di Renato Bona
Trentuno vittime di cui 29 italiani (4 i bellunesi) per una slavina che si abbatté sul cantiere della imponente diga
Sabato 22 e domenica 23 viene solennemente celebrato l’ottantesimo anniversario di quella che è passata alla storia come “Tragedia di Izourt” vale a dire la tempesta di neve che, imperversando il 24 marzo dwl 1939 sul cantiere allestito per la costruzione della diga nella valle del Vicdessos, territorio del comune francese di Auzat, provocò la morte di 31 operai ventinove dei quali erano italiani. Il tributo bellunese a quest’ennesima sciagura fu di 4 vittime: Remigio Ferigo di Sedico, Giuseppe Martini di Vigo di Cadore, Primo Mondin di Quero e Lucindo Paniz di Santa Giustina. E’ in virtù della determinazione unitaria dei componenti l’associazione “Souviens-toi d’Yzourt-Ricordate” che è stato deciso – lo annuncia nel proprio sito telematico l’associazione Bellunesi nel Mondo, presieduta da Oscar De Bona – che è stato deciso di “rendere un solenne omaggio a coloro che rischiando le proprie vite, hanno contribuito alla produzione idroelettrica della valle”. Aggiungendo: “Con la partecipazione dell’Alliance Franco-Italienne de Midi-Pyrénées si è voluto mettere in opera le condizioni necessarie affinché questa tragedia non sia mai dimenticata e questo dovere della memoria apra le porte di un’autentica amicizia franco-italiana fra le reciproche regioni”. Dalla provincia di Belluno una comitiva del comune di Quero – Vas, interverrà con la “Corale Stramare”, mentre la Bellunesi nel Mondo sarà presente con il vice presidente Rino Budel ed i consiglieri Luisa Carniel e Massimo Tegner. Il programma delle iniziative contempla per sabato 22 giugno la deposizione di un mazzo di fiori e la solenne celebrazione di commemorazione sul luogo della tragedia, accompagnata dalle esecuzioni di complessi corali italiani; a seguire il pranzo a Vicdessos e, nel pomeriggio, la partecipazione alla messa nella chiesa di Auzat; dopo la cena partecipazione alla festa di San Giovanni che proseguirà l’indomani, domenica 23. Viene sottolineato che proprio in occasione della commemorazione saranno inaugurate a Vicdessos mostre fotografiche relative alla tragedia, alla storia della società di Mutuo Soccorso San Giovanni Battista e alla retrospettiva della vita nella vallata un secolo fa. Sul sito “bronsescoerte.blogspot” Lino Bonifaci ha postato, assieme ad una serie di immagini d’epoca, una ricostruzione dell’evento, che di seguito sintetizziamo. “Nella vallata sui Pirenei, cantone francese dell’Ariège , tra i paesi di Vicdessos e Auzat, al confine con il piccolo stato di Andorra, la società elettrica francese fece costruire la grande diga dell’Izourt a quota 1645 per sbarrare il percorso all’impetuoso Rau d’Artiéès, la cui sorgente sgorga a 2419 proprio sotto il Pic de Tristagne che misura 2878 metri. La maestosa diga dà origine ad un lago artificiale che contiene 7,25 milioni di metri cubi d’acqua… Agli operai francesi e italiani il compito di costruire la diga, la grande centrale idroelettrica, la lunga rete di tubazioni che in molti tratti corre in apposite gallerie scavate nella roccia… I lavori durarono all’incirca tre anni, tra il 1938 ed il 1940. Nei cinque cantieri lavoravano: 180 operai francesi, 107 italiani, 39 spagnoli, 18 di Andorra, 2 polacchi, uno svizzero e uno slavo. Il 23 marzo 1939 i lavori furono sospesi perchè una tempesta di neve si abbattè sulla zona costringendo gli operai a rifugiarsi nelle baracche costruite poco distanti dalla diga… Per tutta la notte la bufera imperversò tanto che il mattino seguente l’altezza della neve era di oltre due metri… una slavina si staccò dalle propaggini della montagna e si abbattè sulle baracche alcune delle quali sommerse da oltre dieci metri di neve.. . Le prime vittime iniziarono ad essere trovate già nella mattinata del 24… Cinque persone estratte ancora vive ma in gravissime condizioni furono trasportate all’ospedaletto di Pradières poi. altri morti trovati distesi nei letti…”.
NELLE FOTO (Google e Lino Bonifaci per bronsescoerte.blogspot): la diga; il cantiere; momenti della tragedia che provocò 31 vittime in terra francese di cui 29 italiani compresi 4 bellunesi.