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TAIBON La cronaca ci regala, a volte, storie così incredibili da sembrare scritte da un umorista in vena di satire postali. È il caso del pacco che ha deciso di trascorrere il Natale viaggiando per… quattro chilometri. Sì, avete capito bene, un’avventura epica da Taibon a Taibon, con tanto di biglietto assicurato e uno scalo previsto (mai avvenuto) nella lontana Budoni, Sardegna. Il nostro protagonista, un pacco da 16,38 euro di spese di spedizione, lascia l’Ufficio Postale di Agordo carico di aspettative. La destinazione? Un caloroso approdo a Budoni, Sardegna. Il mittente, Gianfranco, paga fiducioso l’importo richiesto da bravo contribuente, consapevole che il 2024 ha portato innovazioni tecnologiche straordinarie… ma evidentemente non nel mondo delle spedizioni. Dopo sette giorni di emozioni, il 30 dicembre il pacco ritorna, senza nemmeno avvisare con un campanello, alla porta del mittente, a Taibon. Come in una scena di un film tragicomico, viene “buttato fuori” dall’automezzo del corriere, manco fosse un sacchetto del compostaggio. Alla richiesta di spiegazioni, l’Ufficio Postale di Agordo, nella sua serafica saggezza, esclude ogni responsabilità: “Non è colpa nostra.” Se non delle Poste, chi potrebbe mai essere il colpevole? Gianfranco propone una teoria audace quanto verosimile: un alieno dispettoso avrebbe orchestrato tutto, forse annoiato dalla monotonia cosmica. Ma le foto non mentono Il mittente è pronto a svelare l’inequivocabile prova fotografica, che documenta dettagliatamente indirizzi, nomi e condizioni di consegna. Le immagini, più chiare di una puntata di CSI, certificano l’inefficienza di un sistema in cui un pacco assicurato riesce a sbagliare destinazione… restando quasi fermo. Che si tratti di un alieno, del Grinch, o di un semplice errore umano (ma alieni e Grinch suonano più plausibili), la lezione è chiara: fidarsi è bene, ma assicurarsi che un pacco percorra realmente più di quattro chilometri è meglio. Ciao Gianfranco, buone feste anche a te! E che il prossimo pacco trovi una strada più chiara e meno “spaziale”.