BELLUNO «Dobbiamo tenere acceso il motore economico del nostro territorio, per ripartire con più forza quando l’emergenza sarà passata. E snellire le procedure: non esiste che dopo quattro anni dalla presentazione del piano per Cortina 2021 nessuna delle quattro varianti sia ancora in cantiere». È quanto afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che prova a guardare oltre l’emergenza sanitaria e a cogliere già il tema su cui far leva per la ripresa. «Se riusciamo a ricavare qualcosa di buono da questo stop imposto e dal coronavirus, deve essere la semplificazione delle procedure, dei modi e dei tempi delle opere, soprattutto di quelle infrastrutturali, necessarie a portare il nostro territorio fuori dall’isolamento. Di burocrazia e lungaggini si muore. Vaia insegna: la nostra provincia ha conosciuto la distruzione, ma con la nomina di un commissario e con procedure semplificate, sono partiti velocemente cantieri e ricostruzione, sono stati abbattuti i tempi d’intervento e la provincia di Belluno è ripartita nel giro di pochi mesi. Se non avessimo avuto il sistema commissariale, con ogni probabilità staremmo ancora aspettando di riaprire le strade e di togliere i detriti delle frane. Ecco, dovranno necessariamente esserci procedure semplificate anche dopo questa emergenza sanitaria, a cui seguirà una vera e propria emergenza economica. E in situazione di emergenza non si possono avere le stesse modalità di intervento delle situazioni normali; penso ad esempio al nuovo ospedale di Milano, realizzato in soli 15 giorni per far fronte al coronavirus; o all’acquedotto di Rocca Pietore, rimesso in funzione in appena 42 giorni dopo Vaia». «Non possiamo più permetterci di perdere quattro anni nei paludamenti delle procedure autorizzative, come sta succedendo sulle opere viarie per Cortina 2021 – sottolinea il presidente Padrin -. Altrimenti rischiamo uno shock economico e imprenditoriale dal quale non saremo in grado di rialzarci. Rischiamo di non ripartire più e di vedere desertificata la montagna. Non dimentichiamoci che dobbiamo fare i conti con lo spopolamento, un male che si combatte anche o soprattutto con il lavoro e con i collegamenti». Il presidente Padrin non nasconde le preoccupazioni per il momento presente. Ma è convinto che il territorio abbia un asso nella manica. «Con lo slittamento in avanti delle Olimpiadi di Tokyo, l’appuntamento mondiale di Cortina 2021 sarà il primo grande evento sportivo a livello planetario dopo l’uscita dalla pandemia: la nostra provincia sarà al centro del mondo per qualche giorno e abbiamo l’obbligo di farci trovare pronti, perché quel momento rappresenterà lo snodo del rilancio economico e turistico della nostra montagna e del nostro territorio; uno snodo che dovrà arrivare fino alle Olimpiadi 2026. Ecco perché abbiamo la necessità di creare fin da subito un grande piano di infrastrutturazione e di recupero del patrimonio edilizio esistente. E nel frattempo snellire le procedure. La nomina di un commissario straordinario può essere la maniera più semplice per assicurare celerità e insieme rispetto delle norme. Potrebbe benissimo essere di nomina regionale o prefettizia. Quello che conta è che si arrivi a superare gli stalli che abbiamo visto finora. Non c’è alternativa». «I cantieri che fin da ora possono ripartire, o che sono già ripartiti come i lavori sulla Alemagna all’altezza di Longarone, sono un piccolo grande segnale di normalità a cui tutti aspiriamo – conclude il presidente Padrin -. So che molti lavoratori e molte imprese vogliono tornare a lavorare, per essere parte attiva alla ripartenza del Paese e del nostro territorio: è doveroso e corretto che siano rispettate tutte le misure di sicurezza e tutela per la loro salute. Sono certo che la provincia di Belluno potrà essere una delle prima a ripartire, con il contributo di tutti».