PERCHE’ LA PISTA CICLABILE LISTOLADE CENCENIGHE NON ESISTE PIU’
TAIBON In ogni riunione dove si parla di turismo è prioritaria la parola “ciclabile”, perché si voglia o no quello delle due ruote è un argomento di grande interesse per chi desidera passare uno o più giorni tra le Dolomiti e pretende servizi. La ciclabile è fondamentale, non a caso il progettone con capofila Rocca Pietore investe centinaia di migliaia d’euro in un lavoro che prima di Vaia era a buon punto. Se n’è parlato ad Alleghe dove è emerso con prepotenza che da Alleghe a Sottoguda il progetto ritorna nel cassetto così come una parte della Cencenighe-Alleghe. Della Cencenighe-Taibon manco una parola. Eppure è una strada di grande importanza, se vogliamo dirla tutta non solo per il turismo ma anche come strada di emergenza in caso di chiusura della 203 per sassi (che non è una novità), voragini sulla strada (leggi Morbiach) o incidenti mortali in galleria, l’ultima volta il tunnel è rimasto chiuso 8 ore. Per iniziare va detto che ciclabile non è mai stata, piuttosto strada interdetta a tutti i mezzi eccetto uomini e animali, perché i Comuni interessati (Taibon e Cencenighe) non se la sono mai presa in carico forse per questioni di responsabilità o per chissà quale altro motivo. Vaia ha spazzato via un centinaio di metri compresa la scogliera a difesa del Cordevole e muraglioni di contenimento, poi ci sono le varie frane scese qui e li. Ma 11 mesi dopo non è stato mosso un albero, nemmeno un sasso e la strada è interdetta, sbarrata con barriere di cemento. Rimane la strada a lato della galleria ma anche questa caratterizzata da frane, sassi e alberi in equilibrio instabile. Per qualche giorno è rimasta comunque sbarrata nel tentativo di fermare la mucca scappata al pastore che bivaccava tra il distributore di Morbiach e i prati sottostanti e i ciclisti si sono infilati in galleria della serie “il pericolo è il mio mestiere” visto che non erano nemmeno muniti di luci e catarifrangenti. Comunque è ufficialmente chiusa con tanto di sbarra a Listolade. Significa che in caso di emergenza (come ai Castei) l’Agordino è tagliato in due. Non è certo il gregge di pecore che spaventa, qualche chilometri di coda e il problema è risolto. L’emergenza spaventa! La paura di rimanere isolati costretti come nel 1995 a percorrere per settimane i passi Staulanza, Duran, Valles, Rolle, Cereda. Per capirlo meglio rispolveriamo la memoria con un servizio d’archivio del 1995 quando la Regione con Floriano Pra mise a disposizione 700 milioni di lire per il ripristino ella strada che corre lungo il greto del Cordevole, quella chiusa. Inoltre riproponiamo un servizio dei giorni di Vaia, tre filmati che mettono in evidenza in che condizioni era ed è quella strada.
DALL’ARCHIVIO DI RADIO PIU’, 1995 ANNO TERRIBILE PER LA VIABILITA’, DA QUI SI INIZIO’ A PARLARE DI GALLERIA NEL VENTRE DEL MONTE PELSA, LA STRADA PRINCIPALE OGGI PARASASSI E’ RIMASTA CHIUSA 10 ANNI, SI TRANSITAVA A LATO DEL CORDEVOLE
DALL’ ARCHIVIO DI RADIO PIU’ LA SITUAZIONE ATTUALE DELLA STRADA DUE VOLTE EX 203 AGORDINA, QUELLA CHE PERMETTEVA IL COLLEGAMENTO CON LA VALCORDEVOLE FINO AL 1966, PRIMA DELL’ALLUVIONE POI RIPRISTINATA NEL 1995 DIVENTANO VIABILITA’ PRINCIPALE PER 10 ANNI