico per il suo normale funzionamento e nella sua gestione. Dal punto di vista economico riteniamo uno spreco l’utilizzo di soldi pubblici sia per il rifacimento dell’opera che per coprire i costi di esercizio, in quanto il ritorno in termini di benefici per il territorio bellunese sono limitati. La storia insegna? Non pare, basta vedere cosa è successo a Cesana Pariol dove la pista da bob, realizzata per le Olimpiadi torinesi 2006, di lì a qualche anno, nel 2011, ha chiuso l’attività, per l’insostenibilità dei costi di gestione. Ben altre sono le priorità di questa provincia su cui investire gli stimati 61 milioni di euro (a cui vanno aggiunti 400 mila € annui per copertura costi di esercizio). Si pensi ad esempio ad investimenti nella sanità pubblica e nei servizi essenziali, in modo tale che i soldi pubblici vadano a vantaggio di un’intera comunità che sta pian piano abbandonando la propria terra, invece che in una disciplina sportiva (che vanta 34 atleti), di cui si dubita la legittimità in tempi che dovrebbero essere invece di lotta ai cambiamenti climatici e lotta alle diseguaglianze. Il coordinamento provinciale del Veneto che Vogliamo è contrario ma prende atto che la politica dello Stato e della Regione vedono altrimenti. Allora non resta che annotare alcuni numeri sciorinati, con coraggio, dal presidente Zaia più volte nella descrizione delle Olimpiadi 2026 e di quest’opera in particolare: 0 consumo di suolo, 61 milioni di spesa, 2024 la fine dei lavori, 2046 la fine della vita utile dell’impianto. A noi cittadini contrari all’opera il compito di monitorare che i fatti questa volta corrispondano ai numeri, più che alle parole, del presidente Zaia.
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