di Renato Bona
A Fonzaso: illuminazione, scuole, acquedotto, cimitero di Arten, arginature Sperando di fare cosa gradita all’amico di lunga data Loris Scopel, noto ed apprezzato anche come pubblico amministratore, e proseguendo il “viaggio” nei comuni bellunesi per richiamare le opere compiute sotto il regime fascista dalle amministrazioni e dagli enti della Provincia, mi dedico nella circostanza a Seren del Grappa e Fonzaso. Lo faccio guidato dal libro edito nell’aprile del 1934, anno XII dell’era fascista, dallo stabilimento tipografico Panfilo Castaldi di Feltre in occasione della celebrazione del primo decennale del governo fascista. “Allorché – come annotava il curatore del prezioso volume, il vice prefetto di Belluno, Carlo Riva – fu una gara fra tutti gli enti e istituti pubblici e privati per fare, con relazioni, statistiche, grafici eccetera la dimostrazione di quello che ciascuno nella propria sfera di azione aveva saputo fare, operare, ordinare nei dieci anni decorsi sotto l’insegna del fascismo, seguendo le direttive del Duce della nuova Italia… ed avevano trasformato il volto di questa zona, incantevole per bellezze della natura, ma che aveva conosciuto le orrende distruzioni della Grande guerra – combattuta sui suoi monti, dalle Tofane al Grappa, e sul sacro Piave – che aveva conosciuto le dolorose vicende dell’invasione nemica, ed i tristi effetti della disorganizzazione di tutti i pubblici servizi nei tempi della demagogia rossa…”. COMUNE DI SEREN DEL GRAPPA. Nell’anno 1925 fu realizzato il Ponte di Caupo, in cemento armato, a tre luci di venti metri l’una, con travatura orizzontale che regge l’impalcato con una ringhiera in ferro. L’impalcato – si legge – ha una zona carreggiabile di quattro metri ed il ponte attraversante il torrente Stizzon unisce la frazione di Caupo al capoluogo e restante territorio comunale. L’opera venne a costare 280 mila lire. Nel 1928 fu la volta della Strada Val dei Frassen, una mulattiera della larghezza di due metri e mezzo costruita tutta a nuovo da Val dei Frassen (fondovalle di Seren) a Col de la Fontana, con un percorso di un chilometro e mezzo, pendenza media del 12 per cento, che va a congiungersi con la vecchia mulattiera che conduce alle malghe comunali delle Bocchette nella zona del Monte Grappa. Il costo sostenuto fu di 43 mila 590 lire. Nello stesso anno l’ultimo intervento riportato nel libro: la Strada Seren-Valle. Eccone la descrizione: “Avendo le alluvioni dell’anno 1928, asportato un tratto di strada comunale che mette in comunicazione il capoluogo con la frazione di Valle, venne ripristinata la strada medesima, difendendola con arginatura in cemento armato, lungo la sponda destra del torrente Stizzon che vi corre parallelo, eliminando le preesistenti e ricostruendo un tratto della lunghezza di metri 120, e la cui spesa complessiva fu di L. 45.550”. COMUNE DI FONZASO. Nell’anno settimo dell’era, il 1929: il Cimitero della frazione Arten. Così la relazione: “Resosi insufficiente il piccolo ed antico cimitero addossato alla Chiesetta Oratorio di San Nicolò, ed avendo nelle immediate vicinanze il Comando dell’esercito austriaco, durante l’invasione, recinto con filo spinato un’area dove seppellì militari di diverse nazionalità, nel progetto del nuovo cimitero si comprese l’area militare, congiungendola con grosse ed alte mura, dovute erigere per la naturale pendenza del terreno, alla parte vecchia. Attualmente la sola zona intermedia serve per la popolazione civile in attesa che l’Ufficio Cure ed Onoranze delle Salme Caduti in Guerra trasporti altrove le salme militari. La spesa incontrata fu di L. 62.000”. Nel 1932 (anno decimo): Impianto di illuminazione pubblica elettrica del Capoluogo e della frazione di Arten. Nei due principali centri abitati esisteva una primordiale illuminazione elettrica, attaccata alla linea di distribuzione della energia ai privati, e quindi sempre accesa, e le cui lampadine erano ancora sostenute dalle antiche aste di ferro che un tempo sostenevano i fanali a petrolio. Il nuovo impianto è del tutto indipendente da quello privato e le lampade sono state applicate in corrispondenza dell’asse stradale, mediante sospensione con due funicelle metalliche sovrapposte. Da 52 lampade di 50 candele l’una del vecchio impianto si sono portate le lampade a 99 di cui 88 da 50 e 11 da 300 e 400 candele, avendosi ora una illuminazione che risponde effettivamente alle necessità di decoro dei centri di gran transito. Mediante due orologi ad interruttore-orario si ha l’accensione e lo spegnimento automatico. L’opera venne inaugurata il 28 ottobre 1932 e costò L. 50.000 circa. Dello stesso anno: l’Acquedotto di Frassenè la cui popolazione si serviva di una piccola pozza d’acqua alimentata dalle filtrazioni del vicino torrente Cismon; abbassato questo il suo letto, le filtrazioni vennero a mancare, inaridendo a periodi la piccola sorgente. Da ciò la necessità di dare alla frazione acqua sana ed abbondante, utilizzando una sorgente copiosissima scaturente da una parete rocciosa in località denominata ‘Tostè’, e che ha la sua origine dal bacino imbrifero dei monti Cima Lan e Vallorca. Siccome però la sorgente ‘Tostè’ si trova 23 metri più bassa del punto più elevato dell’abitato di Frassenè, così si è usato per il sollevamento dell’acqua un ariete azionato dall’acqua esuberante: con un salto di 4 metri e mediante doppia tubazione in acciaio e in cemento Eternit, l’elemento venne portato ad una monumentale fontana-abbeveratoio nel centro dell’abitato. Costo complessivo dell’opera L. 40.000. Resta da dire dei due piccoli edifici scolastici (un’aula a pianterreno per 40 alunni e alloggio dell’insegnante oltre a 3 stanze al primo piano, per le frazioni di Agana e Giaroni; spesa di lire 57 mila dalla quale dedurre lire 10.000 per prestazioni gratuite degli abitanti. E delle difese del torrente Stizzon. Che riguardano il tratto dalla stretta di Pedesalto al ponte di Arsiè di circa 5 chilometri. Le difese consistono in gabbionate ed argini di cemento nelle due sponde, interrotti da difese trasversali al corso dì’acqua. Complessivamente 377 ettari di terreno che grazie all’attività del Consorzio di irrigazione del torrente Cismon verranno ridonati stabilmente all’agricoltura con grande vantaggio della produzione foraggera e del patrimonio zootecnico e indirettamente dell’incremento demografico “potendo la popolazione trovare occupazione in luogo anziché oltrepassare i confini della Patria”.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro “La Provincia di Belluno in regime fascista”): il ponte di Caupo a Seren del Grappa; la Piazza I Novembre di Fonzaso con la nuova illuminazione; arginatura in riva destra del Cismon; altra arginatura lungo lo stesso torrente.