Davanti al museo intitolato alla medaglia d’oro Agostino Piol (che nella lotta ai nazifascisti perse a Rivalta di Torino il padre e 3 fratelli)
“Comandante di una squadra in perlustrazione nell’interno di un abitato, attaccato di sorpresa da un plotone nemico, non esitava ad aprire il fuoco su di esso con un fucile mitragliatore, ingaggiando impari lotta a distanza ravvicinata. Visti cadere tre suoi compagni e costretto dalla pressione di elementi avversari, balzava in piedi e da solo si lanciava all’assalto costringendo l’avversario stesso a ripiegare ma nella fase della lotta, mortalmente colpito all’addome doveva alcuni giorni dopo purtroppo soccombere. Magnifica figura di patriota e di valorosissimo combattente della libertà. Rivalta di Torino, 5 ottobre 1944”. Quella che precede è la motivazione con la quale è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare al bellunese Agostino Piol, nato a Limana l’8 agosto 1924 e dunque deceduto all’età di soli venti anni. Al suo nome il Comune natale ha intitolato il museo-rifugio eretto a Pian de le Femene in territorio di Limana a ricordo di tanti caduti e dove domenica 18 , nel 74.anniversario della guerra di liberazione, si svolgerà una cerimonia che ricorderà i fatti d’armi. L’evento è patrocinato dai comuni di Vittorio Veneto, Revine Lago, Trichiana, dall’Anpi di Treviso e Belluno, dall’Associazione volontari della libertà, dall’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Belluno, dalla sezione Anpi “La Spasema” e dall’Anpi Vittorio Veneto divisione Nino Nannetti. Il programma della cerimonia, predisposto dal vice sindaco di Limana Edi Fontana: alle 10 ritrovo al valico di Pian de le Femene; alle 10,30 messa e posa di una corona d’alloro in memoria dei caduti; alle 11 saluto ai convenuti del sindaco di Limana; a seguire l’orazione ufficiale di Antonella Lorenzoni vice presidente provinciale dell’Anpi di Treviso; alle 12 possibilità di pranzo in loco. Nel primo pomeriggio musica col Coro di Casa dei Beni Comuni. Nell’occasione sarà possibile visitare la mostra fotografica sulla Resistenza allestita nell’edificio intitolato a Piol (costruito grazie al volontariato dell’Anpi di Belluno e Treviso e col concorso del Comune di Limana, ospita un museo e una mostra fotografica dedicati alla Resistenza sulle montagne del Veneto). Torniamo ad Agostino Piol per dire, con la libera enciclopedia Wikipedia che: “… Da giovane, con la famiglia si trasferì a Rivoli in provincia di Torino, e trovò lavoro come operaio calibrista. Celibe, nel 1943 fu arruolato come alpino nella Brigata “Exilles” nella seconda guerra mondiale. Dopo l’armistizio, Agostino entrò nella Resistenza e diventò comandante di battaglione, con il grado di tenente. Molti furono i lutti che funestarono la sua famiglia durante la guerra. Il 25 luglio 1943, alla caduta del fascismo, il fratello Severino stava festeggiando insieme ad altri giovani alla casa littoria, dove fu ucciso da un colpo di rivoltella dal custode. Alcuni mesi dopo, il fratello Vairo era morto a quindici anni per lo scoppio di una bomba a mano che aveva trovato. Il padre fu prelevato per rappresaglia, torturato, orribilmente straziato il 29 giugno del 1944 e gettato in una roggia tra Rivalta e Rivoli. Gli unici maschi rimasti della famiglia erano Agostino e il fratello Arduino, che per fuggire alla cattura da parte dei tedeschi si rifugiarono nelle montagne della Val Sangone. Gli venne affidato un battaglione della Brigata partigiana “Ferruccio Gallo”, che guidò in molte azioni contro il nemico. Nell’agosto del 1944, dopo la morte del padre, le Brigate nere di Rivoli incendiarono la casa dove si trovava la madre, che quindi fu costretta a scappare nelle montagne e a raggiungere i figli. Nell’ottobre di quello stesso anno, Agostino fu sorpreso con alcuni compagni presso l’abitato di Rivalta di Torino da una banda di repubblichini, che fecero fuoco uccidendo tre dei suoi compagni. Noncurante delle forze impari, Agostino ingaggiò lotta col nemico costringendolo a ripiegare. Gravemente ferito, riuscì a sfuggire alla cattura. Le ferite però gli furono fatali e morì all’ospedale di Giaveno tra le braccia della madre il 9 ottobre 1944. La madre, Brigida Piol (nata Zuccolotto a Vas l’11 aprile 1900 – ndr.), si ritrovò senza casa, marito e con il solo figlio Arduino, che fu ucciso dai tedeschi qualche mese dopo alla Sagra di San Michele. Ad Agostino e fratelli sono dedicati una delle vie centrali di Rivoli (precedentemente chiamata “Via Maestra”), una piazzetta di Limana e un rifugio-museo sul Pian de le Femene. Brigida Piol morì nel 2000 e ai suoi funerali parteciparono commossi centinaia di abitanti di Rivoli”. Il sito belluno.ana.it ricorda a sua volta: “Meccanico negli Stabilimenti “Giustina” di Torino, venne chiamato alle armi, non ancora ventenne, nel maggio 1943. Assegnato al btg. “Exilles” del 3° rgt. alp., prestò servizio al deposito ed ivi si trovava alla dichiarazione dell’armistizio. Sottrattosi alla cattura dei tedeschi, si rifugiò in montagna e datosi con entusiasmo alla lotta partigiana, entrò a far parte della 43° Div. autonoma “Sergio de Vitis”. Aggregato, poi alla Brig. “Ferruccio Gallo” con le funzioni di commissario di btg., fu nominato sergente. dal 1. ott. 1943 e tenente dal 1. genn. 1944. gravemente ferito il 5 ottobre dello stesso anno, decedeva quattro giorni dopo nell’ospedale di Giaveno. Altri due fratelli, anch’essi partigiani, caddero in combattimento in azioni successive. A sua volta il sito valsangoneluoghimemoria.altervista evidenzia come “La famiglia Piol, di oprigine bellunese,ha pagatpo untributgo altissimo alla guerra e alla Resistenza: il padre e quattro figli sono morti, lasciando Brigida Piol nel dolore più atroce, fino alla morte avvenuta nel 2000. Detto, con il sito lezercole.it che a proposito di Pian de le Femene scrive: “…E’ stato uno dei luoghi della Resistenza. Il 2 settembre 1944, nel corso della seconda guerra mondiale, presso l’altopiano si riunirono le brigate partigiane “Mazzini” e “Tolot”, le quali raggiunsero poi sul vicino monte Pezza le brigate “Piave”, “Mestre”, “Casagrande” e “Gandin”. A testimonianza di quegli eventi, presso la località si trovano un monumento alla Donna Partigiana di Pezzei e un museo intitolato a Agostino Piol”. Concludiamo richiamando il libro dello scomparso comandante partigiano Aldo Sirena “La memoria delle pietre. Lapidi e monumenti ai partigiani in provincia di Belluno” ricorda giustamente come il rifugio museo (inaugurato il 21 agosto 1994,sia intitolato alla medaglia d’oro al valor militare Agostino Piol e familiari, precisando: “… Con lui – Agostino – ndr. Vengono ricordati anche i familiari; il pdre Eliodoro ed i fratelli Severino, Arduino e Vario, anch’essi caduti. Il ricordo va anche all’eroica madre Brigida, che accanto ai suoi cari, che perdette uno ad uno, pur nel suo immenso dolore continuò la lotta nella formazione comandata dal figlio Agostino sino alla liberazione”.
NELLE FOTO (Corriere delle Alpi, Altervista, Ana Belluno): Agostino Augusto“Gusto” Piol, il manifesto con l’annuncio della cerimonia partigiana a Pian de le Femene, il monumento alla donna partigiana realizzato dallo scultore Gianni Pezzei di Livinallongo del Col di Lana; la cerimonia del 2018.