AGORDO Ormai da tempo l’ospedale di Agordo è libero dal virus covid_19, ma il reparto di chirurgia è ancora sbarrato e sullo stesso pendono le decisioni della Regione e delle relative schede. Perché l’attività chirurgica non riprende nonostante le lunghe liste di attesa? E cosa accadrà dopo il pensionamento del primario dottor Bertone? Gli agordini non vogliono sotto sezioni dipendenti da Belluno ma risposte chiare dal direttore generale Adriano Rasi Caldogno. Ci sono poi gli interrogativi sull’ortopedia che non funziona a pieno regime e la stagione turistica è ormai iniziata con relativo aumento di presenze in vallata. Il direttore ha un piano? E quale sarebbe questo piano? La lungodegenza continuerà ad esistere o sono previsti grandi cambiamenti? I comitati sono preoccupati che la “scusa” dell’epidemia non acceleri disegni che da tempo minacciano la vita sanitaria della montagna, come ad esempio il taglio dei posti letto o il cambio di nomi di alcuni reparti e che improvvisamente non diventino a pagamento. Chissà se gli amministratori già ci hanno pensato o ne hanno parlato con la direzione generale. I Comitati vogliono notizie e certezze, ma anche il ripristino delle attività stoppate così come la ristrutturazione del Pronto Soccorso che non avrà mai più il laboratorio analisi o altri servizi, una ristrutturazione possibile solo con i soldi dei Comuni, quelli di confine, perché la Ulss1 investirà solo una piccola parte, quindi i sindaci hanno la possibilità di fare la voce grossa al pari degli aderenti ai comitati e dei futuri pazienti del nosocomio agordino, anzi ancora di più perchè eletti per fare gli interessi delle comunità che sono le persone e non certo chi gestisce la sanità da uffici centrali o periferici, amministratori che un domani saranno ricordati e guardati per il loro operato in questo periodo dove saranno prese le decisioni che ricadranno sulle popolazione agordine.
DI GIANNI SANTOMASO