REDAZIONE Lo stato di emergenza covid è terminato con il 1 aprile e dopo un lungo periodo ad operatività ridotta gli uffici dovrebbero tornare alla normalità, ma non sarà semplice perché normalità significa anche personale adeguato dopo la progressiva riduzione degli organici: pensionamenti, esodi incentivati, dimissioni volontarie a cui Poste ha risposto con risicate campagne di assunzioni, quasi sempre con contratti part-time. E’ chiaro si tratta di una logica di forte riduzione dei costi a pieno discapito del servizio, le code e le attese degli utenti, dentro e fuori gli uffici ne sono la testimonianza. Eppure Poste denuncia ogni anno resoconti economici in forte utile, generati sicuramente dalla capillarità di sportelli nel territorio nazionale e dall’ abnegazione dei propri dipendenti che, nonostante un caos operativo ormai stabile e perpetuo, continuano a garantire presenza e prestazioni in crescita.
Luca Bof (Rsu) e Mauro De Carli (Cgil Fp) denunciano “Il ritorno alla normalità del post emergenza Covid sembra sempre più a rischio l’ apertura di tutti gli sportelli presenti in provincia, proprio per la carenza strutturale di operatori di Poste Italiane” Una denuncia che parte da una provincia orograficamente difficile dove gli uffici sono indispensabili e per questo la richiesta all’ azienda di rispondere al grido d’allarme dei suoi lavoratori e ai disagi dell’ utenza con un nuovo piano di recupero del turn-over. “La carenza di personale comporta, per i lavoratori di Poste – dice Mauro De Carli – continui distacchi da un ufficio all’altro, estrema difficoltà nella fruizione delle ferie che vengono sistematicamente variate nonostante una programmazione stilata obbligatoriamente ad inizio anno. L’azienda invita i propri dipendenti a svolgere i necessari corsi di formazione fuori dall’ orario di lavoro, richiede sempre più frequentemente prestazioni straordinarie”. Sono dinamiche comuni a tutta la Regione, particolarmente pesanti in provincia di Belluno: su 100 uffici 66 sono mono peratore. “I distacchi da ufficio a ufficio, sono decisamente più impattanti vista la particolarità montana del nostro territorio – dice Luca Bof – delegato RSU-Poste per Belluno – chiedo maggiore rispetto del lavoro dei dipendenti di Poste con un vero piano di assunzioni che possa coprire definitivamente l’ annosa carenza di personale. Il tentativo di soluzione di questa storica vertenza tra la CGIL e Poste Italiane non ha trovato aperture da parte dell’azienda e quindi, una volta espletata la procedura di “raffreddamento” si potrà decidere di rendere visibile la protesta dei lavoratrici/ori con un’iniziativa di lotta”.