BELLUNO Lo SPI CGIL parla del PIano Nazionale di Ripresa e Resilienza e lo fa facendo chiarezza e chiamando in causa gli enti locali che secondo la sigla sindacale non devono sprecare questa occasione.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come ormai sappiamo tutti. si articola su 6 missioni. Le risorse complessive sono tante, 235 miliardi di cui 87 a disposizione degli enti locali e regioni. I ministeri interessati emanano i bandi rivolti agli enti locali i quali, per poter accedere ai finanziamenti, devono presentare i progetti secondo i criteri previsti. Nella fase di costruzione di un convegno sulle opportunità che vengono offerte agli enti locali dal PNRR abbiamo visto il decreto che assegna i finanziamenti . Il MIMS (Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili) ha infatti recentemente emanato un decreto col quale si sono assegnati i finanziamenti, per un valore di 2,8 miliardi, ai soggetti deputati a presentare proposte, tra cui i comuni capoluoghi di provincia, che avevano inviato i progetti rispetto al Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PinQua) afferente alla rigenerazione urbana relativa alla missione 5 del PNRR. Gli interventi previsti sono finalizzati a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie, il tutto in una logica di inclusione sociale utilizzando il patrimonio esistente evitando ulteriore consumo di suolo. Degli oltre 290 progetti pervenuti all’Alta Commissione, che ha il compito di valutare la rispondenza dei progetti rispetto ai criteri definiti e assegnare un punteggio, 159 sono stati selezionati e ammessi al finanziamento. Tra questi abbiamo visto nella nostra regione i comuni di Rovigo, Padova, Venezia, Treviso con 15 milioni di euro a testa la Regione Veneto 15 milioni e Verona con ben 30 milioni. Il comune di Belluno, pur avendo presentato alcuni progetti, non rientra tra quelli ammessi ora al finanziamento. I progetti bellunesi, infatti, risultano essere tra quelli ammissibili ma con riserva. Nella lista dei 112 progetti ammissibili ma con riserva vediamo che quelli del nostro comune capoluogo risultano essere al 17°, 44° e 54° posto. Non esattamente tra i primissimi. Al momento quindi Belluno risulta fuori dalla graduatoria rischiando di perdere una occasione di rilancio del territorio. Vorremmo che i progetti presentati dai comuni capoluogo di provincia siti in montagna siano presi in considerazione come gli altri territori Per questo cercheremo di verificare e chiedere a livello nazionale la possibilità di ampliare il fondo in questione con una ulteriore integrazione economica al fine di poter finanziare i progetti. Attiveremo le nostre strutture nazionali in modo che interessino il ministero, ma anche il ministro dell’economia Daniele Franco, riconoscendo alla montagna la possibilità di essere protagonista. Il 12 di Novembre al convegno organizzato dallo Spi Cgil di Belluno ci sarà modo di discutere di tutto questo sapendo però che la capacità di progettazione passa anche attraverso un sistema di aggregazione degli enti piu piccoli per le competenze che sempre più si rendono indispensabili.
Maria Rita Gentilin – Segretaria generale SPI CGIL Belluno
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