di Renato Bona
Proseguendo la “lettura” del libro “Le chiese dell’antica Pieve di Cadola” che, ad iniziativa delle Parrocchie di Cadola, Polpet-Ponte nelle Alpi, Col di Cugnan, Quantin e della Diocesi di Belluno-Feltre, è stato realizzato nel settembre 1999 dallo storico prof. Flavio Vizzutti, ci soffermiamo sui capitoli dedicati alla Chiesa di San Marco evangelista di Arsiè, di San Pietro apostolo di Reveane, l’Oratorio di Sant’Anna di Canevoi, quello della Beata Vergine di Castelmonte ai Mazzucchi e alla Parrocchiale di San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria, di Col di Cugnan, tutte località del comune di Ponte nelle Alpi. CHIESA DI ARSIÈ. Vizzutti spiega che nel 1553 il tempio viene citato dalle fonti curiali prima della visita pastorale compiuta dal vescovo Giulio Contarini nel mese di luglio. Ricorda quindi che nel 1958 il tempio è provvisto di cimitero e non manca di evidenziare come “dal violento sisma del 1873 le strutture escono totalmente sconquassate da rendere indifferibile la totale demolizione “che suscita l’accoramento di tutti gli abitanti”. La prospettiva di riedificazione è vanificata per molti anni a causa della penuria di mezzi economici…”. Bisogna quindi giungere al 1895 per veder terminata l’impresa, con l’arciprete Palla che sottolinea come “i frazionisti di Arsiè da circa due anni si sono eretti con stenti inauditi la loro chiesuola”. All’interno, di Anonimo tra il 1618-1627 il “San Marco evangelista con San Matteo e San Luca ai lati” olio su tela 100×90, pala dell’altare. CHIESA DI REVEANE. Solo nel 1570 si ha qualche notizia sull’edificio sacro dedicato a Pietro “principe degli apostoli”, con pala d’altare – documento del 29 agosto 1637 – “che risulta commissionata dalla nobile famiglia Barpi (o Barpo). La manutenzione nel corso degli anni lasciava sempre più a desiderare e nel 1682 il delegato episcopale mons., De Zanna “si vede costretto a sospenderla al culto”. Dopo il forte sconcerto iniziale i regolieri “prontamente sopportano consistenti oneri economici pur di riattare il tempio e di liberarlo dall’interdizione”. Nel 1707 “l’Ordinario trova tutto in regola e non emette nessun ordine”. E’ di Luigi Vardanega la pala d’altare con “San Pietro”, olio su tela 140×80. ORATORIO DI CANEVOI. In epoca imprecisata la famiglia Zimian aveva edificato una piccola edicola sacra su un fondo di proprietà, che purtroppo nel 1627 era in totale rovina tanto che il vescovo Giovanni Dolfin ne auspicava la riedificazione “perché torni ad essere punto di riferimento e di preghiera per i frazionisti”. Nel 1713 Zuanne Zimian innalza totalmente a proprie spese sullo stesso luogo un oratorio in lastre di pietra perché la gente possa riunirsi per la recita del rosario. Ma… I lavori erano stati eseguiti alla totale insaputa del pievano Matteo Cesa e dunque il vescovo Giovanni Francesco Bembo non accoglie l’istanza. Finalmente il 12 luglio 1713 il presule scioglie positivamente ogni riserva e concede quanto richiesto. Il minuscolo luogo di culto si presenta davvero molto curato ed una tela che raffigurava la Trinità, la Vergine tra i Santi Domenico e Giovanni Battista con sotto il ritratto dello stesso Zimian è ostenso in mezzo a 4 quadretti appesi sui lati della mensa. Nel 19347 Anna Damian (o Zimian) vedova De Prà fa erigere al posto di quello caduto in rovina un nuovo oratorio dedicato a Sant’Anna, aperto al pubblico nel giugno dello stesso anno. ORATORIO AI MAZZUCCHI. Fu edificato nel 1952 dall’arciprete Giacomo Viezzer e dai frazionisti e custodito dalla famiglia di Erminio Mazzucco, ed era devota meta festiva il 6 settembre di ogni anno. Riedificato e benedetto il 28 maggio 1978 è stato pensato, voluto e costruito dalle 14 famiglie Mazzucco in tre settimane di lavoro sotto pioggia e neve. La ricorrenza è fissata il 24 maggio. CHIESA DI COL DI CUGNAN. La parrocchia venne fondata il 24 novembre 1956 con decreto del vescovo Gioacchino Muccin e consacrata il 14 agosto 1972. I lavori – progetto di Adriano Alpago Novello e Vincenzo Barcelloni Corte iniziarono il 18 settembre 1971.I l prof. Vizzutti precisa che “Il funzionale e spaziosissimo presbiterio dominato da un dipinto a spatola raffigurante la Sacra famiglia, opera di Franco Fiabane, è arredato con l’altare istoriato, scanni e fonte battesimale eseguiti dallo stesso artista”. Opera di Dante Moro invece il tabernacolo: dietro l’altare un polittico quattrocentesco proveniente dalla scomparsa chiesina di San Floriano. Il campanile, di insolita ma gradevole composizione, è completamente in ferro e si erge dietro al tempio. Opere d’arte: di anonimo della prima metà del XV secolo “Vergine con Bambino tra i santi Giovanni Battista, Antonio Abate nell’atto di raccomandare l’offerente, Andrea e Gottardo; l’Alzata d’altare: legno intagliato, scolpito, dorato e dipinto, sulla parete sinistra con il dossale riutilizzato per accogliere la moderna statua dell’Immacolata nella nicchia; del bellunese Antonio Bettio “Vergine con Bambino tra i Santi Floriano e Giuseppe, olio su tela, sulla parete destra della navata.
NELLE FOTO (riproduzioni dal libro di Flavio Vizzutti): la Chiesa di Arsiè; interno; pala d’altare di Anonimo; la Chiesa di Reveane; interno; il “San Pietro” di Vardanega; l’Oratorio di Canevoi; l’Oratorio ai Mazzucchi; interno della Chiesa di Col di Cugnan; visione dell’esterno; il polittico di Anonimo; particolare della Madonna con Bimbo; alzata d’altare con la statua dell’ Immacolata; sulla parete destra della navata “Vergine con il Bambino tra i santi Floriano e Giuseppe” del bellunese Antonio Bettio.
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