AGORDO Domenica 6 febbraio 2022 anche gli enti gestori delle piscine comunali di Longarone, Pedavena, Pieve di Cadore, Santa Giustina, oltre che quella comprensoriale di Agordo e quella privata di Pelos di Cadore in coordinamento con gli enti locali proprietari e la maggioranza degli impianti della regione del Veneto e nazionali aderiranno alla manifestazione nazionale “Domenica 6 febbraio piscina chiusa” sospendendo le attività nei propri impianti. L’iniziativa ha lo scopo di alzare un forte grido di allarme a tutte le istituzioni, in particolare al Governo Nazionale e alle Regioni sulla situazione drammatica in cui si trova l’intero comparto. Le risposte concrete presentate sono rimaste inascoltate a livello nazionale e regionale. A livello provinciale le amministrazioni locali proprietarie degli impianti della provincia di Belluno sono intervenute per quanto possibile a sostegno degli enti gestori delle piscine di loro proprietà, dimostrando comprensione del problema, ma i loro aiuti non sono sufficienti per risolvere il problema. La manifestazione ha lo scopo di sensibilizzare anche l’opinione pubblica sulla criticità della situazione. Gli enti gestori ringraziano sin d’ora i propri frequentatori per l’attenzione e si scusano per l’eventuale disagio
LA SPORTIVAMENTE BELLUNO APPOGGIA L’AZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE
BELLUNO “Caro bollette”: la Sportivamente Belluno appoggia l’azione di sensibilizzazione Dalle conseguenze della pandemia, con lunghi periodi di chiusura, ai mancati ristori, passando per il “caro bollette”: il comparto delle piscine è in ginocchio. E a lanciare l’allarme, a livello nazionale,è il Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori. Un allarme che sfocia in un atto dimostrativo di grande impatto: il coordinamento, infatti, propone di chiudere le piscine per domenica 6 febbraio. «I vari decreti ristori hanno garantito somme che non arrivano nemmeno al 5% dei ricavi annuali – spiegano dal Coordinamento – quando mediamente si sono registrate riduzioni di fatturato di oltre il 50, 60%. Somme che non bastano nemmeno a pagare un mese di utenze di luce, acqua e gas. E adesso, come se non bastasse, è arrivato il cosiddetto “caro bollette” con aumenti superiori al 50%. Dal canto suo, la Sportivamente Belluno appoggia senza riserve il pensiero delle Associazioni Gestori Impianti Natatori, ma aderirà all’azione di sensibilizzazione, evitando di chiudere la piscina. La Sportivamente Belluno, essendo la società pubblica del Comune di Belluno, gestisce diversi impianti nel capoluogo e per equità, dovrebbe chiudere pure lo Stadio polisportivo, il Palasport A. De Mas e la Spes Arena. Un simile provvedimento non è attuabile in questo momento, anche nel rispetto degli utenti che verrebbero privati ancora una volta di una serie di servizi importanti, servizi a cui hanno già dovuto rinunciare nel periodo delle restrizioni. La Sportivamente Belluno è in linea con tutte le richieste del Coordinamento: «Servono ristori, l’estensione dell’Ecobonus 110% agli impianti natatori e rispetto ai costi dell’energia, è indispensabile che il MISE annoveri le piscine negli aiuti previsti per gli impianti energivori»
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