Sono un medico specializzato in Pneumologia che ha avuto il privilegio di poter lavorare per tre anni presso l’Istituto Pio XII di Misurina, in provincia di Belluno. L’Istituto è l’unico in Europa situato a 1800 metri di altitudine che si occupa di riabilitazione respiratoria di bambini e ragazzi malati di asma bronchiale. Si trova incastonato tra le più belle cime dolomitiche.
Apprendo con amarezza la notizia che l’Istituto chiuderà con la fine dell’anno in corso. L’Istituto è stato un faro di riferimento per i malati e le loro famiglie, ma anche per un giovane medico come me, cresciuto con la prospettiva di un sistema sanitario ai limiti dello sfascio e dettato da ritmi sempre più veloci e disumani. A Misurina ho potuto prendermi cura del malato in un ambiente adatto e con i tempi adatti alla cura del malato; per me ha rappresentato un ideale di medicina moderna, di reale prevenzione di salute respiratoria. Alcune malattie hanno bisogno di rapidità di azione, altre, come l’asma, sono caratterizzate da due tempi, quelli rapidi nelle crisi e quelli lenti negli intervalli fra una crisi e l’altra. Sono i tempi necessari per l’introspezione da parte del paziente e della sua famiglia. I malati hanno bisogno di visite ripetute, approfondite, di allenamento fisico, di educazione alla salute, e di un porto sicuro in caso di difficoltà. Questo doppio passo è anche quello degli abitanti della montagna, ma della salute in montagna, anche quando questa è un’eccellenza europea, poco sembra importare alla politica, nemmeno quando il tema ambientale è diventato una priorità. Si è preferito privilegiare centri di cura in pianura, proprio quella pianura dove l’aria è malata e fa ammalare i bambini. Mando un abbraccio a tutte le famiglie che non potranno più accedere a questo servizio sanitario d’eccellenza. Io e miei colleghi “in trincea” abbiamo combattuto fino alla fine per difendere il diritto alla tutela della salute dei bambini malati di asma, e continuiamo a crederci, anzi, ora più di prima.
Cristina Avoscan