Il Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici rende pubblica la protesta per le condizioni in cui versa la strada per il Passo Sella, chiusa dal 23 gennaio scorso con relative deviazioni anche fino a 100 chilometri in più da percorrere. Da una settimana la strada dal lato di Fassa è completamente libera dalla neve fino a 400 metri dal valico, le temute valanghe non sono scese, se non fino a bordo strada. Un scivolamento da pendio, per la sicurezza sarebbero sufficienti 100 metri di paravalanghe. Situazione difficile anche a Passo Fedaia, la strada lungo il lago è chiusa dal 4 dicembre mentre la salita da Pian Trevisan è stata richiusa dopo le ultime nevicate. I paravalanghe non insufficienti. E qui lo sfogo a supporto del malessere delle persone che vivono nelle aree rese inaccessibili dalla mancata apertura della strada o che hanno aziende in quell’area e devono raggiungerle. “Sembra – dice il comitato – che a nessuno interessi chi si trova per giorni isolato. Nessuno si è mai preoccupato di come vanno le cose sui passi. E questo si ripete anno dopo anno. Ma quest’anno ancora più a lungo perché non è urgente liberare la strada per i turisti che non ci sono”. Altro tasto dolente quello delle multe per chi cerca di raggiungere a piedi la propria azienda al passo Sella. “E’ ormai necessario un lasciapassare per arrivare alla propria abitazione o alla propria azienda?” Il Passo Sella è a cavallo del confine amministrativo delle due Province autonome di Trento e Bolzano, in quelle stesse Province dove in Val Gardena e in Val Badia le valanghe sono comunque scese e le strade liberate.