LA VALLE Il territorio pascolivo del passo Duràn, al tempo chiamato Monte o Montagna del Duràn, è da sempre stato conteso alla Regola de La Val dalle Regole circostanti. Il caso più eclatante avvenne tra il 1720 ed il 1725, quando la Regola Grande d’Agord e le Regole della Pieve riunite (Toccol, Parech, Taibon, Forno de Val, Peden, Listolade), intentarono un processo per farsi attribuire la proprietà del Monte (ossia dei pascoli) del Duràn, a danno della Regola de La Val (o della Val) che li possedeva. Sono stati da noi rintracciati tutti gli atti processuali di quella causa ed è nostra intenzione pubblicarli sinteticamente nei prossimi articoli , anche per sfatare la credenza popolare che voleva , prima del 1819 ,tali territori appartenenti ad Agordo. Negli atti di questo processo, a riprova dell’antico e continuo possesso del Duràn da parte della Regola della Val e non della Regola Grande d’Agord e le Regole della Pieve riunite, i Regolieri della Val portarono scritti e testimonianze riportanti le antiche controversie tra la Regola della Val e le Regole di Dont e Goima, che dimostravano, che mai, prima di questo processo (1720-1725), la Regola Grande d’Agord e le Regole della Pieve riunite avessero posseduto i pascoli del Duràn. Nei corposi atti processuali compaiono interessanti cartografie del tempo ed anteriori ed anche testimonianze dei Regolieri di Dont e Goima. Il primo documento che parla del Duràn è un manoscritto datato 1383 e riguardante un compromesso per l’ uso promiscuo dei pascoli del Passo da parte delle Regole di Dont e Goima da una parte e la Regola de La Val dall’altra (quindi Agordo non compare). Tale promiscuità d’uso di pascolo venne sciolta con altro atto, nel 1602 (data da Molin da Zoldo a nome delle Regole di Dont e Goima. Da questa ultima pergamena si evince anche la posizione dei cippi confinari con segni di croce. Il primo, con croce e millesimo (cioè la data di apposizione) si trova , protetto da un tombino di cemento, a lato della statale in prossimità del parcheggio per il Rifugio S.Sebastiano; su di questo cippo, oltre alle due croci, compare un frammento della data e cioè ..02 (1602) ,come detto, è controversa la data se 1602 o 1603. (fotografia n°1) Un’ altro cippo con croce è posto in alto verso la Moiazza a tergo del Crot del Duràn o Crot di Casamatta (sul coleselo) e compare nella fotografia n° 2. Questi due termini sono riportati nella cartografia del Perito Gasparo Montan (e su altre due cartografie del tempo) allegata agli atti del processo 1720-1725 Regola Grande d’Agordo e Regole della Pieve contro la Regola della Val (o de La Val) che vide il territorio mantenuto di pertinenza della Regola de La Val. Sulla stessa linea confinaria, in tratto intermedio, compaiono altre croci confinarie su di un sasso ,ma probabilmente sono di epoca posteriore (fotografia n° 3). Perdurando continuamente gli sconfinamenti (probabilmente da ambo le parti), anche dopo l’adesione al Regno d’Italia della Provincia di Belluno, Nel 1881 i Comuni confinanti (Le antiche Regole erano state sostituite dai Comuni in base al Decreto Vicereale n 225 del 1806) ritennero necessario il “rinnovare” , ossia confermare, le antiche confinazioni (risalenti al 1602-1603) e quindi due delegazioni , rappresentanti i rispettivi Comuni confinanti, si recarono sul Passo Duràn e venne redatto un verbale titolato “Memoria delle Croci fatta regolarmente fra il Comune di Zoldo e il Comune di La Valle”. In questo verbale venivano confermate e ri-descritte le antiche confinazioni, integrando anche la descrizione con altre confinazioni probabilmente apposte dopo il 1602-1603 per meglio delimitare questo fondamentale confine pascolivo. In prossimi articoli riporteremo anche il testo del compromesso del 1383; quello della pergamena del 1602 (1603) con la posizione delle croci confinarie; quello della “Memoria delle Croci fatta regolarmente fra il Comune di Zoldo e il Comune di La Valle” del 1881.
Foto archivio Tiziano De Col.