ANACLETO BORANGA CRITICA LE AFFERMAZIONI DEL CONSIGLIERE PINGITORE
BELLUNO Anacleto Boranga interviene in merito all’articolo del consigliere Pingitore sull’abbattimento degli alberi in piazzale Vittime di via Fani, precisando che nessun ambientalista critica la rimozione di alberi instabili se comprovata da perizie. Tuttavia, il problema è la mancata sostituzione degli alberi abbattuti, evidenziata dalla successiva asfaltatura dell’area. A Belluno, si registra un impoverimento del verde urbano, fondamentale per contrastare l’inquinamento. Le potature drastiche, spesso considerate innocue, indeboliscono le piante, riducendone la vita e aumentando i costi di gestione. È partita una raccolta firme per tutelare gli alberi in città.
Intervengo in merito all’articolo pubblicato dal consigliere comunale Pingitore sull’abbattimento degli alberi in piazzale Vittime di via Fani, precisando che nessun ambientalista intende criticare la soppressione di un albero quando ne venga verificata la sua instabilità, con un’adeguata perizia visiva e strumentale. La sicurezza delle persone deve considerarsi prioritaria rispetto alla vita di un albero diventato instabile. Il problema però in questo caso non riguarda l’abbattimento, bensì la sostituzione, che non pare essere prevista considerato che si è proceduto alla asfaltatura, con previo spargimento di sale, ove erano insediati gli alberi. A Belluno si verifica da anni un progressivo impoverimento del verde arboreo urbano, ma c’è chi sottolinea, come fa Pingitore, che di alberi ne abbiamo più che a sufficienza. E’ vero Belluno è circondata dai boschi e questo la impoverisce nella diversità, sia paesaggistica che biologica, ma è in città dove gli alberi non sono affatto abbondanti, e dove si concentrano gli inquinanti sia gassosi che in forma di particolati (polveri sottili) dovuti soprattutto al traffico automobilistico ed al riscaldamento invernale. Un albero maturo, è stato provato scientificamente, può filtrare, nei suoi paraggi, questi elementi nocivi per la salute dell’uomo, fino al 20%. Si calcola che in Italia, ogni anno, ci siano 90.000 morti precoci per l’inquinamento atmosferico. Quanto alle potature e capitozzature, cui si fa pure cenno nell’articolo pubblicato, c’è chi pensa che esse non siano deleterie per l’albero che le subisce, visto il riscoppio vegetativo che si manifesta pochi mesi dopo questi interventi In realtà la pianta, nel cercare di rimediare alla subita riduzione della chioma e quindi della produzione fotosintetica, deve fare disperatamente ricorso alle proprie riserve esistenti nelle radici e nel tronco sul quale si rendono attive delle gemme quiescenti. Ciò finisce con l’indebolire la pianta, accorciandone la vita e rendendola nel tempo instabile, comportando pure maggiori costi di gestione. Per questo motivo tali potature vengono sconsigliate dalla scienza agronomica e non ammesse dalle normative in materia di verde urbano (Decreto Min. Ambiente 10 marzo 2020). C’ è chi, e tra questi forse anche Pingitore, pensa che gli alberi nei centri abitati possono costituire un pericolo per la sicurezza e quindi la loro presenza non debba essere accresciuta, bensì ridotta. In qualsiasi ambito non si può mai parlare di messa in sicurezza con rischio zero. Visti i molteplici benefici della presenza degli alberi, per limitare i rischi, essi vanno costantemente curati e periodicamente controllati con adeguate perizie tecniche visive e strumentali e vanno evitate potature drastiche e capitozzature che li indeboliscono. Per la difesa ed il rispetto degli alberi a Belluno è partita, da qualche giorno, con ottimi riscontri, la raccolta di firme per una petizione rivolta al Consiglio Comunale di Belluno Ci sono recapiti in vari negozi e librerie e pure dei gazebo presenti a partire dal prossimo sabato mattina, in piazza dei Martiri e in piazzale Vittime di via Fani a Cavarzano.
Anacleto Boranga – membro del Direttivo di Italia Nostra – sezione di Belluno