di Renato Bona
Facciamo tappa nella pedemontana bellunese per ricordare – grazie all’ormai introvabile volume “La provincia di Belluno in regime fascista” che il vice prefetto Carlo Riva curò nell’aprile 1934 (stabilimento tipografico Panfilo Castaldi di Feltre) per conto della Regia Prefettura (a capo della quale all’epoca vi era Costanzo Gazzera) e della Federazione provinciale fascista – “L’attività svolta e opere compiute sotto il regime fascista dalle amministrazioni e dagli enti della provincia”. Riva spiegava (tutte le maiuscole sono opera sua… – ndr.) che “… il volume vede la luce nella data fatidica del XXI Aprile, Anno XII, Natale di Roma, Festa del Lavoro, con l’ambita approvazione di S.E. il Prefetto Capo della Provincia Comm. Dott. Costanzo Gazzera, che benevolmente ha voluto dettare la prefazione, e colla preziosa adesione del Segretario Federale On. Avv. Dino Gusatti Bonsembiante, il quale ha poi consacrato in felice sintesi il ricordo dei Gloriosi Martiri Fascisti Bellunesi ed il meraviglioso sviluppo oggi raggiunto dal Partito nella Provincia”. Dopo questa prosa ridondante, il prefetto Gazzera scriveva a sua volta, fra l’altro, che “La felice iniziativa del mio valoroso collaboratore, il Vice Prefetto Carlo Riva, di raccogliere dalle Amministrazioni pubbliche ed ordinare il materiale dimostrativo del lavoro compiuto, si è tradotta in un vivo documento di attività bene spesa, che è giusto riconoscimento di quanto è stato fatto e confortante certezza per l’opera futura”. Ed allora vediamole queste opere del regime. CESIOMAGGIORE. Nell’anno 1928 (VI dell’era): sistemata la presa d’acqua alla sorgente – da Corte – per l’acquedotto Cesio-Pez-Busche, con sostituzione di tubi di maggior diametro per un tratto di circa metri 500, con spesa di L. 8750. Anno 1930: ricostruzione del ponticello in legno in località Ave, sul torrente Caorame, con luce di 8 metri , ad unica travatura, spesa L. 6000; ricostruzione del ponticello Grei sulla strada Cesio-Feltre, in cemento armato, e rettifica stradale, L. 7200; sistemazione dell’acquedotto di Pullir con sostituzione parziale di tubi, L. 6000; strada Cesio-Feltre: allargamento e rettifica da Fianema a sotto Soranzen L. 3500; messa in piena efficienza di un locale ad uso Ambulatorio medico-chirurgico secondo le esigenze tecnico-sanitarie, L. 4500; sistemazione degli uffici municipali L. 5.200. Anno 1931: strada di accesso al cimitero di Pez, con relativa piantagione sui due bordi, lunghezza 200 metri, L. 2000; sistemazione Via Roma nel capoluogo, con costruzione di diversi canali di scarico, cunette e consolidamento stradale L. 7900. Anno 1932: costruzione dell’edificio scolastico del Capoluogo con 6 aule, sala per biblioteca e per direzione, impianto di riscaldamento centrale, impianto sanitario e luce nonché costruzione in pietra viva di pavimento in asfalto L. 267.000; Ponte di Umin sulla strada ex militare in Valle di Canzoi, a cavallo del torrente Caorame: ricostruzione in cemento armato ad unica arcata di 42,70 metri di luce, spesa di L. 71.016,05; acquedotto Cesio-Pez: sostituzione di conduttura con tubi di acciaio “tipo Mannesman, a bicchiere, incastrati e jutati”, degli Stabilimenti di Dalmine, L. 78.077,14. SANTA GIUSTINA BELLUNESE. Nell’anno 1923: edificio scolastico “Gian Vittore Mezzomo” in Cergnai, opera già deliberata ed iniziata nel 1922 per due aule: fu ampliata ed ultimata per quattro, con una spesa complessiva di L. 86.460; Monumento ai Caduti: la pregevole opera dell’architetto Alfarè è costituita da un basamento quadrato di pietra a gradinate su cui si eleva una colonna marmorea reggente un capitello ionico che sorregge un tripode votivo; è alta 15 metri e costò complessivamente 97 mila lire delle quali 26 mila di contributo del Comune e il resto offerto dalla popolazione. Anno 1925: diramazione dell’acquedotto principale per Formegan, Giardinetto, Gravazze, L. 57.300. Anno 1926: riattati 16 chilometri di strade comunali danneggiate da alluvioni, L. 45.640. Anno 1927: opere di difesa dell’abitato sul torrente Veses, spesa L. 53.900 cui per due terzi contribuì lo Stato. Anno 1928: nuove opere di difesa dell’abitato sul torrente Veses L. 16,.500 con concorso statale di 11.000; completamento dell’acquedotto con 22 chilometri di tubature e 55 fontane pubbliche, che aveva comportato una spesa complessiva di L. 1.100.000 si affrontò un costo di ulteriori L. 26.500 per la frazione di Salmenega. Anno 1929: impianto idrico per sei aule della scuola del capoluogo e gli uffici municipali: L. 10.800; riatto strade comunali di Salmenega, Castel S. Giorgio e S. Libera con costo di L. 15.000: il Comune contribuì con L. 3.999. Anno 1930: opere di completamento del fabbricato scolastico di Cergnai, L. 11.916. Anno 1931: lavatoi di Caslibago, Dussan e Cergnai L. 11.200 di cui un terzo a carico del Comune. Anno 1932; riatto della strada Salet e altre minori, spesa complessiva L. 8000 con concorso comunale per 1600. SAN GREGORIO NELLE ALPI. Nell’anno1924: prolungamento dell’acquedotto comunale dalla frazione di Muiach a quella di Velos ed all’abitato di Donce, diramazione idrica di 480 metri con tubi di acciaio e costruzione di due fontane, a servizio di un centinaio di abitanti, con spesa di L. 22.800 a totale carico del Comune. Anno 1925: sistemazione della Piazza del capoluogo con ampliamento e miglioramento del suo accesso stradale, spesa di L. 11.600 a carico delle casse comunali.
NELLE FOTO (Radio Più e riproduzioni dal libro “La provincia di Belluno in regime fascista): l’edificio scolastico di Cesiomaggiore; il ponte di Umin sul torrente Caorame; il fabbricato scolastico di Cergnai di Santa Giustina Bellunese; il Monumento ai Caduti e Palazzo Municipale di Santa Giustina Bellunese; un’immagine degli Anni Trenta di San Gregorio nelle Alpi durante una processione religiosa.