DI RENATO BONA
Se il periodico “Domenica” della Diocesi di Belluno-Feltre (lo dirige il vescovo emerito mons. Giuseppe Andrich) ci ricorda che giovedì 30 maggio 2019 ricorre il centosessantunesimo anniversario della dedicazione della chiesa di San Biagio, a Calalzo di Cadore, dove è parroco don Angelo Balcon, il sito Infodolomiti spiega che “La Chiesa di San Biagio di Calalzo di Cadore si erge robusta al centro della cittadina, mostrando la propria vigorosa mole laddove un tempo risiedeva un piccola cappella”. Lo storico Marcello Rosina nella sua “Biografia di una parrocchia 1852-1992”, edito per la serie Quaderni calaltini dalla Tipografia Piave di Belluno nel marzo del 1993, precisa che “Demolita anche la chiesa consacrata nel 1515 perché quasi cadente e ora anche molto ristretta, fu fabbricata sul medesimo sito la chiesa attuale, su disegno degli ingegneri Gianluigi Pigazzi di Venezia, Osvaldo Palatini di Pieve e per le parti decorative di Giuseppe Segusini di Feltre”. Ancora: “nel settembre del 1847 fu benedetta e posta la prima pietra dall’arcidiacono Doriguzzi e in quell’autunno furono gettate le fondamenta. I lavori continuarono negli anni successivi ininterrottamente e furono ultimati soltanto nel 1852. Fu direttore il suddetto ing. Palatini; capomastro Angelo Del Favero Sobello di Cibiana e dopo di lui Giovanni Stufo di Calalzo”. Sempre Rosina che riprendeva una cronaca del parroco don Giovanni Masi pubblicata sul bollettino parrocchiale di ottobre-dicembre 1952 : “… Clero e popolo, come ricorda la lapide murata sopra la porta laterale, hanno portato il loro contributo… tutte le famiglie in nobile gara hanno portato il materiale occorrente: sassi, sabbia, calce, legname. Carri trainati da buoi, cavalli, carretti a mano, per 5 anni continui non hanno cessato di portare il materiale necessario alla costruzione. Le donne, una lode anche alle donne, c on le gerle, i sacchi, recarono dal Piave la sabbia fine per l’intonaco liscio”. Fu il vescovo Giovanni Renier il 3 giugno1858, a consacrare la chiesa “che è di stile corinzio. Ampi a e bella nell’armonia delle linee e nella proporzione delle pareti e venne a costare solamente 38.000 lire. E’ da rilevare il bel lavoro a stucchi nell’abside e nelle nicchie laterali”. Torniamo a Infodolomiti che sottolinea: “La Chiesa di San Biagio rappresenta un prezioso scrigno d’arte del quale le più importanti opere custodite sono ben otto dipinti di Orazio Vecellio, figlio dell’illustre pittore originario di Pieve di Cadore, il Tiziano. E ospita al suo interno un rilevante numero di pregiate opere d’arte eseguite da noti artisti locali”. Quanto alle opere d’arte, richiama l’attenzione sul presbiterio dove un altare marmoreo realizzato dalla ditta Zanette di Vittorio Veneto ospita due statue lignee raffiguranti S. Biagio e S. Floriano di Giuseppe Obletter. Meritano un cenno i dipinti murali di Giovanni Maria De Stefani, particolarmente interessante le Virtù teologali del coro, e i battenti di pala lignea realizzati da Orazio Vecellio raffiguranti San Pietro e Annunciazione, San Paolo e Natività di Gesù, San Vito e adorazione dei Magi, Sant’Antonio abate e circoncisione di Gesù. Si tratta di quattro tele dipinte su due lati che in origine decoravano l’antico altare a battenti flügenlaltar presente nella vecchia chiesa. All’interno della navata trovano spazio due altari minori, ospitati nelle due nicchie frontali che si aprono sulle pareti laterali. L’altare di sinistra, ligneo e dipinto, è stato realizzato da Stauder di Sesto e ospita una pala raffigurante la Madonna della Salute eseguita da Giovanni Battista Vicari e una statua lignea della Madonna con Bambino opera di Giuseppe Stuflesser. Dalla parte opposta un altro altare ospita un dipinto di Giovanni Battista Vicari: Madonna con Bambino, S. Sebastiano, S. Rocco e S. Antonio di Padova. Meritevole di nota anche una scultura lignea del Cristo deposto, di artista ignoto e risalente probabilmente al XVII secolo. Interessante il dipinto di Girolamo Moech riportato sul soffitto a padiglione, dove è illustrato San Biagio in gloria, una tempera del 1852”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Marcello Rosina e dal pieghevole edito nel 2002 per i 150 anni della Parrocchia): esterni ed interni della parrocchiale; l’altar maggiore; statua e medaglione di San Biagio; la Nascita di Gesù opera di Orazio Vecellio figlio d i Tiziano; la cappella voluta dal parroco don Giuseppe Eicher Clere e la targa che lo ricorda.