LAMON Fra i personaggi poco noti di una provincia da scoprire proposti nell’ottimo lavoro degli storici bellunesi Paolo Conte e Marco Perale sotto il titolo “90 profili” (il libro è stato stampato a cura de L’Amico del Popolo nel 1999 dalla tipografia Piave), figura anche Pietro Marchioretto, di Lamon, “paesaggista tra ‘700 e ‘800”, figlio di Giovanni Maria e Francesca Fiorenza, nato il 16 giugno 1761, era di lunedì; la tubercolosi lo stroncò a Telve di Valsugana il 20 giugno 1828, era di sabato. Il paese natale, Lamon appunto, gli ha intitolato una via. In particolare, il suo conterraneo Paolo Conte, a conclusione di un impegnativo lavoro di ricerca protrattosi per ben quattro lustri, gli ha dedicato con la Libreria editrice Agorà un pregevole volume che ne propone la dettagliata biografia e le opere ma si occupa anche della formazione artistica, della sua attività pittorica, dei tentativi di incisioni realizzate da lui stesso. Racconta anche la tormentata collaborazione con il bassanese Zancon. E soprattutto presenta un ricco catalogo di opere. Ci sono i ventotto quadri di paesaggi e i cinque di figure che sono stati trovati proprio da Conte, sette addirittura quando il libro era ormai stato completato sicché si è dovuto rimettere mani al lavoro e di fatto rifare il libro. I quadri sono conservati presso collezionisti privati, mentre sei sono nel Castello del Buonconsiglio a Trento. Sessantuno sono le incisioni, quattro realizzate dallo stesso Marchioretto, che si trovano sia in collezioni private che in musei come il Correr di Venezia, a Bassano, a Padova e altrove. E poi ci sono i disegni, due quaderni sono conservati al museo di Innsbruck. Nella parte finale del libro, sono riprodotti i documenti, altrettanto importanti: le lettere, i manoscritti, gli atti che testimoniano la lunga e avventurosa vita di Marchioretto. Alla domanda se l’artista mantenne rapporti con Lamon, il paese dal quale era praticamente scappato a soli 13 anni, Conte spiega che “C’è una testimonianza di questi rapporti mantenuti, in una lettera in cui Marchioretto chiede i beni della madre. E c’è un’opera che quasi nessuno conosce, ospitata in un capitello di Lamon, dedicato alla Madonna di Caravaggio”. Prima di Conte sono stati davvero in pochi ad occuparsi di Marchioretto: Nicolò Rasmo nel 1943, Ignaz Mader che per primo parla delle incisioni e le pubblica, il lamonese Liberale Paganini che scoprì il vero anno di nascita, dopo che per decenni era stata indicata nel 1772, alcuni storici dell’arte tedeschi nei primi anni del Novecento, e Giorgio Lise, che lavorava al museo del Castello Sforzesco di Milano e che ne pubblicò per la prima volta i quadri. Il nostro ebbe una vita a dir poco avventurosa. Stando alla prima biografia, opera di Antonio Frigo, arciprete di Borgo Valsugana, scritta tra il 1812 e il 1814 quando l’artista era ancora in vita e viveva a Telve Valsugana, se ne andò di casa a 13 anni, dopo il terzo matrimonio del padre. A Bassano “dove ricopia e vende le immagini sacre tratte dalle stampe dell’editore Remondini”; a Ramon di Loria, vicino a Castelfranco Veneto, dove è a servizio di un contadino e viene notato per la sua abilità nel disegno dal nobile veneziano Pietro Civran che aveva alle sue dipendenze, come accadeva allora, un artista, il bellunese Giovan Battista Lazzarini, con il quale Marchioretto ebbe la sua prima vera formazione artistica. Poi a Venezia dove nel lavorava, forse come domestico, per Pietro Civran. E’ del 1797 l’incontro con il pittore goriziano Francesco Causig, suo secondo maestro. Di quegli anni anche quello con l’incisore Gaetano Zancon, con la pubblicazione a Venezia di dodici incisioni su rame, con dipinti di Marchioretto e incisioni di Zancon. Si trasferisce quindi a Verona e poi a Bressanone, per spostarsi poi in Valsugana e a Trento; intanto le sue opere vengono diffuse sotto forma di incisioni nel mondo tedesco. A Telve Valsugana, Marchioretto si stabilisce attorno al 1811, dopo il matrimonio con Elisabetta Franceschi.
NELLE FOTO (riproduzione dal libro “90 profili”; siti Corriere delle Alpi e abeBooks, Google): copertina del libro dedicato al conterraneo Marchioretto; lo storico bellunese di Lamon Paolo Conte, autore del volume; serie di opere realizzate dal paesaggista lamonese.