VENEZIA “I continui tagli ai servizi sanitari mettono a rischio la vita delle persone. Bisogna invertire la tendenza, devono essere sospese e ripensate le schede ospedaliere per garantire una sanità adeguata, con più personale e maggiori risorse: le promesse di Zaia non bastano più. Il caso di sabato scorso nel Comelico è, purtroppo, l’ennesimo esempio”. Cosi il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso interviene sul caso di una donna residente nel Comelico, all’ottavo mese di gravidanza, che sabato ha subito il distacco della placenta ed è stata costretta a un’ora di ambulanza per raggiungere l’ospedale di Belluno per partorire con il cesareo, mentre il neonato è stato poi trasferito a Padova in Terapia intensiva. “Questo è il risultato delle politiche sanitarie della Lega in Veneto: l’ospedale più vicino è quello di Pieve di Cadore, ma da anni è senza punto nascite funzionante. Non può bastare l’elisoccorso, perché non è sempre disponibile. È inaccettabile dover fare oltre un’ora di viaggio per partorire, non possono esserci cittadini di serie B: tutti hanno diritto ai livelli essenziali di assistenza. Non ci si può occupare della montagna solo per fare passerelle sulla Marmolada per rivendicare i confini col Trentino. Da tempo chiediamo di sospendere le schede ospedaliere perché inadeguate, soprattutto per i territori marginali: quanto accaduto due giorni fa è un motivo in più per farlo”.
SANITÀ NEGATA, DA 20 ANNI LA REGIONE DISINVESTE
Lotto (PD): «Inaccettabili disparità di trattamento. Il diritto alla salute non è garantito in montagna»
BELLUNO «L’idea dei servizi sanitari aperti dal lunedì al venerdì nelle zone periferiche è lo specchio del diritto alla salute garantito ai bellunesi dalla Regione Veneto». La segretaria provinciale del Partito democratico, Monica Lotto, stigmatizza l’organizzazione dei servizi sanitari sul territorio caratterizzati negli ultimi 20 anni «da tagli di posti letto, privatizzazioni, riduzione dei finanziamenti e una sostanziale incapacità della Regione di rendere attrattivi i posti di lavoro del personale medico e sanitario in montagna. Quando a fine settembre del 2019 abbiamo denunciato lo smantellamento del servizio di ambulanza e primo soccorso in Comelico ci fu risposto con il dileggio e la popolazione fu rassicurata sull’imminente riattivazione della convenzione tra Ulss1 e Vigili del Fuoco. Ecco, vorrei che gli artefici di questo capolavoro avessero il coraggio di prendersi le responsabilità delle loro inazioni. Non tanto con noi, ma con tutte le persone che tenacemente, nonostante le politiche regionali, si ostinano a vivere in montagna. Rileviamo ancora una volta quanto inaccettabili disparità di trattamento pesino nelle scelte di investimento della giunta regionale».