AGORDO Segnalata la presenza della pericolosa pianta Panace di Mantegazza vicino agli uffici della Valpe a Polane. Il gruppo “Agordino dove rinascono le Dolomiti” ha avvisato sui social della presenza di numerose piante quasi in fioritura. Il sindaco Roberto Chissalè promette verifiche. L’ultimo avvistamento risale a due anni fa a Val di Zoldo.
DUE ANNI FA….
VAL DI ZOLDO Lo scorso anno ad Agordo, oggi a ridosso delle scuole medie in Val di Zoldo. E’ allarme panace di Mantegazza, è stata infatti segnalata la presenza di una pianta estremamente simile a quella che provoca gravi ustioni a chi viene in contatto con foglie e fiori. L’allarme lo ha lanciato alla popolazione, tramite social, il sindaco Camillo De Pellegrin. A questo proposito riproponiamo alcuni articoli pubblicati lo scorso anno per lo stesso allarme ad Agordo
DAL NOTIZIARIO DEL 28 LUGLIO 2021
DILLO A RADIO PIU’:
RADIO PIU’ Riceviamo e pubblichiamo una lettera arrivata in redazione
LA LETTERA
L’anno scorso avete pubblicato un articolo dove si dava l’allarme per una pianta “Panace di Mantegazza” : la Panace di Manategazza è una pianta di cui siero e polline causano ustioni alla pelle anche piuttosto gravi (addirittura cecità se toccano gli occhi). Grazie a quell’articolo e ad una consulenza del Comandante della stazione della forestale di Agordo ho individuato vicino all’orto di casa e nel prato del vicino alcuni esemplari, che sono stati estirpati con le dovute cautele. Così si è risolta la misteriosa malattia della pelle che per anni aveva portato un conoscente a curarsi più volte con antibiotici vari (le ustioni difatti poi degenerano in infezioni che si estendono). In questi giorni ho individuato altre piantine, ancora in via di crescita in vari luoghi a Veran, in genere sui bordi delle strade o in zone poco curate. Forse sarebbe meglio rinnovare l’allarme per gli abitanti (e non solo di Veran , visto che i semi possono diffondersi facilmente ovunque) magari pubblicando una foto. Allego una foto da internet: sono caratteristiche le foglie frastagliate, visto che ancora il fiore (per fortuna) non è ancora apparso. Non è una pianta locale, è stata importata come pianta ornamentale: classificata “la più pericolosa d’Europa”. Si deve estirpare possibilmente con tutta la sua lunga radice , indossando guanti e poi va gettata in un sacchetto nel secco (non nell’umido, perchè si potrebbe riprodurre). Quell’articolo è stato utilissimo . In caso per altre info si può chiedere ai forestali, sempre gentilissimi.
Lettera Firmata
ECCO L’ARTICOLO PUBBICATO LO SCORSO 1 AGOSTO 2019
Piante pericolose in Agordino, neanche la tempesta Vaia è riuscita a estirparle.
inviato da Ylenia Vassere
La Panace di Mantegazza (Heracleum Mantegazzianum, Hogweed in inglese) è un’ombrellifera che può raggiungere i 2.5-4 metri d’altezza nell’arco di una stagione vegetativa, le sue foglie hanno grandi dimensioni ( molto più grandi di quelle “simili” che normalmente troviamo nei nostri prati) , profondamente divise, con piccoli ricci di aculei.
Le infiorescenze, larghe anche mezzo metro, fioriscono in estate e le radici sono tenaci a tal punto che nemmeno Vaia è stata in grado di estirpare completamente e in alcuni luoghi , purtroppo, hanno fatto la loro ricomparsa anche quest’anno in Agordino. E’ una pianta originaria del Caucaso, introdotta dagli inglesi a scopo decorativo quando ancora non si era a conoscenza della sua pericolosità e rapidamente diffusasi lungo i corsi d’acqua di tutta Europa. E proprio lunghi i corsi d’acqua dell’Agordino già era stata avvistata tra Cencenighe e Listolade e segnalata ufficialmente gli scorsi anni (zona La Stanga lungo la Statale Agordina nel 2006). Si tratta di una pianta pericolosa, perché il contatto con i fiori crea uno stato infiammatorio (fitofotodermatite) caratterizzato da arrossamenti, rash cutanei e lesioni papulovescicolari anche persistenti ed è anche una pianta invasiva in grado di diffondersi velocemente e considerata una delle specie vegetali più dannose in Europa. Attualmente in Agordino sono presenti tre esemplari lungo il torrente Missiaga, zona Crostolin di Agordo e sono sopravvissute incredibilmente alla furia della tempesta di Ottobre 2018 che ha portato via metri di argine ma non è riuscita a scalfirne le radici che continuano a produrre piante e infiorescenze (vedi foto)