di RENATO BONA
” Loredana Stiletto, alpagota di Tambre, insegnante di educazione fisica in quiescenza, collaboratrice de Il Corriere delle Alpi, appassionata di Nordic walking, dirigente della sezione “Benito Saviane” del Cai Alpago, ha dato il suo prezioso contributo per l’ultimo numero di “Le Dolomiti Bellunesi”, rassegna delle sezioni bellunesi del Club Alpino Italiano, con un interessantissimo servizio dedicato a “La casa museo dell’alchimista di Valdenoghèr”. Esordisce spiegando che salendo da Farra trovi proprio all’inizio del paese, Valdenogher, lungo la strada a sinistra, il cinquecentesco edificio appartenuto e probabilmente realizzato da un alchimista: “Un edificio particolare, estraneo a tutto il contesto in cui si trova: un contesto che di sicuro non deve essere quello di quando fu costruita” e aggiunge: “A catturare lo sguardo, la bifora tra le piccole e normali finestre, un’elegante bifora di taglio veneziano, calamita ottica dalla quale lo sguardo spazia successivamente sui particolari intorno”. Vale a dire i tre archi del piano terra, due dei quali stranamente murati ma ben intuibili, sostenuti da quattro colonne in pietra bianca. Sotto i davanzali della bifora e delle finestre contornate da graffiti, scolpite in pietra rossa, scorgi delle figure non molto comprensibili. Avvicinandoti distingui le piccole sculture in chiave di volta degli archi; quella centrale è una piccola testa sullo sfondo di una conchiglia, che alla base presenta due estremità ripiegate a chiocciola in direzione opposta. E le due laterali? Sembrano due serpenti che si attorcigliano. Lo sguardo va ora in alto e si ferma sopra la finestra centrale dove domina la testa di una donna con tanti capelli, scolpita su pietra rossa”. Inevitabile, per la Stiletto, chiedersi come sia stato possibile che “un edificio di tal fatta, elegante e solenne, abbia potuto resistere al degrado di cinque secoli”. Dopo un’acuta illustrazione dei vari aspetti che caratterizzano il prezioso edificio, rammenta che negli anni Ottanta la Comunità montana, nella fase iniziale di lavori di recupero dello stabile per farne un museo, “si accorse che c’era qualcosa di insolito” e chiese l’intervento della Soprintendenza ai beni culturali del Veneto che concluse: “… La simbologia architettonica e decorativa dell’edificio, costruito sicuramente nel ‘500, poteva corrispondere a una simbologia alchemica! Potrebbe essere stato la dimora di un alchimista”. A fine lavori, con cerimonia inaugurale che risale al 2006, “le porte della Casa Museo dell’Alchimista si aprirono ufficialmente al pubblico”. L’autrice del servizio non manca poi di ricordare, prima di dedicarsi alla descrizione dell’interno della Casa Museo, che “L’unica certezza storica è l’acquisto della dimora nell’800 da parte di un signorotto di Vittorio Veneto di nome Alessandro Bortoluzzi, lo stesso che ha murato i due archi laterali per aumentare lo spazio interno e arricchito la facciata con i graffiti in rosso a lato delle finestre oltre alle pareti di alcune stanze al primo piano, della storia precedente e della presenza dell’alchimista non c’è documentazione certa”. In proposito aggiunge: “Oltretutto, pensando che si trattasse di stregoneria, si racconta che negli anni ’30 le famiglie che l’hanno utilizzata avessero bruciato tutti i libri e i documenti pieni di disegni e formule trovati nel sottotetto”. Il sito “museisitialpagocansiglio.it scrive fra l’altro che “In una spettacolare casa del XVI secolo a Valdenogher di Tambre, unica superstite della storica architettura alpagota e proprietà dell’Unione montana Alpago, sono ricostruiti gli ambienti che secondo la tradizione ospitavano un nobile condannato a morte ad Alessandria d’Egitto per le pratiche alcheniche e che aveva trovato rifugio, grazie all’intervento della Repubblica di Venezia, proprio in Alpago”. Puntualizza quindi che la Casa Museo, aperta grazie alla collaborazione dell’Associazione Alpago Storia Natura, è uno dei rarissimi esempi ancora conservati di abitazione dedicata a questa misteriosa pratica ed ospita una piccola ma interessante biblioteca di volumi dedicati all’alchimia da consultare in loro per approfondire l’interessante materia”. Concludiamo con la libera enciclopedia Wikipedia secondo la quale l’edificio è suddiviso in tre piani a ricordare le tre fasi del procedimento alchemico: Nigredo, Albedo e Rubedo, così chiamate dall’apparire dei colori nero, bianco e rosso. Una tripartizione che viene rispettata anche all’interno per agevolare il visitatore nell’approccio con una scienza empirica del passato che era anche filosofia per la conoscenza interiore. E con il sito “museionline.info che spiega: “L’edificio è costituito da due blocchi: uno, di origine cinquecentesca, dà direttamente sulla strada e si suppone sia stato realizzato nel 1500 su commissione di un alchimista, come abitazione e laboratorio. Il blocco sul retro è invece risalente al 1800 ed è attualmente adibito a museo. La Casa dell’Alchimista presenta numerosi aspetti simbolici, legati al mondo dell’alchimia, per il quale il numero tre rivestiva un profondo significato. L’interno presenta un ambiente centrale e salette laterali, tra cui una stanza contenente l’‘Athanor’, l’antico focolare dell’alchimista. Il percorso museale si snoda attraverso due racconti: la spiegazione del significato simbolico della facciata e la storia dell’alchimia come ricerca della pietra filosofale”. Non possiamo non dire infine che la bella realtà storico-culturale di Valdenogher si presta a diversi approcci didattici, per adulti, bambini, esperti in materia o neofiti e per questo é prevista la possibilità di percorsi personalizzati. Informazioni e prenotazioni: telefino 340-8445323 fax 0437-1830294; [email protected]; sitoweb: http://www.museoalchimista.it.
NELLE FOTO (riproduzioni dalla rivista”Le Dolomiti Bellunesi”, Facebook, Wikipedia, Museionline.info, museisitialpagocansiglio.it): la facciata della Casa-Museo, oggi; Caduceo in chiave di volta e Mercurio; elementi che impreziosiscono la facciata; Loredana Stiletto autrice del pregevole servizio sulla rivista del Cai; sei scorci interni della Casa-Museo di Valdenogher; lavori di sistemazione dopo il terremoto del 1876.