di RENATO BONA
Dico la verità: non conoscevo Paride Basichetto ma, attratto da un nome, il suo, tanto impegnativo (secondo la libera enciclopedia Wikipedia, Paride, detto anche Alessandro o Paride Alessandro, è una figura della mitologia greca, figlio secondogenito di Priamo, re di Troia, e di Ecuba – ndr. ), mi sono incuriosito e così ho prima scoperto un bellunese doc con una bella famiglia, affezionato ed interessato alle persone, situazioni, cose della terra dove vive, impegnato nella cultura, nel sociale e perché il patrimonio di vita d’altri tempi sia conservato e tramandato come suole dirsi ai posteri. E poi sono diventato suo “Amico Fb”. Nato a Belluno il 5 ottobre 1981 dunque quarantenne fra qualche settimana, Paride dopo le medie ha frequentato la Scuola del legno di Sedico, paese dove abita con Denise ed i loro figlioletti: Aurora e Daniel “nella casa che ho sempre sognato, quella dei miei nonni materni, accanto a quella dei bisnonni materni dove fino al 2018 viveva mio ‘barba’ Mario Trevissoi con la famiglia, fratello di mio nonno”. Mi chiedi di ‘Sedico d’altri tempi”? “Presto spiegato: nel febbraio del 2018 per un malore il mio ‘barba’ ci lascia e crea un vuoto profondo per me che lo consideravo un nonno e che volentieri, finito il lavoro, andavo a salutare, anche per ascoltare le storie di famiglia, vicende dei bisnonni che non ho conosciuto…”. Ancora Paride, il quale tiene a precisare di sentirsi un nostalgico amante delle proprie radici: “Ho cercato con grande interesse foto di famiglia e in questa attività mi hanno dato una mano i cugini di mia mamma ; ma non bastava: ho voluto raggiungere i figli degli amici dei nonni ed ecco perché il 2 ottobre 2018 è nato il Gruppo-pagina “Sedico d’altri tempi” su Facebook. Da subito sono state postate immagini di Sedico ed ho scoperto un mondo che non conoscevo, vedevo tante persone a me care e ne leggevo entusiasta i commenti e sentivo di stare bene e prendevo atto che questo stato d’animo era anche di altri. La macchina era partita e goccia dopo goccia il contenitore si stava riempiendo. Determinando in me il desiderio-impegno di approfondire le situazioni. Così è stato per molti, ed oggi abbiamo raggiunto i 2.400 iscritti, risultato di una crescita che è avvenuta tra storia, aneddoti, momenti spensierati e dolorosi, si sono ritrovate persone amiche, siamo approdati in Brasile, Australia, Canada e nei paesi di mezza Europa”. E poi nasce la rivista “Sedico d’altri tempi”… “Sì, a Natale, io che non oso definirmi e non sono uno storico ma che sentivo e sento forte qualcosa dentro di me, decido che quell’autentico patrimonio di immagini deve essere archiviato e soprattutto salvato: sono orgogliosamente arrivato a quota 3.666! Troppo oneroso per diversi aspetti puntare su un libro, ho deciso una cosa più modesta ma mi auguro di uguale interesse generale: un qualcosa di periodico, di non impossibile realizzazione e con oneri sopportabili. Ricordato che lavoro come falegname e che mai avrei immaginato di essere a capo di una “impresa” di questo tipo, ho preso atto con enorme soddisfazione personale dell’ottima risposta da parte dei compaesani e non solo. Ecco dunque le prime due uscite con altrettanti ‘tuffi nel passato per far riemergere nel presente i ricordi’. La prima con copertina dedicata a “Toni Carlin una persona indimenticabile”, la seconda che riproduce in copertina una foto di “Raimondo Scremin il maestro”. Una cosa che Paride Basichetto vuole ribadire è che il tutto non ha scopo di lucro: “Non intendendo assolutamente guadagnare sulle foto delle persone, sulla loro intimità; ho pensato di usare parte del ricavato (la rivista è in vendita al prezzo di 5 euro, in diversi negozi di Sedico che volentieri hanno aderito all’iniziativa) per fare beneficenza nell’ambito del comune; provvederemo a riempire scatoloni di alimenti destinati alle persone bisognose”. Altro annuncio di Paride: “Una bella novità di questa settimana è data dal fatto che “Sedico d’altri tempi” è anche su Istagram perché voglio raggiungere i giovani. Dunque ogni giorno posto una foto con la relativa didascalia sempre perché sono sinceramente convinto che è importante e bello che vengano preservate le nostre radici. Da ultimo, il curatore della rivista tiene ad evidenziare che “grazie alla pagina ho conosciuto Gianni De Vecchi col quale collaboro con entusiasmo: una persona squisita che mi aiuta tantissimo. Altra conoscenza cui tengo in modo particolare quella di Francesca Mussoi, una signora dolcissima che definisco ‘un cuore che scrive’. E i tantissime altri, che considero tutti importanti per l’energia che mi trasmettono e mi carica in giusta misura per questa impresa”. Ed ora una rapida occhiata ai primi due numeri di “Sedico d’altri tempi” (per la cui pubblicazione hanno collaborato il Comune di Sedico, “Il Centrale”, “Cunika stampiamo di tutto”, “depoli & cometto studio grafico” e “Finblock porte finestre e arredamenti”): proprio Gianni De Vecchi, nel primo, rievoca la figura di Toni Carlin, nato e cresciuto a Landris fino all’età di 19 anni “Sicuramente una persona importante per Sedico, caratterizzandone per anni la vita: dotato di notevole inventiva, fantasia e senso pratico, riusciva a risolvere tanti problemi che la gente gli sottoponeva. Volitivo e con un carattere forte, sveva nella moglie Ida, autentica anima gemella, pacata e tranquilla, un faro sicuro. Era un piacere ascoltarlo perché prima o poi arrivava nel suo discorso la battuta fulminante… divenne insegnante degli allievi del corso strumentale-bandistico di Sedico inoltre per 40 annui insegnò pure teoria e solfeggio r armonia nella scuola Antonio Miari di Belluno. Ai suoi alunni (si calcola che abbia insegnato la musica a circa 700 allievi e che oltre 190 di essi siano entrati a suonare nella Banda…”. De Vecchi ha poi firmato sul secondo numero della rivista la rievocazione della figura di “Raimondo Scremin, il maestro” che insegnò nella scuola elementare fino al pensionamento avvenuto nel 1982, dopo quasi 40 anni di servizio. Fra l’altro fu una colonna portante della Schola Cantorum di Sedico dove cantò da tenore fin oltre i 90 anni di età. Persona riservata, nelle feste conviviali ci sorprendeva con le sue barzellette. Era anche un amabile conversatore. A lui ci si rivolgeva con deferenza e ancora oggi, per il rispetto e la stima goduti, è ricordato come il maestro Scremin”. E’ toccato a Francesca Mussoi richiamare “Sedico d’altro tempi” e lo ha fatto in modo egregio in particolare a nostro avviso nel passaggio dove scrive che:”La storia di Sedico e di tanti che me sono stati i pilastri,con le loro attività, le loro idee, il loro essere diventa patrimonio anche delle nuove generazioni che magari non conoscono molte sfumature del passato. Il passato abbraccio il presente e guarda al futuro ritrovando le radici. Il Web stavolta è stato un ottimo mezzo per raggiungere persone di tutte le età e di inglobarle in uno scopo comune: quello di tenere vivo il ricordo dei nostri genitori e dei nostri nonni e, perché no, anche di un passato più recente. Quindi il nostro”. Seguono 52 fotografie ed un disegno nel primo numero e cinquanta immagini nel secondo: vorremmo davvero poterle offrire tutte a chi ci legge qui ma lo spazio è tiranno e dobbiamo accontentarci noi e voi di una selezione. E del resto ci sono Paride Basichetto e collaboratori a proporle, una dopo l’altra, quotidianamente, col gruppo “Sedico d’altri tempi” su Internet! NELLE FOTO (riproduzioni dai due numeri di “Sedico d’altri tempi” e Facebook): le copertine della pubblicazione; l’ideatore anche della pagina Facebook, Paride Basichetto; Toni Carlin nella Piazza dei Martiri a Belluno impersona Gheddafi in un carnevale; maggio 1958: passeggiata nel centro di Sedico con la vecchia canonica e l’albergo Venezia (foto Valentina Losego); 2 febbraio 1949: matrimonio di Maria Manfroi ed Ernesto Piai (foto Diego Piai);Villa, primi anni ’40: la famiglia Tibolla alle prese con i lavori di routine (foto Neris Tibolla); 1935: Angelo Marcadent col figlio Piero (foto Luigi Marcadent); Roe 1948:tutte le classi (foto Fabrizio De Salvador); fimne anni ’60 una classe di Sedico col maestro Scremin; Gresal anni ‘50: bar “del Merican” (foto Annateresa Curtol); Peron anni ’60: scolaresca in posa (foto Mariangela Canzan); Mas 1930: durante la mietitura ci si concede uno scatto di gruppo (foto Luigi Fant); Sedico 1930: gli aderenti alla Sezione Combattenti in posa davanti alla vecchia chiesa parrocchiale (foto Paola Boni); Roe 1975: partita di calcio scapoli contro ammogliati, tra i protagonisti l’arbitro Viadenati, Mario Trevissoi, Aldo De Salvador, Ottavio Vanz, il bambino è Moreno Salvador (foto Massimo Vanz); Bolago 1941: Rugoletto Canzan fotografa la famiglia Lovat di Bolago, da sinistra: Ida che sposerà il maestro Scremin, Riccardo,l’unico maschio, che emigrato in Canada inventò la talpa meccanica per scavare i tunnel, Rina, Anna Maria, Antonietta e Gina, davanti la nonna materna Anna De Moliner e la mamma Domenica Sala (foto Cristina Candeago); Sedico primi anni ’50: da sinistra: Albino e Fortunato Pavei, Renzo Bonafè, Nella Bonafè con in braccio il piccolo Virgilio Pavei, Paola Cason, Renato Bonafè, Maria Probizer (foto Franco Bonafè); ancora Paride Basichetto con la famiglia.
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