“Forse diamo per scontata l’abnegazione e l’impegno degli operatori sanitari”, inizia così la lettera inviata a RadioPiù da E.F. che al contrario ha parole di ringraziamento e incoraggiamento per il personale sanitario perché convinta che in situazioni difficili come in tempo di pandemia dunque prolungate, si debba sempre manifestare un segno di riconoscenza, per far sapere loro che non sono soli e non va dimenticato il loro costante impegno. Parole importanti, di ringraziamento, ma tra le righe si legge anche un profondo disagio per alcune modalità di gestione. Un riassunto di quanto accaduto in corsia che merita la considerazione della direzione generale della Ulss1.
Riceviamo e Pubblichiamo
Sono stata una paziente ricoverata dal 25 al 28 marzo nel reparto di Ortopedia dell’ ospedale di Feltre per un intervento chirurgico, ritengo doveroso, soprattutto in tempo di pandemia non ancora finita, porgere i miei ringraziamenti in primis al Dottor Di Fabio che mi ha operato, per la sua professionalità, dedizione ed umanità, ai medici del reparto che mi hanno visitata in questi tre giorni e soprattutto al personale infermieristico che con tanto impegno e amorevolezza si prende cura di noi malati, al di sopra, a volte delle proprie competenze. Purtroppo in questo mio periodo di ricovero una paziente della mia camera è risultata positiva e di conseguenza è stato avviato il protocollo Covid. Ho notato delle modalità nella gestione di questa situazione che non capisco e che mi hanno messo a disagio, per questo chiederò un incontro ai responsabili dell’Ulss Dolomiti per chiarimenti e per far presente le incongruenze che ho riscontrato e che non dipendono, secondo me, dal personale, ma dalle procedure applicate. Ho percepito l’ansia delle infermiere ed infermieri perché penso ritornassero con la memoria al periodo più buio della pandemia e per questo li voglio ringraziare ancora più calorosamente.
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