“Piccolo scrigno d’arte”. Così il sito Infodolomiti definisce la chiesa di San Tomaso apostolo di San Tomaso Agordino (san Tomas in ladino) che secondo la libera enciclopedia Wikipedia è un comune sparso in quanto sede comunale nella frazione Celat, in provincia di Belluno, di poco più di seicento abitanti “santomasini”, posto fra le valli del Biois e del Cordevole. Una singolarità di San Tomaso è data dal fatto che oltre alla parrocchiale dedicata al Santo col nome del paese (ricorrenza patronale il 3 luglio) vi sono altre tre chiese minori da segnalare: “quella sacramentale dell’Assunta, ad Avoscan, quella dell’Annunciazione, a Pecol e quella dello Spirito Santo, a Ronch”. Sempre Infodolomiti spiega che “Il primo luogo di culto dedicato a San Tomaso Apostolo sembra esser esistito già nel XIII secolo in località Porziei sopra Celat, ma di questo primo edificio non si è trovata nessuna testimonianza architettonica. L’attuale chiesa si erge, invece, sul colle di Fradola in posizione dominante e panoramica all’interno del bel paesaggio delimitato dalle vette dolomitiche e dalla Val Biois e la prima testimonianza della sua esistenza risale al 1361, menzionata in un atto notarile”. La torre campanaria è stata realizzata verso la fine del ‘400, e nel corso degli anni il complesso è stato nuovamente oggetto di rinnovo e rifacimento. Tra il 1620 e il 1625 hanno luogo una serie di interventi di ampliamento: il coro viene abbattuto e l’aula diviene più ariosa, oltre alla costruzione di due altari minori; mentre nel 1747 il tempio viene arricchito con nuovi arredi e opere d’arte. Perché “piccolo scrigno d’arte”? Lo stesso sito spiega: “conserva alcune opere artistiche e artigianali degne di nota” e cita in proposito nell’altare minore di sinistra “l’unico pezzo originario giunto fino ai nostri giorni: l’alzata secentesca realizzata dalla bottega degli Auregne, che purtroppo non conserva più le sue statue e gli altorilievi a causa di un furto”. Quindi, sullo sfondo la bella pala di Angelo Cimador, dove i colori accesi trovano spazio armoniosamente all’interno del dipinto raffigurante la Vergine del Carmine in gloria con il Bimbo e, ai suoi piedi, i Santi Silvestro Papa, Gottardo, Giuseppe e Floriano. Sulle campate della parete di sinistra è possibile osservare alcuni frammenti di affreschi: nel registro inferiore sono illustrati i Santi Piero, Andrea e Giacomo, mentre in quello superiore è dipinta la “Resurrezione di Cristo” e nello sfondo un paesaggio nitido e dettagliato, opere attribuite al pittore Giovanni da Mel. L’altare maggiore risale al 1755 ed è firmato da “Batista”, un autore non identificato: il dossale dell’altare è interamente scolpito e decorato e ospita una pala secentesca realizzata da Frigimelica che raffigura in primo piano i Santi Margherita, Tomaso, Bartolomeo e una taumaturga e in basso la Vergine e il Bambino. Per il Comune, Alessia Costa ha postato sul sito dell’ente un sintetico ma pregevole servizio in cui ricorda che la prima chiesetta dedicata a S. Tomaso Apostolo sorgeva sopra l’attuale villaggio di Celat, capoluogo del comune (sede del municipio e della chiesa stessa): di essa non rimane alcuna traccia “ma alcune pergamene conservate nell’archivio parrocchiale testimoniano che esisteva già nel secolo XIII. Non si conosce la data di costruzione dell’attuale chiesa parrocchiale: il 1391 è il primo anno in cui compare in un documento: in quell’anno infatti fu riconciliata dopo una profanazione”. Ancora la Costa: “La struttura attuale della chiesa fu assunta nel 1740-44 dopo vari ampliamenti e restauri subiti nel corso dei secoli, come testimonia l’iscrizione a finta lapide sopra la porta laterale. Il rivestimento ligneo del coro è del 1763. Il campanile, eretto nel 1483 fu rialzato nel 1753. Fra gli elementi di spicco della chiesa si segnalano il battistero che risale probabilmente al 1584 e porta scolpiti lo stemma e le iniziali di Jacobus Salcis, arcidiacono. La tela dell’altare maggiore, di autore ignoto, che rappresenta l’Assunta e arieggia nella luminosità quella del Tiziano, pur non avendone il respiro”. Ricorda quindi che la chiesa possiede tre dipinti di Angelo Cimador, risalenti agli anni 1746-47: due collocati sugli altari laterali (del 1646, lavorati con pregevoli intagli). A sinistra è raffigurata la Vergine con angeli e santi; a destra i santi Antonio Abate, Francesco d’Assisi e Rocco; il terzo dipinto è sopra la porta principale, a destra, e rappresenta la Beata Vergine con angeli e santi ed è forse il migliore dei tre. La tela a sinistra sopra la porta principale, di autore ignoto, probabilmente settecentesco, rappresenta la Beata Vergine del Rosario con i santi Domenico, Caterina da Siena, Giovanni Battista e Pietro. Attorno, girano alcuni medaglioni con i misteri del rosario. Rammenta infine che “nel 1801 si costruì la Cantoria sopra l’ingresso principale per collocarvi, nel 1802, un pregevole organo di Gaetano Callido, restaurato nel 1999 ad opera della famiglia artigiana Fratelli Ruffatti di Padova”. E noi concludiamo questa “visita” alla chiesa di San Tomaso agordino ricordando che lo storico prof. Flavio Vizzutti nell’ottobre 2004 ha dato alle stampe con la bellunese tipografia Piave l’ottimo libro, di 159 pagine, “Chiese della Parrocchia di San Tomaso Agordino”, e con la notizia, riportata dal sito della Provincia di Belluno, che “La chiesa fu fondata nel 1361 e consacrata nel 1437. Essendo chiesa curaziale dal 1585, nel 1799 fu eretta in parrocchia. Nel 1748 fu rifatta ed ampliata”. E con Wikipedia che scrive fra l’altro: “I primi documenti che citano la chiesa di San Tomaso Apostolo sono datati 1361 e riguardano la riconciliazione di detta chiesa da parte di Francesco, vescovo Masticense. Fu nuovamente consacrata nel 1437. Nel 1748 fu ristrutturata ed ampliata. Al suo interno si trovano alcune pregevoli tele settecentesche di Angelo Cimador e gli affreschi più recenti di Arturo Favaro, artista di Mogliano Veneto che li realizzò nell’abside nel 1948. Alcuni anni fa, inoltre, sono stati scoperti altri affreschi durante i restauri delle pareti interne, risalenti ad epoca antica… La prima domenica di settembre si ricorda la posa della prima pietra della chiesa, con la tradizionale sagra paesana”. NELLE FOTO (Tripadvisor, Google, Luca P., sito del Comune di San Tomaso Agordino): panoramiche dell’antica chiesa di San Tomaso Apostolo a Celat; “Madonna e Bimbo in trono tra i confratelli battuti”, di Giovanni da Mel, nella sala delle opere parrocchiali; Altare maggiore con pala di Francesco Frigimelica “Il Vecchio”; Madonna del Carmine con Bimbo e Santi” di Cimador; copertina del libro di Flavio Vizzutti.