di RENATO BONA
Rileggo con autentica gioia il libro “Donne in prima linea” che la bellunese dott. Milena Caldart ha realizzato nel maggio 2014 (grafica e stampa Tipografia Sommavilla) con Alessandro Tarantola editore pure di Belluno, per raccontare di quelle che nel sottotitolo definisce “Testimoni dell’identità femminile veneta” e riferire su Bellunesi Vicentine Trevigiane dall’Annessione al Ventennio”. In questa occasione la scelta è caduta sul capitolo dedicato a: “Pierina Boranga. Educatrice e fondatrice della scuola Aristide Gabelli di Belluno”. Sotto il titolo una foto della Boranga (da “La lunga memoria” edizione Nuovi Sentieri di Bepi Pellegrinon) e di seguito l’illustrazione della benemerita attività da lei svolta, Nacque a Belluno nel 1891 in una umile famiglia, col padre custode del tribunale e la madre stiratrice che “la avviano al lavoro non appena terminata la scuola elementare, ma si rendono conto subito della sofferenza che le hanno provocato privandola dello studio. Riescono così a procurarsi i mezzi per farle proseguire gli studi”. Maestra in Cadore a soli 17 anni – scrive Milena Caldart – è costretta da vicende familiari a rientrare a Belluno dove farà l’insegnante alla scuola materna. Il 1. marzo 1927 vince il concorso ed è direttrice didattica delle elementari comunali bellunesi e fa il suo ingresso nella sede della direzione di Piazza Castello. Proveniva da Milano dove dal 1915 ha insegnato per due lustri alla Scuola Rinnovata fondata nel 1911 da Giuseppina Pizzigoni “ideatrice di un metodo che Boranga porterà nella nuova esperienza nella sua città”, Belluno appunto. Autrice per l’editore Innocenzo Vigliardi Paravia del suo primo libro “La natura e il fanciullo: I muri” con prefazione di Giuseppe Lombardo Radice, Direttore generale dell’Istruzione per le elementari, la Boranga inizia la sua attività di Direttrice didattica e, fra l’altro visita la scuola di Borgo Pra alla quale si affeziona subito e pensa di farla divenire una “mini Rinnovata” con l’istituzione di attività fino ad allora trascurate come lavoro, canto, recitazione, esperienze scientifiche, studio della natura. La sua proposta – sottolinea Caldart – è accolta, troverà attuazione dal successivo anno scolastico ma nell’immediato viene decisa l’istituzione del dopo scuola. La Boranga vede anche, nelle visite che compie, tanti bambini emarginati e umiliati “per l’incapacità di farsi comprendere, tanti figli di gente povera e indifesa ed il suo intervento talvolta dà sollievo, risolve situazioni di emarginazione, Talvolta i controlli nelle scuole sono spiacevoli e la nostra deve rilevare mancanze di ogni genere sicché segnala lavori da eseguire negli edifici per il loro risanamento. Lentamente le insegnanti cominciano a seguirla ed il suo lavoro resta comunque incessante e non privo di difficoltà ed anche amarezze. Non demorde e istituisce corsi per maestri, avvia la ricostruzione delle biblioteche scolastiche, si prodiga per la modifica ove possibile degli spazi interni dove istituire anche una sala sanitaria, gli spazi esterni devono prevedere l’area per un orto dove i ragazzi possano conoscere direttamente il ciclo della natura. Pian piano, in tutte le scuole sottoposte al suo controllo si avvia l’applicazione del “metodo Pizzigoni”. Pierina Boranga è nota per il suo personale grande impegno per il progetto di costruzione delle elementari del capoluogo. Il nuovo edificio, intitolato ad Aristide Gabelli (nato a pochi metri dal luogo dove sorgerà il nuovo complesso scolastico) e divulgatore di un metodo sperimentale di cui Giuseppina Pizzigoni era la più fedele interprete, sarà inaugurato il 28 ottobre 1934.Sempre nell’ambito del mondo scolastico, Pierina Boranga profuse notevole impegno in campo sociale, per la lotta e la prevenzione della tubercolosi nella scuola, dando vita, non senza difficoltà enormi, alla “Casa del sole”. A lei si deve anche, fra l’altro, la “Mostra delle piccole industrie artigianali” aperta nel 1931 nella sede dell’allora Circolo culturale Minerva, che fu esperienza fondamentale per dare vita, nell’ambito della Camera di commercio, alla “tessoria”,un laboratorio che nasce il17 aprile 1933 e sarà strumento prezioso per dare lavoro ad un buon numero di operaie. Cessa l’attività di direttrice didattica di Belluno nel 1935 quando è promossa Ispettrice ad Adria. Continua la produzione letteraria e nel 1956 riceve la medaglia d’oro quale benemerita della scuola, della cultura e dell’arte. Cessa di vivere il 17 giugno 1983. Belluno le ha dedicato la sala di Palazzo Crepadona sede della Biblioteca civica.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Milena Caldart “Donne in prima linea”): Pierina Boranga nel suo ufficio; alle “Gabelli” il giardiniere Nenz insegna a vangare; gli alunni incaricati dell’ordine e del lavoro nel giardino della Scuola alla riunione periodica; nell’aula di lavoro; la nuova aula della “Casa del sole”; foto di gruppo alla”Casa del sole”; il laboratorio di “tessoria” al suo inizio