di Renato Bona
“I Trasporti” è il titolo dell’interessante capitolo del libro “Il lavoro nelle Valli del Piave e del Vajont prima del 9 ottobre 1963” che l’amica Elda Deon Cardin ha realizzato col patrocinio del Comune di Longarone nel novembre 2008 (impaginazione e stampa di Grafiche Longaronesi, presentazione del prof. Gioacchino Bratti, e “Un po’ di luce sul tessuto economico longaronese prima del Vajont” fatta da Giovanni Larese). Si comincia con una bella immagine (collezione della stessa Deon Cardin): “M. Moro 1840, Castelnovo di Quero”, sotto la quale si legge: “Alla stretta di Quero sul Piave, era stata stesa una catena tra la torre e la sponda opposta, per fermare le zattere che dovevano pagare il dazio”. Cui fa seguito (dopo una delle belle liriche di Eliana Olivotto che impreziosiscono il volume) un “contributo” di Arnaldo Losso su “Gli Zattieri di Codissago” che a sua volta precede due foto: quella (collezione privata, Belluno) che riproduce a colori il porto fluviale delle zattere a Borgo Piave di Belluno, olio su tela di Ippolito Caffi (metà XIX secolo da”Il Piave”, Cierre edizioni 2000), e quella che mostra “Zattieri di Codissago sul fiume Drava (Austria) negli anni ‘20” (collezione Associazione Zattieri e Mènadàs del Piave). Tocca quindi al “contributo” di Simone Osta che illustra la situazione della stazione di Longarone all’interno delle vicende della Ferrovia Belluno-Calalzo” ricordando, fra l’altro, che la linea viene divisa in tre tronchi: il primo da Belluno a Longarone sarebbe stato terminato nel 1912, il secondo da Longarone a Perarolo nel 1913 e l’ultimo, fino ai piani del Molinà nel 1914. Viene quindi proposta l’immagine (foto P. Breveglieri, collezione Giuseppe De Bona) della “folla festante all’arrivo del primo treno a Longarone l’8 agosto 1912”, che precede quella dell’anno 1928 (foto B. Recalchi, collezione Edc) della stazione di Longarone-Zoldo. A questo punto si parla di “Teleferica 1903-1904” grazie a Bonaventura Muda De Bona, classe 1897, abitante a Soffranco di Longarone: l’impianto partiva da Rui della Lasta (Vedelei) ed arrivava ai Casoni dopo Mezzocanale su una tratta di 300 metri in unica campata; le corde: una portante ed una doppia traente che girava sui volanti in legno (volani); la pendenza oscillava dal 23 al 25 per cento, venti gli operai addetti. Dopo un ricordo sintetico di Elvio Bez “Fontana” dell’estate 1963 (quando bambino, tornato a Igne dalla vacanza a Caorle, i genitori lo portarono con loro e la “Compagnia” del lavoro boschivo di Dalleghe nella baracca costruita dai boscaioli, dove visse “il periodo più bello della mia vita di bambino che correva libero per i boschi della amate montagne”) ecco una foto scattata dal prof. Angelini alla partenza della teleferica per il lavoro boschivo di Dalleghe nella stagione 1963, vicino alla casera di Giovanna “Faore”, con, da sinistra: Battistina De Cesero, mamma (cuoca della compagnia dei boscaioli teleferisti); il bambino (Elvio Bez “bocia” che portava la polenta ai boscaioli sul posto di lavoro; Leone Bez, padre (boscaiolo e teleferista). Vincenzo De Bona detto “Cino dei Portoi”) era a capo di una ventina di boscaioli, fra cui Leone Bez. C’è quindi da ammirare una cartolina viaggiata, del 1926 (edizione riservata Industria Cart. R. Bortolon, Belluno, collezione Simone Osta) con una panoramica della vallata di Zoldo col paese di Soffranco, per ricordare la teleferica realizzata su progetto (foto che segue) del tecnico Elio De Cesero, dal teleferista Mario De Bona di Soffranco per le riprese del film “La ragazza e il Generale” con gli attori Virna Lisi, Umberto Orsini e Rod Steiger, produttori Ponti-De Laurentis (collezione Gian Pietro De Bona). Spazio anche per documentare l’attività di Giuseppe Deon (1878-1945) che nel 1911, con l’arrivo della linea ferroviaria Belluno-Longarone-Zoldo avviò l’attività di spedizioniere nel piazzale della stazione di Longarone presso lo stabile della famiglia Carnelutto. Nel 1917, a seguito dell’invasione austriaca, fu profugo a Milano con la famiglia; nel 1919 ritornò all’amata Longarone dove riprese l’attività di spedizioniere; nell’imagine si riconoscono da destra: il capostazione Capulli, Maria Deon Cardin, Irma con in braccio il fratello Libero e la signora Capulli assieme ad alcune maestranze (foto Recalchi, 1925 circa, collezione Silvia Ghetti Angelini). Ai Deon sono dedicate altre due immagini: quella della casa costruita nel 1924 su progetto dell’architetto Alfarè (foto G. Burloni, anno 1926, collezione Edc ), e quella, identico luogo, di merci in partenza. Con la famiglia di Giuseppe e l’indicazione di parenti ed amici annotata dallo stesso (foto B. Recalchi, viaggiata 15 giugno 1937, collezione Edc). Concludiamo la rassegna con l’immagine di un raduno automobilistico nella piazza Jacopo Tasso davanti al garage dell’albergo Marina, del 1922 (l’officina-garage condotta da Attilio Gatto si occupava di trasporti e noleggio vetture (collezione Piermarco Tovanella) e quella del Garage Centrale della ditta Gatto & Longoni rifornimenti. Riparazioni e noleggi di Longarone, costituita con atto del notaio Alessandro Da Borso (in seguito presidente della Provincia di Belluno – ndr.) il 9 settembre 1925 e successivamente, anno 1931,divenuta autorimessa della Società Autoservizi Valle Zoldana (collezione Edc). Ultime, solo in ordine di tempo, quelle riguardanti Cesare Arduini, nato a Cattolica nel 1884: iniziò la sua attività come cocchiere presso la famiglia Malcolm (la villa di Longarone nella foto P. Breveglieri, viaggiata 22 giugno 1915, collezione Edc); con l’arrivo delle prime automobili divenne autista avendo conseguito la patente numero 1 della Provincia di Belluno; la riproduzione della “Denuncia di ditta individuale” per la Camera di commercio, di Cesare Arduini; e quella che mostra,a sull’estrema destra della casa Deon, la sede dell’Agenzia Longaronese Autotrasporti in Piazzale Stazione, di Enzo Arduini, primo sindaco del dopo Vajont, figlio di Cesare (foto Ghedina, anni ‘50, collezione Edc).
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