di Dino Bridda
BELLUNO Il perdurare del maltempo in tutto il territorio provinciale vede costantemente impegnate anche le squadre della Protezione Civile dell’A.N.A. di Belluno che dallo scorso 4 dicembre in poi hanno dovuto aumentare gli interventi giornalieri in forma continuativa su chiamata della Prefettura, dei Centri operativi mobili e dei Centri operativi comunali dei vari Comuni a seconda dell’evolversi della situazione. I vari interventi consistono nel monitoraggio delle situazioni di rischio idrogeologico, nel supporto alla popolazione per allagamenti di centri abitati e dei fabbricati, nonché per il controllo degli oltre 110
movimenti franosi nel territorio provinciale, delle slavine e delle situazioni di isolamento. Gli interventi operativi veri e propri sono rivolti in primis alla salvaguardia delle persone, come, ad esempio, è avvenuto con l’aiuto all’evacuazione della Casa di Riposo di Puos d’Alpago. Inoltre i volontari della Protezione Civile degli alpini bellunesi, coordinati da Ivo Gasperin, hanno prestato la loro opera nell’aiuto allo sgombero dal fango degli immobili pubblici, delle abitazioni, degli scantinati privati
o di locali adibiti ad attività commerciali ed artigianali. La situazione in Alpago è la più complessa e richiede un grande intervento di manodopera per la pulizia dal fango, sia per recuperare la situazione, sia per permettere di redigere una situazione dei danni e provvedere alle riparazioni ed al ripristino. «La casistica è comunque molto variegata e vasta – sottolinea il presidente dell’A.N.A. di Belluno Lino de Pra-. Talvolta essa è frutto sì di un meteo dalle conseguenze disastrose, ma in alcuni casi dipende anche da una prevenzione scarsa, comunque sempre in ritardo rispetto alle necessità rilevate o segnalate».