VENEZIA Illustrato in Commissione Consiliare regionale dall’assessore Gianpaolo Bottacin il progetto di legge relativo alle disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico; una proposta normativa che prevede che allo scadere delle concessioni la proprietà di tutte le centrali relative alle grandi derivazioni diventino di proprietà pubblica. “Una svolta epocale, che permetterà agli enti pubblici di gestire direttamente gli impianti o darli a terzi ma secondo le proprie norme – sottolinea l’Assessore -. Impianti oltretutto che, a scadenza, dovranno essere consegnati dal gestore in perfetta efficienza. Una norma, dunque, assolutamente importante, che lo diventa ancor di più se vista anche nell’ottica che ciò permetterà pure di incedere in maniera decisiva sul tema dei livelli dei laghi”. Significativa, nel testo che viene proposto, anche la salvaguardia della Provincia di Belluno, a cui non verranno, infatti, toccati né i canoni idrici che già da anni introita direttamente né i sovracanoni incassati dal BIM e destinati per le attività svolte dai Comuni, ma verranno anzi aggiunti ulteriori canoni gestiti a favore del territorio. “Nei giorni scorsi avevo chiesto anche un incontro al presidente Padrin – prosegue Bottacin – per condividere assieme alcuni passaggi, ma era diversamente impegnato. Avremo comunque modo di confrontarci più avanti, proseguendo in quel percorso di collaborazione a cui la Regione mai si sottrae come ha dimostrato in moltissime anche recenti occasioni”. “Questo progetto non va confuso con l’altra importante legge che abbiamo approvato lo scorso anno – specifica l’assessore Bottacin – e attraverso la quale abbiamo sancito l’obbligo per i titolari di grandi derivazioni idroelettriche di fornire ogni anno a titolo gratuito 220 kilowattora di energia elettrica per ogni kw di potenza nominale media di concessione. Due leggi diverse, ma entrambe che guardano alla tutela del territorio rafforzandone l’autonomia”. ll progetto di legge in discussione infatti disciplina solo le procedure da seguire in vista della scadenza delle concessioni: la durata delle stesse, le modalità di affidamento di nuovi accordi, la gestione delle convenzioni già scadute. “Anche se la gran parte delle concessioni scadrà solo nel 2029 – conclude Bottacin – è fin d’ora opportuno predisporre le procedure necessarie, così da arrivare pronti a tali scadenze”.