I bellunesi sono abituati ad altro, a farsi apprezzare per il loro impegno, nel privato soprattutto i servizi per valligiani e turisti sono da medaglia d’oro. Al contrario il pubblico fa acqua da tutte le parti, da vergognarsi agli occhi del resto del Paese. Della Dolomitibus, dei suo dirigenti, dei problemi irrisolti, degli aumenti che hanno messo in difficoltà le famiglie, di studenti minorenni appiedati, di navette cancellate nonostante le vagonate d’euro che arrivano dai lavoratori delle grandi industrie bellunesi ne abbiamo già parlato ampiamente. Come già visto anche parlarne non serve a niente tra l’incapacità di chi è chiamato ad amministrare.
E i servizi postali? Ad Agordo disastrosi, la corrispondenza rimane in magazzino, i sindacati protestano (ma le soluzioni non arrivano) e gli avvocati si preparano ad istruire cause ad hoc. Purtroppo tutto questo non è nuovo, è solamente una catena di problemi anche perché mancano i portalettere
Agordo, raccomandate che restano ferme per settimane, anche mesi. La denuncia dei sindacati
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AGORDO Situazione “scandalosa” e se lo dice un addetto ai lavori e s’alza il coro di protesta dei “postini” la situazione è davvero preoccupante. In tutta la provincia certo, ma soprattutto nell’Agordino dove pacchi, raccomandate, atti giudiziari, sono tutti fermi in “magazzino” in attesa che il personale (quale personale?) lo porti a destinazione. Intanto le telefonate sono continue, c’è chi attende documenti importanti e non se li vede recapitare. L’allarme lanciato da Adriano Musolino, segretario provinciale Failp Cisal, conferma che la cospicua giacenza di raccomandate è causata dalla mancanza di personale. Le colpe dei ritardi non sono certo dei postini, anzi sono loro i primi a preoccuparsi per la marea di documenti in giacenza, perché sono loro che suonano il campanello e ci mettono la faccia.
l’intervista di Mirko Mezzacasa
AI MICROFONI DI RADIO PIU’ Adriano Musolino (foto), segretario provinciale Failp Cisal eletto Rsu dai lavori provinciali di Poste Italiane lancia l’allarme