Compie oggi, mercoledì 5 giugno 2019, qualcosa come 517 anni la chiesa che a Pieve di Forno di Zoldo in provincia di Belluno – dove è parroco don Paolo Arnoldo (n dr.) – è intitolata a San Floriano. Lo rammenta il settimanale “Domenica” della Diocesi di Belluno-Feltre diretto dal vescovo emerito mons. Giuseppe Andrich. La dedicazione avvenne infatti il 5 giugno del 1502. Nessuna celebrazione particolare è in programma perché a Pieve si festeggia il patrono, san Floriano appunto, visto che la chiesa cattolica lo venera come santo e ne fa memoria liturgica il 4 maggio. La libera agenzia Wikipedia rammenta che secondo la tradizione agiografica, Floriano, di cui si ignora la data di nascita e che mancò a Morch il 4 maggio 304, “era un soldato romano di stanza nel Norico, impegnato nella difesa del confine settentrionale dell’impero; in quanto cristiano subì il martirio sotto l’impero di Diocleziano (284-305)”. Ancora: “… saputo che a Lauriacum, oggi Lorch, un gruppo di 40 suoi correligionari era stato arrestato e condannato a morte, decise di raggiungerli e condividere la loro sorte… venne gettato nel fiume Anesius con una macina di pietra al collo ed il suo corpo raccolto dalla matrona Valeria e sepolto sul sito dove i vescovi di Passavia fecero erigere l’abbazia di Sankt Florian (Linz Land) che è oggi uno dei più celebri monumenti barocchi dell’Austria”. Da giovane – secondo la tradizione – Floriano estinse l’incendio di una casa con la preghiera mentre altri affermavano che spense il fuoco usando un solo secchio d’acqua e per questo è considerato, specialmente in Austria, il patrono dei pompieri. E’ molto popolare anche nel Triveneto e patrono dell’Alta Austria e della Polonia. Il sito Infodolomiti specifica che “Di origini antiche, il primo edificio sacro di San Floriano risale infatti al X secolo, la pievanale è la matrice di tutte le chiese della Valle di Zoldo… L’attuale struttura è frutto di numerosi rifacimenti e restauri e racchiude nell’insieme armonico e imponente varie interpretazioni culturali. La costruzione della torre campanaria risale al 1575, successivamente elevata nel 1670 con il bel pinnacolo realizzato da Zuanne De Luca, e nel 1584 l’intera struttura è interessata da una serie di interventi: il manto di copertura viene completamente rifatto impiegando più di settemila scandole e la facciata principale è affrescata, donando un volto ancora più attraente ed elegante. La cupola del campanile viene sfortunatamente colpita da un fulmine il 17 luglio 1835 e dunque ricostruita su progetto ed esecuzione di Giovanni Battista Pancera Besarel con la collaborazione di Antonio Talamini Pol da Fornesighe. Nel 1618 la torre campanaria viene fornita di una nuova campana, chiamata 1° Floriana, per volontà del pievano Giovanni Orzesio e la cui fusione avvenne, come da tradizione, a Forno di Zoldo sotto la loza (il portico della casa del capitano)… all’interno della chiesa trovano maestosamente spazio ben 5 altari dedicati allo Spirito Santo, alla Natività di Maria, a San Giovanni Battista, ai Santi Rocco e Sebastiano e a Santa Caterina d’Alessandria… conserva al suo interno una prestigiosa rassegna di opere d’arte, tra le più famose opere c’è il famoso Altare delle Anime, eseguito dallo scultore bellunese Andrea Brustolon… Al posto delle classiche colonne trovano collocazione due telamoni alti 128 cm, affiancati da scheletri e ossa che annunciano la morte incombente, mentre in alto la figura di Maria sorregge il Cristo morente. La pala, eseguita da Agostino Ridolfi, illustra l’Annunciazione e San Michele Arcangelo con le anime oranti nel purgatorio e si inserisce perfettamente nel contesto emotivo e drammatico dell’opera complessiva. Degni di nota anche due altari minori, l’uno dedicato alla “Discesa dello Spirito Santo” di autore ignoto, l’altro fornito di una bella tela raffigurante la Vergine del Carmine, San Rocco e i giuspatroni Zampolli, opera probabilmente attribuita a Francesco Frigimelica “il Vecchio”. Sulla parete sinistra dell’aula trova collocazione l’opera lignea di Giovanni Paolo Gamba Zampol, un pulpito in stile rococò arricchito da intagli e statue a tutto tondo. Nell’altare vicino si trova, invece, un’opera scultorea realizzata da Valentino Pancera Besarel (autore anche della statua dell’Assunta) e datata 3 ottobre 1897, raffigurante la Vergine del Rosario con il Bimbo mentre porge la corona ad un angioletto. Nell’abside merita un cenno la pala eseguita dal pittore veneziano Francesco Maggiotto, che illustra in basso San Floriano nell’atto di spegnere un incendio che sta danneggiando una chiesa, in alto l’Assunta sorretta da alcuni angioletti, di fronte alla quale si erge maestoso altar maggiore realizzato da Dante Moro, scultore di Falcade, che un tempo ospitava un bel flügelaltar.Nel 1812 la Chiesa acquisisce anche un prestigioso organo di Gaetano Callido, in uso tuttora”.
NELLE FOTO (Wikipedia e Tripadvisor-viaggiatoridisfabi): la facciata dell’edificio sacro di Pieve di Zoldo; la navata interna; opere di importanti artisti; l’organo; l’affresco di Leonhard von Brixen (1459) nella chiesa di St. Georg in Taisten.