BELLUNO Il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin esprime il suo pensiero sulla fase 2.
LA LETTERA
Gli ultimi due mesi sono stati difficili. Forse tra i più difficili che abbiamo dovuto affrontare nel nostro territorio dal dopoguerra a oggi. Ma finalmente ci avviamo verso la conclusione del primo segmento di quel percorso, doloroso e complicato, che ci porterà fuori dall’epidemia. Il che non vuol dire abbassare la guardia. Piuttosto significa che gradualmente e con coscienza, con la pazienza e la collaborazione che tutti i bellunesi hanno saputo dimostrare, potremo riprendere la strada verso la normale quotidianità.
Le settimane che ci lasciamo alle spalle hanno mostrato la sofferenza di chi ha contratto il virus e il dolore delle persone che hanno perso un parente, un famigliare, un amico. A loro va un pensiero speciale. Ma hanno rivelato anche la grande forza del nostro Paese, del Veneto e della nostra provincia. La tenacia di medici, infermieri e operatori sanitari, a cui va il nostro ringraziamento più grande e a cui dovremo pensare anche dopo la fine dell’epidemia, perché la salute è un valore assoluto che non possiamo e non dobbiamo mai più dare per scontato. Hanno rivelato la tenuta del sistema di Protezione Civile e l’impegno dei volontari, di tutte le associazioni e di tutti i gruppi che si sono messi a disposizione. Hanno mostrato l’importanza del lavoro delle Forze dell’Ordine, che hanno intensificato i controlli in maniera eccellente, per la sicurezza di tutti; e di questo non possiamo che ringraziare il prefetto di Belluno e la sua struttura. Ma un ringraziamento doveroso va rivolto anche alla Regione Veneto, sempre presente per un confronto costante. E permettetemi un ringraziamento speciale ai miei colleghi sindaci che sono sempre in prima linea; alcuni di loro stanno ancora vivendo giornate difficili, soprattutto quelli che hanno case di riposo nei loro territori. Grazie anche alle bellunesi e ai bellunesi, per la dignità con cui hanno affrontato la pandemia, usando comportamenti improntati sulla correttezza e sul rispetto delle regole, come testimoniano le poche sanzioni comminate.
Adesso entriamo in quella che viene definita “fase 2”, consapevoli che nulla sarà facile o scontato, perché il coronavirus e il blocco delle attività hanno cambiato profondamente e radicalmente la nostra quotidianità. Penso alle famiglie con bambini e ragazzi, che dovranno continuare a seguire le lezioni scolastiche a distanza; una modalità nuova a cui facciamo fatica ad abituarci, e che condizionerà anche i prossimi mesi, quando ci auguriamo di poter attivare in piena sicurezza i centri estivi. Penso al mondo della disabilità, che ha sofferto tantissimo il distanziamento sociale e continua ancora a soffrire. Penso al mondo del commercio, il più colpito dal lockdown e attualmente in difficoltà per adeguarsi alle necessità e ai dispositivi della lenta ripresa. Penso alle imprese, alle nostre industrie, che hanno dimostrato e stanno dimostrando tantissima professionalità nel sanificare i luoghi di lavoro e nel mettere a disposizione strumenti necessari per la tutela della salute. Per il lavoro, per l’economia, per noi tutti ora si apre una nuova fase, quella della ripartenza, che sappiamo non sarà rapida; penso ad esempio al mondo della cultura e dello spettacolo, ai teatri e ai cinema che saranno costretti a rimanere fermi ancora a lungo. Ma dobbiamo tenere duro, perché abbiamo un tessuto imprenditoriale forte e sano. Assieme ai sindacati e alle associazioni di categoria, che nelle ultime settimane hanno dovuto fare i conti con difficoltà inimmaginabili, con quello spirito di unità che rappresenta la base su cui fondare il percorso futuro, la Provincia si propone come catalizzatore di idee e progettualità che possano traghettare il Bellunese verso la rinascita.
Aspettiamo dal Governo e dagli organi preposti le modalità di intervento e le disposizioni per poter riaprire in tutta sicurezza, specialmente su alcuni settori come scuola e turismo, che sono primari. Ci aspetta l’organizzazione del trasporto pubblico locale, tema molto complesso sia nell’organizzazione del servizio sia nelle ricadute sociali per il nostro territorio. In questa fase, mi auguro che il Governo, con l’Europa, possa garantire il supporto economico funzionale alla ripartenza, accompagnato da quella semplificazione quanto mai necessaria nell’erogazione degli aiuti e delle risorse. I primi segnali positivi che stanno arrivando da Roma dovranno trovare concretezza sui territori, specialmente in quelli che negli ultimi anni sono diventati sempre più periferici.
Il sistema sanitario dovrà tenere botta. Ci aspettiamo che si trovi una cura per il coronavirus. Anche per poter rilanciare con maggiore facilità il turismo. La montagna è accogliente e sicura, come è stato detto anche da eminenti esperti. Adesso ha tanta voglia di ripartire. Abbiamo solo bisogno di certezze sui modi e i tempi, sui protocolli di sicurezza. E ovviamente di un po’ di benzina per far ripartire il motore. I bellunesi che nelle difficoltà sanno sempre reagire, sono sicuro ripartiranno, perché hanno innata la cultura del lavoro e del sacrificio, oltre che la passione di quello che fanno. Ho ricevuto un sacco di messaggi di gente che vuole tornare a lavorare. L’auspicio finale è che tutto possa finire il più presto possibile, per tornare alla normalità, quella che davamo per scontata fino a due mesi fa.