L’indice di vecchiaia, ossia il rapporto fra la popolazione over 65 e quella 0-14 anni è cresciuto moltissimo: a Belluno per gli uomini è passato da 140 del 2010 a 199,2 del 2020. Per le donne, da 222,3 del 2010 a 274,5 del 2020.
BELLUNO “Lo spopolamento della provincia di Belluno non fa altro che confermare un fenomeno noto e in crescita da anni, che va seriamente e rapidamente contrastato con azioni mirate che creino le condizioni per attrarre investimenti, non far emigrare i giovani” lo dice il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini perché dal 1951 al 2019 la provincia ha perso 35mila residenti. “Le scelte non sono più rimandabili: va attivato subito un tavolo permanente che coinvolga tutte le forze sociali, economiche e politiche del territorio nella progettazione della Belluno del futuro, da qui al 2050”, spiega il segretario generale. Le priorità per la Cisl rimangono lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e informatizzazione, l’individuazione di infrastrutture moderne e compatibili con l’ambiente che generino nuova competitività e attraggano investimenti. “Solo così – prosegue Paglini – si uscirà dall’isolamento, creando condizioni di maggior occupazione, di formazione, di non abbandono dei giovani e di recupero del patrimonio immobiliare. Ultimo e non ultimo le politiche attive per il lavoro e offerte formative e di riqualificazione”. Tra qualche settimana la Cisl inviterà tutti i Sindaci del bellunese ad una conferenza per presentare una ricerca dei ricercatori della Fondazione Corazzin Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron. Sarà un’occasione per aprire una discussione propedeutica a costruire il tavolo che tanto invocano tutti da anni. “Uno spazio di confronto attivo – conclude il Segretario – è più che mai necessario per delineare assieme nuovi scenari di sviluppo della provincia, con una visione di lungo termine, da oggi al 2050, che ponga al centro il lavoro e un modello di crescita non erosivo del patrimonio ambientale”.