di RENATO BONA
E’ stranamente passato sotto silenzio un anniversario che riguardava il campanile del Duomo di Belluno. Infatti sabato 8 giugno scorso erano trascorsi 287 anni da quando – lo ricorda lo scomparso storico agordino prof. don Ferdinando Tamis nel suo pregevole “La Cattedrale di Belluno” – “l’8 giugno 1732, festa della Santissima Trinità, il vescovo Gaetano Zuanelli, davanti ad un’immensa folla, con cerimonia solenne poneva la prima pietra del campanile del Duomo di Belluno nelle profonde e vaste fondamenta, che ingoiarono in un mese circa duemila carri di sassi”. Il sito Infodolomiti a sua volta scrive: “…nel 1732 si pose la prima pietra di fondazione del magnifico campanile progettato dall’architetto Filippo Juvarra e fortemente voluto dal vescovo Gaetano Zuanelli. La costruzione terminò nel 1743 quando a coronamento della guglia, venne posizionato lo svettante angelo che la tradizione dice disegnato dallo scultore bellunese Andrea Brustolon, nato a pochi metri da lì in via Mezzaterra”. Quello dell’archiviostoricobellunofeltrecadore: “Tra i vescovi sepolti nella Cattedrale di Belluno, Valerio Rota (1663-1730), Gaetano Zuanelli (1673-1736), Domenico Condulmer (1683-1747), Giacomo Costa (1699-1755), Giambattista Sandi (1704-1785), Luigi Zuppani (1750-1841), Giovanni Renier (vescovo nel 1856-1871)”. Più dettagliato nel volume “La Cattedrale di Belluno catalogo del patrimonio storico artistico” il prof. Flavio Vizzutti richiama la figura e l’opera del vescovo Zuanelli ricordando che “… la più grande impresa alla quale il benemerito prelato lega il proprio nome è l’edificazione del campanile. Infatti, stando alla credibile narrazione del Della Lucia, lo Zuanelli ‘portatosi alla sua Diocesi si compiacque nel trovarvi il magnifico vaso della sua Cattedrale… ma siccome mancava il Campanile s’invogliò di esporsi alla difficile impresa di costruirlo. Predicando dunque al suo popolo nel 13 aprile 1732, il giorno di Pasqua propose inaspettatamente la gran fabbrica del Campanile con tanta energia, con tant’arte, spirito… che appena terminata la predica accorsero a lui e Canonici e Nobili e Cittadini, e Mercanti a ringraziarlo della generosa risoluzione offrendo con esultanza le loro spontanee retribuzioni per corso del quinquennio nel quale il Vescovo s’era prefisso di condurre a termine la grande opera’”. Ancora Vizzutti: “Ogni classe di persona andava a gara per contribuire alla nobile impresa… le generose offerte accrebbero il coraggio del Vescovo che tutto s’applicò al principio del gran lavoro. Per un progetto così importante Monsignor Zuanelli si rivolse ad un architetto di chiara fama qual era appunto, Filippo Juvarra; molto probabilmente i due si erano conosciuti a Torino dove il nostro prelato grandissima fama acquistò alla Corte ove Vittorio Amedeo di Savoia … dimostrò particolare predilezione per lo Zuanelli e gli diede l’onore di carteggiare più volte con lui’”. Con la morte dell’infaticabile prelato (24 gennaio 1736) il Capitolo si assunse l’onere di riprendere e completare l’opera, impegno peraltro quasi portato a termine l’anno seguente. Sotto l’episcopato di Domenico Condulmer (1736-1747) . precisamente il 16 luglio 1743 – si concluse definitivamente l’imponente lavoro con la posa delle scale interne del castello per le campane ed il rivestimento della guglia sovrastata dal grande angelo che la tradizione vorrebbe derivato da un o progetto di Andrea Brustolon (Belluno, 1662-1732)”.
NELLE FOTO (Renato Bona e riproduzioni dal libro di Flavio Vizzutti); il Campanile del Duomo di Belluno; particolare dell’Angelo sulla torre campanaria; targa che ricorda il vescovo Zuanelli all’interno della chiesa cattedrale.