LA BANCA TOGLIE L’ATM E IL SINDACO DI TAIBON SCRIVE UNA LETTERA ALLA DIREZIONE
TAIBON L’assenza di uno sportello ATM a Taibon Agordino si fa sentire. Da quando la Cassa Rurale Dolomiti ha abbandonato la sede accanto al Municipio di Taibon per trasferirsi ad Agordo, un’altro servizio alla cittadinanza è stato tolto. La gente deve andare ad Agordo per fare i prelievi dal Bancomat e qualcuno ha puntato il dito addosso al sindaco Silvia Tormen che non ha esitato a scrivere una lettera alla direzione della banca. Una lunga lettera dove il sindaco racconta per filo e per segno come sono andate le cose scaricandosi da ogni responsabilità e mettendo in chiaro che l’assenza di un ATM in paese non è sicuramente colpa dell’amministrazione comunale.
DAL CORRIERE DELLE ALPI IL SERVIZIO DI GIANNI SANTOMASO
E’ con l’amaro in bocca che mi vedo costretta a scriverle questa lettera, preferendola alle vie brevi fin qui adottate, giacché le voci e le parole corrono veloci senza rispetto della verità. Oggi pomeriggio sono stata avvicinata da un cittadino il quale mi ha addebitato la responsabilità della vostra scelta di non fornire più il servizio alla cittadinanza di Taibon attraverso lo sportello ATM presente in centro paese fino al mese di dicembre scorso. A questa persona ho risposto che il mio potere non arriva molto lontano e, sicuramente, non arriva a condizionare le scelte di un soggetto di diritto privato, la cui ragione sociale non è – e non può certo essere – coincidente con quella di un Ente Pubblico. Ebbene, la persona ha continuato a dimostrarsi sostenuta nei miei confronti, riferendo che un direttore (o comunque un vostro dipendente di cui non ha voluto rivelarmi l’identità) ha giustificato la posizione della banca addebitando al comune la non disponibilità a concedere una spazio pubblico nel quale trasferire lo sportello ATM. Francamente, se finora ho considerato la scelta di spostarvi ad Agordo non solo nella vostra disponibilità, ma, immedesimandomi in voi e probabilmente andando contro gli interessi della comunità che rappresento, l’ho addirittura compresa, arrivando a condividere le ragioni che vi hanno spinto a ciò, oggi, tutt’ ad un tratto, la mia visione di questa vicenda si è fatta diversa e molto più chiara. Passerò ora dalla narrazione di ciò che questa persona mi ha riferito a quanto io stessa, in qualità di Sindaco, ho vissuto in prima persona e procederò ad una sintesi che rimandi alle tappe principali del vostro congedo da Taibon. A dicembre 2019 ci fu l’inaugurazione della sede di Agordo. Qualche mese prima una vostra delegazione mi aveva fatto visita per preannunciarmi questo evento. In quel frangente ricordo che vi chiesi se c’era qualcosa che io potessi fare per dissuadervi dalla vostra intenzione. Mi rispondeste: nulla. Sia durante il nostro incontro, sia nel corso dell’inaugurazione ad Agordo, ci fu la promessa, da parte vostra, di mantenere a Taibon lo sportello ATM e di tentare la trasformazione dello stesso in uno sportello evoluto che garantisse funzionalità più elevate. Lo avete detto a me e lo avete detto pubblicamente. Poi, nell’ottobre del 2020, sono stata contattata dal gentilissimo Edi Fontanive, il quale mi rappresentò la vostra difficoltà a mantenere funzionante lo sportello bancomat di Taibon a causa di criticità derivanti dalla proprietà dell’immobile. In quel frangente mi chiese se il comune poteva concedere uno spazio pubblico per realizzare lo sportello, indicandomi, come luogo ideale, la parete a destra dell’ingresso del municipio. Io dissi ad Edi Fontanive che avrei riportato questa richiesta ai Consiglieri di maggioranza e al responsabile dell’ufficio tecnico, sia per la dovuta condivisione, sia per aumentare la possibilità di addivenire a soluzioni soddisfacenti. Già in quel frangente feci presente ad Edi che la sua proposta non era coglibile a causa di un progetto, già finanziato, di ristrutturazione dell’intero municipio che prevede l’inserimento, proprio in quello spazio, di un ascensore per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Inoltre, anche la farmacia comunale da anni è in attesa di vedere ampliati i locali a lei destinati a seguito della ristrutturazione succitata. Con Edi ci siamo risentiti dopo circa un mese e in quell’occasione gli formulai una proposta; affacciato alla Piazza IV Novembre, nell’angolo a sinistra, sorge un piccolo manufatto di proprietà comunale che necessita di una ristrutturazione totale e che il comune, volentieri, avrebbe messo a disposizione della Cassa Rurale, proponendo che quest’ultima si occupasse della sistemazione a fronte di un conguaglio a valere sul canone di locazione. Ci fu anche un sopralluogo alla presenza vostra, di un amministratore comunale e del nostro responsabile UT in seguito al quale sopraggiunse il vostro rifiuto. Infatti Edi mi chiamò poco dopo e mi disse che non era nell’intenzione della banca impegnarsi in un investimento di quella portata. Purtroppo, il comune non possedeva altri immobili in posizione considerata da voi vantaggiosa ed adeguata per quel tipo di servizio. Morale della favola: la Cassa Rurale lascia Taibon, si porta via anche quell’ultimo vessillo, nonostante avesse dato la sua parola. E il Sindaco che dice? Il Sindaco comprende anche questo, perché ritiene che un soggetto di diritto privato si guardi nelle tasche, valuti quanto denaro può arrivare nelle sue tasche, e poi, giustamente, scelga. Questa è la verità dei fatti. Credo che le varie persone che si sono avvicendate possano confermare quanto da me descritto. Dunque, per concludere, il Comune ha offerto uno spazio pubblico, l’unico che aveva disponibile e di sua proprietà in una posizione adatta per voi. La Cassa Rurale ha ritenuto quest’offerta non vantaggiosa per il proprio business e l’ha, ragionevolmente, rifiutata. Io vorrei che la Cassa Rurale si assumesse la responsabilità sia di non aver onorato la parola data, sia di aver rifiutato l’offerta del comune; continuo a credere che le vostre scelte siano legittime in considerazione della vostra ragione sociale, ma non perdono che sia calpestata la dignità e l’onestà intellettuale di chi rappresenta una comunità mettendoci la faccia. È mia intenzione bloccare sul nascere queste voci non veritiere che si stanno diffondendo, riferendo quanto accaduto a tutta la cittadinanza di Taibon e vi chiedo, cortesemente, di verificare con il vostro personale dipendente che la comunicazione con l’utenza si svolga nel rispetto dei ruoli, delle competenze e con la trasparenza che ci si aspetterebbe da chi svolge un lavoro così delicato. Chiudo rinnovando la piena disponibilità del comune di Taibon a mettere a disposizione l’immobile sito in Piazza IV Novembre per la funzione di sportello ATM a servizio della cittadinanza.