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BELLUNO Ieri e oggi la Rete degli Studenti Medi di Belluno ha organizzato un photomob per esprimere solidarietà allo studente del Liceo Pigafetta di Vicenza brutalmente aggredito da militanti di Azione Studentesca all’interno della sua scuola e per denunciare il clima di intimidazione che l’estrema destra sta portando nelle scuole di tutto il Paese.
L’aggressione avvenuta a Vicenza non è un episodio isolato: è l’ennesima dimostrazione di come gruppi neofascisti, con il consenso delle istituzioni, provino a trasformare le scuole in spazi di violenza e sopraffazione. Da mesi Azione Studentesca diffonde messaggi minacciosi, tappezza le città di simboli fascisti e cerca di intimidire chi si oppone alla loro propaganda reazionaria. Questi sono i metodi della gioventù di Fratelli d’Italia, il partito della premier Meloni, che da un lato finge di prendere le distanze da atti di violenza, ma dall’altro continua a legittimare e proteggere chi li compie. “Abbiamo deciso di mobilitarci con un photomob perché l’aggressione avvenuta a Vicenza ci riguarda tutti,” dichiara Alex Simiele, esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Medi di Belluno. “Non possiamo permettere che nelle scuole si diffonda la cultura della paura. La scuola deve essere un luogo sicuro, di confronto, di crescita critica. Per questo pretendiamo una presa di posizione chiara dalle istituzioni scolastiche e cittadine: nessuno spazio per il fascismo, nessuno spazio per la violenza. L’attacco di Vicenza è solo l’ultima dimostrazione di come l’estrema destra si senta legittimata ad agire impunemente, forte di un governo che criminalizza chi lotta per i diritti ma tace quando la violenza arriva dai propri militanti.” “Chiediamo con forza lo scioglimento di queste organizzazioni neofasciste,” aggiunge Erika Staka, esecutivo provinciale della Rete degli Studenti Belluno. “Da troppo tempo assistiamo a una pericolosa normalizzazione del fascismo nelle scuole e nelle strade. Azione Studentesca non è un semplice gruppo politico: è l’ennesimo braccio di un sistema che usa la repressione per soffocare il dissenso. Noi non staremo a guardare. Continueremo a mobilitarci, a denunciare e a difendere le scuole come spazi liberi da ogni forma di fascismo e violenza. L’antifascismo non è un’opinione, ma un valore fondante della nostra democrazia. Per questo oggi, con il nostro photomob, abbiamo ribadito che le scuole appartengono agli studenti, non al fascismo.”
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