DI RENATO BONA
BELLUNO Qualche mattina fa nel quotidiano “salto in centro” con mio figlio Marco, ho avuto l’opportunità di un singolare scatto fotografico: il Campanile della cattedrale-basilica di Piazza Duomo sovrastato da un insolito intreccio di scie, comparse al passaggio di aerei che avevano sorvolato “Belluno città splendente” lasciando quello che, fantasiosamente si potrebbe considerare un “omaggio speciale” alla torre alta 67,35, che nel luglio scorso ha compiuto 278 anni, essendo stata ultimata il 16 luglio 1743, era di martedì. Propongo qui con varie altre, anche d’epoca, l’immagine accennata e, confidando nella comprensione degli amici di Fb che mi leggono, preciso con questa breve parentesi personale che sono particolarmente legato al Campanile del Duomo perché, essendo stato fino all’età adulta parrocchiano e da ragazzino chierichetto sempre in corsa per il primato di presenze alla messa mattutina, nel sagrato tra chiesa e campanile ho trascorso ore felici giocando a pallone (spesso sbucciandomi le ginocchia a seguito di rovinose cadute sull’acciotolato) e qui è fra l’altro nata la mia vocazione per la professione giornalistica dato che, con gli amici, entrambi purtroppo scomparsi, Italo Salomon e Franco Prest, demmo vita al giornalino “Duomo flash” che riferiva su modesti fogli dattiloscritti delle nostre iniziative, dei giochi, degli impegni scolastici, dei propositi per le vacanze e di quelli per il nostro futuro… Dunque il Campanile del Duomo. Nel suo libro “Cento anni a Belluno. Notizie e curiosità dal XX secolo” Franco Sirena lo cita varie volte: il 12 giugno 1918 quando “furono tolte le campane dalla torre dello Juvarra e rotte per fonderle in nuovi cannoni. Anche la copertura dell’angelo in rame seguì la stessa sorte. Questa ultima asportazione creò notevoli danni per le susseguenti infiltrazioni d’acqua e ciò comportò notevoli lavori di restauro”; il 23 gennaio 1921 per la solenne cerimonia di inaugurazione delle nuove campane, con 7-8 mila persone; nel febbraio 1925 quando “si avvertono due scosse di terremoto ed un fulmine danneggia seriamente l’angelo del campanile del Duomo”; il 13 novembre 1934 perché “vengono calate le campane della cattedrale per portarle a Vittorio Veneto per una nuova fusione; saranno integrate con 176 chili di stagno onde renderle più argentine e peseranno nella nuova fusione 9,5 quintali più delle precedenti: il 26 e 27 tornano a Belluno e vengono benedette prima della nuova installazione; ancora; il 28 ottobre 1936, perché “Domenica mattina una forte scossa di terremoto colpisce Belluno. Diversi fabbricati vengono lesionati. I danni sono considerevoli e preoccupazioni si nutrono per la cupola del Duomo ove si sono aperte vecchie fessure, Il campanile che aveva patito danni ingenti a causa dell’asportazione del laminato di rame della cupola nel 1918, rilevò altri preoccupanti danni per il terremoto; l’angelo dovette essere completamente smontato e rifatto. Tre anni dopo si provvide ai necessari lavori di restauro della chiesa, oltre che del campanile”. Infine nel 1998: “Il giorno 11 di novembre, festa del Patrono della città (San Martino – ndr.), risuonarono le campane del Duomo dopo un lungo silenzio dovuto al completo restauro del campanile e risistemazione della cella campanaria”. Il ricercatore Vincenzo Caputo in “Curiosando per la città di Belluno” tra i frammenti d’arte locale del passato di cui è andato alla ricerca scrive a proposito del campanile che “i lavori per la costruzione del Campanile del Duomo si erano conclusi il 16 luglio del 1743… Per la sua costruzione vennero utilizzate sia le pietre della località di Belvedere che quella di Castellavazzo lavorata sia in cava che a Belluno. Su progetto di Filippo Iuvara, la prima pietra fu posta l’8 giugno 1732… Lo spazio antistante all’entrata del campanile con vista sul Piave, una volta era il cimitero delle donne”. Prodigo di notizie sulla storia del campanile è lo storico prof. Flavio Vizzuti nel suo catalogo del patrimonio storico-artistico intitolato “La cattedrale di Belluno” dove si può leggere fra l’altro che: “… La più grande impresa alla quale il benemerito prelato (il vescovo Gaetano Zuanelli, 1731-1736 – ndr.) lega il proprio nome è l’edificazione del campanile” tanto che: “predicando al suo popolo nel 13 aprile 1732, il giorno di Pasqua, propose inaspettatamente la gran fabbrica del Campanile con tanta energia e tant’arte, spirito… che appena terminata la predica accorsero a lui e Canonici e Nobili e Cittadini, e Mercanti a ringraziarlo della generosa risoluzione, offrendo con esultanza le loro spontanee retribuzioni pel corso del quinquennio nel quale il Vescovo s’era prefisso di condurre a termine la grand’opera”. Vizzutti specifica quindi che “Per un progetto così importante, monsignor Zuanelli contattò l’architetto di chiara fama. Filippo Juvara appunto, il quale inviò sollecitamente al presule la rielaborazione del progetto realizzato, verificato costruttivamente, riproporzionato e corretto del campanile del Duomo di Torino. Sostenuto dall’appoggio del clero e della popolazione di ogni ceto, il vescovo “fece quindi scavare una profonda fossa a mezzogiorno della cattedrale dove anticamente sorgeva la sacrestia; la sollecitudine e l’impegno profusi furono davvero notevoli tanto che il giorno 8 giugno 1732 egli poté solennemente benedire la prima pietra e predicare ad un immenso numero di fedeli accorsi anche dai paesi vicini”. Il 24 gennaio 1736, mancato il Vescovo, il Capitolo della Diocesi si assunse l’onere di riprendere e completare l’opera, impegno che sotto l’episcopato di Domenico Condulmer (1736-1747), si concluse, come accennato, il 16 luglio 1743 “con la posa delle scale interne, del castello per le campane ed il rivestimento della guglia sovrastata dal grande angelo che la tradizione vorrebbe derivato da un progetto di Andrea Brustolon (Belluno 1662-1732)”.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni da “Cento anni a Belluno” di Franco Sirena; “Belluno” di Piero Rossi e “La cattedrale di Belluno” di Flavio Vizzutti): l’“omaggio” degli aerei che sorvolavano Belluno al Campanile del Duomo per… il compleanno!; l’imponenza della torre campanaria; immagine d’epoca da Piazza Castello; panoramica di Belluno col campanile e i ponti; campanile e chiesa del Duomo visiti dal Piave; l’asportazione delle campane, non solo quelle del Duomo, purtroppo, da parte dell’invasore austriaco; soldati austriaci rapinano il rame dalla cuspide; classica immagine di Piazza Duomo con chiesa e campanile in primo piano; scorcio del sagrato del Duomo: le due “finestre di destra del portico erano una delle porte per le partite a calcio dei chierichetti, Renato Bona compreso; Francesco Monaco: il Campanile di Belluno di Alsarco Ganipace, dedicato al Consiglio dei Nobili della Città, Venezia 1738; particolare della testa dell’Angelo; dalla Piazza delle Erbe; ancora l’Angelo mentre cala la sera, Giovanni Feltrin, olio su tela: incendio dell’Angelo a seguito dei lavori del 1843.