REDAZIONE Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un’emergenza non di poco conto, l’acqua inquinata tanto a Ponte nelle Alpi che ad Arsiè, in entrambi i casi con allarme salmonella. In pochi giorni l’acqua è ritornata potabile, le autobotti per l’approvvigionamento idrico alla popolazione sono rientrate in sede e dai rubinetti è uscita di nuovo acqua per uso alimentare. GSP non ha quindi perso tempo ha agito con tempestività e questo ha fatto sorgere alcune domande agli agordini che spesso si ritrovano con l’acqua imbevibile poiché inquinata, ma trascorrono settimane prima del ritorno alla normalità, settimane non qualche giorno. E’ ovvio che da San Tomaso ad Agordo, da Gosaldo a Cencenighe l’utente si sia fatto delle domande. Perché in Valbelluna in pochi giorni l’acqua è tornata potabile e quando succede nell’Agordino i tempi si fanno al contrario fin troppo lunghi? Abbiamo girato l’interrogativo a GSP e oggi forniamo la risposta pervenuta.
LA RISPOSTA
BELLUNO Ad aver determinato l’urgenza, nei due casi di non potabilità dell’acqua verificatisi a Ponte nelle Alpi e ad Arsiè, è stata la potenziale gravità della contaminazione rilevata in loco. In entrambi i Comuni, infatti, l’esito analitico ha evidenziato la presenza di salmonella, microrganismo patogeno per la salute umana (può provocare la salmonellosi). A questo si è aggiunto il fatto che le utenze nei due Comuni, in ottemperanza alle indicazioni dell’ULSS, non potevano in alcun modo utilizzare l’acqua di acquedotto per uso alimentare. Abbiamo, per questo, attivato le procedure di emergenza e messo a disposizione dell’utenza, per l’approvvigionamento idrico alternativo, le nostre autobotti ed una dei Vigili del fuoco. Di norma, le non potabilità di tipo microbiologico che si manifestano nella rete dell’acquedotto della provincia di Belluno derivano dalla presenza di colibatteri, microrganismi indicatori di contaminazione, riscontrabili per lo più a seguito di precipitazioni. L’Ulss, in questi casi, in base al valore accertato, permette la misura della bollitura dell’acqua, così da consentire comunque l’uso alimentare e limitare l’impatto sulla popolazione. I tempi delle analisi di tipo microbiologico sono variabili: richiedono, di norma, un minimo di 48 ore, ma in alcuni casi si va anche oltre, a seconda della situazione rilevata. Controlli assolutamente necessari (oltre 3mila in un anno tra Ulss e Gsp), che permettono di garantire acqua sempre controllata e di qualità. La tempesta Vaia, va evidenziato, che ha avuto il suo epicentro proprio in Agordino, ha reso più vulnerabili alcune sorgenti e aumentato, in certi casi, la frequenza dei casi di non potabilità. Gsp già da anni sta facendo fronte al problema installando, ove possibile, nuovi impianti di disinfezione automatizzati. In parallelo, nei casi più complessi, realizziamo interventi mirati di adeguamento strutturale delle sorgenti e/o di sostituzione delle condotte (vedi i due nuovi acquedotti posati a Cencenighe, a servizio del capoluogo e delle frazioni circostanti, il nuovo serbatoio e acquedotto realizzato a Sottoguda di Rocca Pietore, la ristrutturazione di numerose sorgenti agordine, ecc… ). Massima attenzione, quindi, da parte di Gsp al territorio e all’utenza servita.