di RENATO BONA
Tutto nell’ultima parte del libro-guida di Ibrsc “Una giornata a Belluno” Si conclude con questo servizio la nostra osservazione di immagini e lettura delle relative didascalie del prezioso e forse anche per questo oggi introvabile libro-guida di 130 pagine “Una giornata a Belluno”, edito nel dicembre di 29 anni fa dall’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali che fra l’altro, in apertura, a proposito dei luoghi di cultura, sosteneva che “A testimonianza della vivacità culturale della Città non si potranno trascurare i numerosi Circoli: svolgono la loro attività nei più svariati campi: dai francobolli alla musica, dai funghi alla produzione dialettale, dall’arte alla storia locale. In pratica, tali Circoli, per parlare solo di quelli censiti dal Comune, sono ben una sessantina e tutti si rivolgono alla popolazione locale e agli ospiti con proposte numerose e intelligenti”. Prima di addentrarci nelle ultime “offerte” proposte nella pubblicazione, è doveroso ricordare quanti, in base alle specifiche competenze, hanno collaborato con Ibrsc: la padovana Bertoncello arti grafiche di Cittadella per la stampa; il gruppo di operatori culturali con Andrea Basile, Sandra Bardin, Mariagrazia Bortot, Federico Bressan, Sergio Sacco; Giorgio Ghe per le foto a colori, Gigetto De Bortoli; per quelle in bianco e nero; lo studio tecnico dell’architetto Roberto Reolon per la cartina topografica, la scuola di lingue Marco Polo per le traduzioni. L’ultima volta eravamo giunti a Palazzo Minerva, nella via Rialto. Pochi passi e siamo nella Piazzetta delle Erbe che anticamente era chiamata Piazza del Foro perché “costruita sull’antico forum romano, in cui si intrecciavano il cardo maximus (via Rialto e via Mezzaterra) e il cardo cumanus (via Catullo e via Valeriano). Ufficialmente è piazza delle Erbe, per il tipo di mercato che vi si svolge. Circondata da bei palazzi e cinta da portici alla veneziana, è complessivamente rinascimentale, piccola ma armoniosa, assai accogliente, con ambiente ideale per manifestazioni culturali e concerti nella buona stagione. Qui si trova anche il Monte di Pietà, edificio costruito nel 1531 con facciata su tre archi che prende luce da tre finestroni quadrati con inferriate sporgenti a maglia fitta. La facciata è ornata da figurazioni come Leone di San Marco e Pietà, e da stemmi di Podestà di Belluno. Nel sottoportico la porta che dà sulla chiesa della Madonna della Salute che custodisce opere di Andrea Brustolon. Breve spostamento e siano davanti al Portale in pietra “che regge un cancello in ferro e introduce in un cortiletto variamente caratterizzato da costruzioni eterogenee. Viene ricordato che Città e Provincia hanno dato i natali a numerosi artisti del ferro battuto: Caro Rizzarda a Feltre, Nino Vergerio a Lentiai, Candido Corriani a Ponte nelle Alpi, i De Biasio nell’Agordino. A lato del Portale ecco la Fontana del Seminario ex Fontana della Motta (originariamente si trovava vicino alla fortificazione omonima): tra le 9 di Belluno è quella più classica. Eretta nel 1561 reca una scritta in latino che spiega: “Il magnanimo Loredan, sensibile alle difficoltà della contrada Dojona, crea quest’opera. Vena novella, tu che zampilli rediviva dopo molto tempo, crescerai come un’onda per i futuri nipoti. 1561”. Tocca ora sostare per il Seminario Gregoriano la cui facciata è stata rifatta nel 1952 e che “nasconde dietro a sé il più antico e noto centro storico-architettonico-culturale della Città, unico sopravvissuto alle requisizioni e agli incameramenti”. Costruito a fine ‘300 contiene due cortili del ‘400 e del ‘500. Già convento dei francescani , allontanati nel 1806, appartiene alla Diocesi che vi ha insediato il Seminario intitolato a Papa Gregorio XVI, il liceo-ginnasio Alvise Lollino, la Biblioteca Gregoriana e la famosa Biblioteca Lolliniana. E siamo così giunti alla Chiesa di San Pietro, edificata nel 1750 al posto di quella del 1326, edificio barocco a unica navata. Accoglie le due pale lignee: Crocifissione e San Francesco Saverio, di Andrea Brustolon. Al centro dell’abside la tela di Sebastiano Ricci con la “Sacra conversazione con la Vergine, San Pietro e San Giovanni evangelista; di Schiavone le tele con San Pietro e San Paolo. Nella Cappella Fulcis la Decollazione di San Giovanni Battista e la Pesca miracolosa dell’obolo di San Pietro, pure del Ricci. Qualche decina di metri oltre, sorge la chiesa, ora sconsacrata di Santa Maria dei Battuti, ora proprietà dell’Archivio di Stato, che era stata edificata verso il 1330. La torre campanaria è del 1415. Avviandoci alla conclusione non possiamo trascurare Porta Rugo, costruita nel 1300 e ristrutturata nel 1622, dalla quale si usciva dalla città per recarsi nei borghi Pra e Piave. Il primo, unito alla Città con un ponte sull’Ardo, annovera palazzi e botteghe testimoni di una prosperosa vita del passato; il secondo, disposto sulla riva del Piave, era luogo dove attraccavano le zattere nel piccolo porticciolo. La chiesa è dedicata a San Nicolò, patrono di tutti coloro che percorrono mari e fiumi. Borgo Piave ha ripreso a vivere e a ornarsi come testimoniano, fra l’altro, le scalette di accesso. Un salto per ammirare lungo la strada provinciale della Sinistra Piave la chiesetta di San Pellegrino costruita nel 1532 e poi rimaneggiata; ora fa parte della Villa Buzzati. E torniamo in centro, chiudendo con la Statua di San Lucano a proposito della quale si può leggere: ”Le fontane antiche di Belluno hanno una cuspide tutte tendenti alla piramide o al cono anche quando portano una statua, come quella di Piazza del Mercato che rappresenta l’apostolo dei bellunesi ossia il vescovo san Lucano. La devozione dei cittadini per i Santi protettori è visibile anche in questi manufatti, auspicio di protezione e di benedizione dal Cielo”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro-guida “Una giornata a Belluno”): scorcio di Piazza delle Erbe; il Monte di Pietà; portale in pietra; Fontana del Seminario; facciata del Seminario Gregoriano; il chiostro piccolo all’interno; il chiostro grande e la chiesa di San Pietro; interno di San Pietro; ex chiesa di Santa Maria dei Battuti; Porta Rugo; scorcio di Borgo Pra; Scalette di Borgo Piave; chiesetta di San Pellegrino; San Lucano “l’apostolo dei bellunesi” in versione invernale.