“Nacque a Feltre. Fu medico e funzionario presso la Repubblica Veneta. La tradizione vuole che egli sia l’inventore dei caratteri mobili della stampa. Pare che l’invenzione fosse poi, da un suo alunno, rivelata al tedesco Giovanni Guttemberg di Magonza, il quale la perfezionò e la rese di uso pratico. Sembra pure che il Guttemberg fosse ospite di Castaldi a Feltre e che avesse carpito il segreto dei caratteri mobili durante la sua permanenza in detta città. Certo è comunque, che fu il primo Tipografo Italiano ed il primo stampatore di libri in Italia”. Così lo storico bellunese Giuseppe Fontana sintetizza nel suo libro “La provincia di Belluno” edito – che coincidenza! – nel settembre 1960 dallo stabilimento tipografico ‘P. Castaldi’ di Feltre – la figura di… Panfilo Castaldi! del quale indica (ma in proposito vi sono dubbi) le date di nascita: 1398, e di morte: 1497.
Più dettagliata la libera enciclopedia Wikipedia che nel proprio sito internet indica le due date: di nascita, a Feltre, nel 1430 circa e di morte a Zara nell’ottobre-novembre 1487. Ricorda quindi che Castaldi è stato medico e ‘maestro da libri dal stampo’ ovvero uno dei primi tipografi italiani. E di seguito: “… prese in moglie una donna veneziana, nipote di Marco Polo, la quale portò in dote, tra le altre cose, anche alcuni caratteri mobili di origine cinese: il celebre Polo li avrebbe portati con sé alla fine dei suoi viaggi descritti nel ‘Milione’. Alla metà del XV secolo si stava sperimentando anche in Italia, come nel resto d’Europa, l’utilizzo dei caratteri mobili in tipografia. Panfilo Castaldi si inserì in questa corrente in quanto cittadino della Serenissima Repubblica di Venezia, all’epoca nel pieno del suo splendore e centro europeo di traffici commerciali e di conoscenze”. Quanto alla sua attività oltre alla professione di medico, scrive: “… apprese l’arte della stampa a Venezia, presso Giovanni da Spira (1469), indi la portò a Milano dove giunge nel 1471. Nella città lombarda impiantò il primo torchio tipografico, da cui uscì il 3 agosto 1471 ‘De verbo rum significatu’ del grammatico romano Sesto Pompeo Festo. Tale opera è considerata il primo libro mai stampato da un tipografo italiano. Nello stesso anno impresse la ‘Cosmographia, sive de situ orbis’ di Pomponio Mela (25 settembre 1471). A causa delle disavventure capitategli (gli furono rubati i caratteri tipografici, poi il terzo libro da lui stampato, le ‘Epistulae ad familiares’ di Cicerone, in 300 copie, uscì con la firma di un certo Filippo Lavagna che gli usurpò il nome), l’anno seguente tornò a Venezia (1472) dove riprese ad esercitare la sua prima professione, quella di medico”. Wikipedia accenna quindi a Panfilo Castaldi nella storiografia, e nel sito si può leggere. “Storici locali di area feltrina come Antonio Dal Corno e, prima ancora, il francescano Antonio Cambruzzi, lo accreditano come il ‘vero’ inventore dei caratteri mobili per la stampa”. Conclude richiamando una proposta di legge che il 30 maggio 1997 il deputato bellunese Fabio Calzavara presentò, senza che fosse mai messa in votazione, per “istituire un comitato per le celebrazioni del sesto centenario della nascita di Panfilo Castaldi”. Nella relazione si precisava, sulla scia di Cambruzzi e Dal Corno che “sarebbe stato il primo inventore dei caratteri mobili per la stampa e avrebbe insegnato tale procedimento a Fausto Comesburgo (Johannes Fust), suo ospite a Feltre, che portò il procedimento nella sua città a Magonza”.
Veniamo al sito chieracostui-com che, precisato che nella città natale, Feltre, è eretta nella piazza Maggiore una statua che ricorda e celebra l’illustre concittadino, riporta a cura di ‘Edc’ quanto scritto sulle targhe del monumento: “Panfilo Castaldi, scopritore generoso dei caratteri mobili per la stampa tributo di onore tardissimo Italia porge”. E: “Gli operai tipografi di Milano alla città sorella questo pegno di affetto imperituro e di comuni glorie e speranze consacrano. III giugno MDCCCLXVI”, poi: Giovanni Fausto Comesburgo che prima compagno al Guttemberg qui la grande scoperta conobbe e in Magonza rese prodigiosamente feconda Italia e Germania fraternamente ricorderanno”; infine: “Te Feltre ospitale che nel MCCCXXCVIII nacque il creatore dell’arte tipografica la civiltà riconoscente acclami”.
Non possiamo, in conclusione di questa rivisitazione del personaggio Panfilo Castaldi, non citare il sito treccani.it/enciclopedia, almeno nella parte dove ripercorre i primi anni del nostro: “Nacque a Feltre intorno al 1430 da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà feltrina, i cui membri tuttavia esercitarono spesso le professioni liberali: il nonno Vittore era stato medico, il fratello Daniele fu notaio, un figlio di quest’ultimo sarebbe stato il noto giureconsulto e umanista Cornelio. L’11 gennaio del 1449 il Castaldi era già studente in arti a Padova dove ebbe probabilmente per maestri alcuni illustri rappresentanti della cultura accademica padovana del secolo: Gaetano da Thiene, Sigismondo Policastri, Matteolo da Perugia. Il 24 luglio 1451 conseguiva il dottorato in arti ricevendone le insegne da Gaetano da Thiene,. Proseguì poi, sempre a Padova, gli studi in medicina; era ancora studente quando il 6 giugno 1454 stipulava in contratto dotale per il matrimonio con Caterina Gallinetta figlia del grammatico Damiano da Pola: dalle nozze avvenute presumibilmente poco più tardi, nacquero almeno due figli che gli sopravvissero. Ottenne la laurea in medicina prima del 1457 perché in quell’anno viene definito ‘phisicus’ in un protocollo di notaio veneziano nel quale appare come procuratore del nonno paterno Vittore. Cominciò quindi la sua attività professionale il 21 settembre 1461: era medico stipendiato a Capodistria ma è probabile che la sua situazione professionale nella città istriana non lo soddisfacesse: tre anni più tardi concorse per lo stesso incarico a Belluno. Il Consiglio della città si riunì il 12 luglio 1464, su proposta del podestà Leonardo Contarini, per discutere la questione della nomina del nuovo medico; risultò eletto un certo Gregorio da Cesena e Castaldi fu secondo con 21 voti favorevoli e 26 contrari. Non sappiamo se continuasse la sua professione a Capodistria o si trasferisse altrove: il 28 febbraio 1446 era nuovamente a Feltre, ma probabilmente solo per avere la riconferma da parte del vicario del vescovo dell’investitura di alcuni feudi montani per sé e per il fratello Daniele; nell’agosto del 1469 era a Venezia”.
Resta da dire che Panfilo Castaldi morì a Zara nel novembre o nei primissimi giorni del dicembre 1487: infatti in un atto dell’8 di quel mese tra il figlio Leonardo e il genero Paolo Canal si cita il nome dei Castaldi: “olim et riuper medici phisici salariati in Jadra”.
NELLE FOTO (Renato Bona, Edc, Cecchin, Wikipedia): statua e medaglia di Panfilo Castaldi; Porta Imperiale o Porta Castaldi a Feltre; la tabella e la via col nome di Panfilo Castaldi nella zona bellunese di Baldenich; cartolina viaggiata del 1901; la Piazza Maggiore di Feltre ed il monumento a Castaldi.