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BELLUNO Sette anni dopo il tragico incidente di Castellavazzo, il Tribunale civile di Belluno ha emesso la sentenza che condanna il Comune di Longarone a risarcire i familiari di Lorena Olivotto, vittima dell’incidente mortale avvenuto il 6 marzo 2017. La donna, 56 anni, uscì di strada con la sua auto e precipitò da un’altezza di tre metri, a causa di un guard-rail troppo basso e non conforme alle normative di sicurezza.
Lorena Olivotto stava percorrendo via Giovanni Uberti quando, affrontando una curva, urtò il guard-rail, lo scavalcò e finì nella scarpata sottostante. Le perizie disposte durante il processo hanno escluso un malore della donna e guasti meccanici all’auto, rilevando invece che l’altezza del guard-rail era inferiore ai 60 centimetri previsti dalla normativa, essendo di soli 40 centimetri.
“Nel 2012 vennero svolti alcuni lavori di rifacimento del manto stradale, senza però eliminare quello esistente – spiega Gennaro Pisacane, responsabile della sede Giesse a Belluno – Di conseguenza, il piano viario si alzò e il guard-rail (rimasto lo stesso) si abbassò. O meglio: sprofondò. Il giudice ha accolto in pieno la nostra tesi: indipendentemente dalla causa primaria, e quindi da ciò che ha determinato la fuoriuscita dell’auto dalla sede stradale, se il guard-rail fosse stato conforme alla norma, Lorena Olivotto non sarebbe precipitata nella scarpata e ora, nella formula del più probabilmente che non, sarebbe ancora viva. E questo è più che sufficiente, a livello civilistico, per stabilire la responsabilità del Comune. Dopo 7 lunghi anni possiamo dire di esser riusciti a far emergere la verità su quanto accaduto”.